16.01.2007 | Vino e dintorni

Il coraggio di chiamarsi Lambrusco

Degustazione lambrusco Cantina Paltrinieri - Il lambrusco è abbastanza bistrattato, non gode della giusta considerazione forse perché vittima della solita ignoranza che spesso si aggira attorno al mondo del vino. Mi riferisco a quando si sente dire che il vino buono è solo rosso fermo e con grande concentrazione di colore.

Il vino va giudicato in modo diverso da quello che spesso accade. Ha senso giudicare un normale sangiovese di romagna prendendo come riferimento un Brunello? Certo che no, ma credetemi questo accade e, spesso, succede pure di peggio. Tenete sempre bene in mente il territorio di provenienza di un vino e non tralasciate nemmeno la cucina giacché vino e cucina spesso vanno di pari passo.

Un Brunello con un piatto tipico modenese? Forse, non lo escludiamo, ma un piatto della cucina tipica con un lambrusco che sia il Sorbara, il grasparossa di Castelvetro o il Salamino di Santa croce non ha paragoni, e sapete perché? Perché state assaporando la storia di una terra, di una zona, state gustando la cultura di un luogo nella sua più completa totalità.

In questo ultimo periodo tra le varie aziende che mi mandano campioni da analizzare e studiare ho ricevuto quelli della Cantina Paltrinieri. L'azienda è situata a Sorbara a pochi chilometri da Modena. E' un'azienda a conduzione familiare che trasforma esclusivamente l'uva dei propri 15 ettari di vigneti. Lavorano con passione ma soprattutto con coraggio, e si vede dalla selezione etichetta bianca che ci riporta nella territorialità enologica della zona.

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Il Lambrusco di Sorbara è prodotto in una decina di comuni del modenese con almeno un minimo del 60 % di uve provenienti dal vitigno in questione. Per il restante 40 % è concesso utilizzare le uve del Lambrusco Salamino necessario per aggiustare un po' le caratteristiche organolettiche. Questo accade perché nel Sorbara l'acino ha difficoltà a svilupparsi e ciò si traduce in una vinificazione complicata e una produzione minore.

Inoltre, il mercato non sempre è disponibile verso vini particolarmente nervosi e dal carattere adolescenziale com'è, appunto, il Sorbara. Il Sorbara, tra i lambruschi del modenese è quello che solitamente si presenta con un colore poco intenso e con profumazioni fruttate attraversate da sfumature di violetta che fanno onore al suo soprannome: il Lambrusco della viola.

Se ci caliamo nella storia del territorio modenese, il lambrusco della Cantina Paltrinieri - www.cantinapaltrinieri.it - è degno di soddisfazione, se poi se ne calcola anche il prezzo, beh allora meglio acquistare qualche bottiglia e berlo quotidianamente.

Lambrusco di Sorbara 2005 - etichetta bianca -
Sorbara in purezza 100%
11%


Rosso rubino di poca concentrazione, molto caratteristico con un piacevole perlage. Al naso è di buona franchezza, d'intensità e persistenza molto buona. Mostra un piacevole intreccio fruttato e floreale con un accento un po' pepato.

Al palato è franco di buona intensità e persistenza dove porta un finale di piccoli frutti a bacca nera assieme a sfumature verdi. E' sicuramente un vino fresco e dal tannino croccante.

La sua caratteristica è una vivace freschezza che ben esprime dando vita ad un vino di territorio: docile al palato ma nervoso di carattere così come deve essere un vero Sorbara.

Il lambrusco etichetta bianca della cantina Paltrinieri è un Sorbara vero, si nota fin dai primi momenti dal colore, dalle profumazioni allegre e ruffiane e dalla freschezza del palato arricchito dalla finezza della bollicine: fini e ben serrate tra loro.

Seguono alcuni dei sentori riconosciuti nel vino: fragola, ciliegia, mela cotogna, note di zucchero di canna, more, lamponi, note verdi, mandorle fresche, iris, ribes rosso, foglia di fico, erbe aromatiche, note di miele di castagno e note agrumate.

Abbinamenti: adatto per un aperitivo e finger food, insalate elaborate, varie preparazioni di pizza, affettati, formaggi semimorbidi vacca o misto vacca, paste con condimenti a base carne ma non troppo elaborate, carni bianche lavorate anche con aromi, carni rosse leggere, anguilla, grigliate di pesce azzurro, pesce spada e tonno.

Vinificazione: Macerazione con contatto delle bucce per due giorni, fermentazione alcolica, rifermentazione in vasche termocondizionate.

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro

Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

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