Il clima era perfetto per
lo sviluppo dell’arte casearia, arte che, i Romani stimolarono e
migliorarono molto. La Finis Terrae
esiste ancora oggi, fortunatamente, ma porta un altro nome:
Galicia, una delle regioni a nord
della penisola Iberica. È una regione questa, con un’economia basata
prevalentemente sulla produzione di formaggi.
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La
ricchezza culturale casearia del passato ha lasciato splendide
tracce nella produzione odierna. Di tutti i possibili formaggi |
che
si producono attualmente in Galicia,
quattro hanno raggiunto la notorietà al di fuori della
frontiera: il San Simòn, il Cebreiro,
il Titilla, l’Arzùa- Ulloa. |
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Le principali zone di produzione sono la località Lucense de
Villaba, i comuni di Becérrea e As Nogais nella parte
orientale di Lugo; nella parte ad est della provincia di La
Coruña e nell’area ad ovest della città di Lugo, nei pressi
del fiume Ulloa. |
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Il Cebreiro si elabora con latte pastorizzato di vacca, si
distingue dalla caratteristica forma a fungo e dalla pasta granulosa dal
colore bianco e dal sapore acido. Si sposa molto bene con il pane di
cereali e con quello di mais. La produzione annuale e di 40.000 kg.
Il San Simòn, si ottiene dal latte
fresco di vacca. La sua forma ricorda quella della pera, ha un colore
giallo-ocra ed una pasta cremosa dal sapore delicato. Particolarmente
indicato per le classiche tapas, le tartine usate da aperitivo.
Annualmente se ne producono circa 20.000 kg.
Il Tetilla, raggiunge una produzione
di 1.200.000 kg annuali, la forma è conica e la pasta cremosa dal colore
giallo ottenuta da latte fresco di vacca. È prodotto nella parte ad ovest
di La Coruña e, più esattamente, nei comuni di Curtis, Mèlide e Arzùa.
l’Arzùa- Ulloa, ottenuto dal latte
fresco di vacca, è uno dei formaggi più rappresentativi della tradizione
casearia Galiciana. Dalla forma rotonda e un po’ bombata ha un colore
giallo e buccia fine con pasta cremosa e senza “occhi”. È ideale con i
piatti al forno, in special modo uova e verdure, per la sua capacità di
fondersi facilmente.
La produzione annuale si aggira circa su 1.500.000 kg; è anche
conosciuto con il nome di queixo do paìs. Cosa potrebbero rispondere gli
antichi Romani, che a quanto pare in fatto di buon gusto la sapevano
lunga, a proposito della moda che afferma che il buon formaggio è solo
Francese? Beh… Forse, con una mano ben salda sui tipici formaggi dell’area
laziale, potrebbero esclamare: Finis Terrae!
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Fabio Magnani
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