09.02.2009 | Vino e dintorni Inserisci una news

Guide enologiche: polemiche, contraddizioni e criteri arbitrari

Invia un commento

Appassionati sempre piĆ¹ confusi tra bicchieri, punteggi, grappoli e taste vin

Ci risiamo, è la solita storia: le guide sono uscite, gli esperti si contendono lo scettro del più bravo, si accendono le polemiche su chi ha ragione e su chi ha torto e vediamo gli appassionati sempre più confusi inciampare tra bicchieri, punteggi, grappoli, taste vin, bottiglie, chicchi d’uva e foglie di vite nell’assurdo simbolismo, inutile per quanto necessario, per identificare la bontà di un vino. Le voci si alzano ed i cori di parte prendono le difese di un’azienda piuttosto di un’altra, mentre i litigi irrazionali tra esperti, giornalisti e sommelier sono all’ordine del giorno e si rincorrono biliose tra riviste e il web.
Balletti al limite del paradosso dove professionisti del vino celano le proprie debolezze al grido “io sono più bravo di te…” per dimostrare chi porta più stellette... La cosa ancora più divertente è la presenza delle “guide ombra”: alcune le troverete in libreria ed altre si celano dietro lo schermo del vostro computer in qualche sito vinoso, che dicono sistematicamente l’esatto contrario delle guide più conosciute. Confusione nella confusione, come se non bastassero le contraddizioni dei soliti noti. Così alle volte si ha l’impressione che tutti i vini siano buoni anche quando buoni non sono. Ci sono esperti che il vino lo assaggiano in cantina ignari di tutte i condizionamenti del caso, così come ci sono altri che non bendano le bottiglie o che assaggiano prelevando i campioni direttamente dalle vasche o le botti di affinamento. E ci sono anche i soloni del bere bene che si spacciano per super esperti eppoi si scopre che il loro guadagno dipende da ciò che diranno su una determinata azienda. Insomma non si fa informazione vera dal momento che su una decina di guide nessuna è d’accordo su nessun vino giudicato. Una volta il vino era un motivo di convivio, di dialogo e, spesso, riappacificazione; una volta davanti ad una bottiglia di vino si udiva il sommesso dialogare di due anime che si confrontavano. Oggi si odono spesso grida e insulti perché un’etichetta è stata giudicata diversamente. Sapete, c’è un vecchietto in quei di Montalcino in grado di identificare in un vino non la zona di origine ma addirittura il proprietario del vigneto e l’enologo. La sua esperienza non esce dalla zona del Brunello. Ha ottant’anni ed è più di mezzo secolo che cercano di fregarlo, non c’è mai riuscito nessuno nemmeno gli enologi più famosi. Non lo troverete in nessuna guida e non vi infliggerà nessun sommo sapere: ha un’ottima autostima e, non avendo nulla da dimostrare, il vino se lo gode e, aggiungo, lo comprende meglio di molti altri.
È facile giudicare gli stessi vini nel consueto modo: con riferimenti minimi se non addirittura con rimandi talmente personali che nessuno può contestualizzare o contestare. La solita storia. C’è chi taglia la testa al toro affermando: un vino è buono quando piace! E se anche in questa frase disperata di chi non ne può più di sentirsi vessato da guide ed esperti c’è qualcosa di vero, diciamo che tecnicamente un vino è fatto bene o male sulla base di certi parametri di qualità. Poi col proprio gusto ognuno fa quello che vuole ed è giusto bere quello che si vuole. Non è giusto dire questo vino non è buono perché non piace e penalizzarlo nelle pagine di una guida. La pulizia, la complessità dei profumi e del gusto sono già parametri importanti per definire un vino. Le guide dovrebbero limitarsi a dare un giudizio tecnico seguendo determinati parametri dettati da una disciplina che porta il nome di “analisi sensoriale”. Materia, questa, oggetto di studio da parte di molti esperti, veri, che troviamo rinchiusi nelle università, lontani dai riflettori della ribalta.
Intanto dilagano le polemiche. Ripensando alle origine greche del termine polemica si scopre che sarebbe l’arte del sottintendere... Arte e non il casino che scoppia in questo periodo dell’anno infestando carta e siti internet. La solita storia, appunto.

di Fabio Magnani


Tag: guide;sommelier;fabiomagnani;


px
px
px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?