21.02.2006 | Cultura e Tradizioni

In una sola goccia un milione di anni...

“In una sola goccia un milione di anni di sole”: così “raccontava” il pisco il poeta Pablo Neruda. Il pisco nasce ai tempi della colonizzazione spagnola, con la trasmissione agli indigeni delle uve e delle conoscenze sul processo di distillazione. Sulle origini della parola pisco ci sono opinioni discordanti...

Secondo alcuni deriva dal termine aborigeno pisqo, riferito al pajaro volador (un volatile): una metafora per descrivere gli effetti della bevanda su chi ne abusava. Secondo altri deriva da pisquillo, il contenitore di cuoio dove si poneva il distillato. Di fatto attorno al secolo XIX la parola pisco definiva el aguardiente della naturale zona “pisquera” cilena.

Questo prodotto della distillazione di uve aromatiche (moscateles rosadas, moscateles de Asturias e moscateles de Alejandria) trova vita in uno dei posti più secchi del mondo, a sud del deserto di Atacama, nelle valli di Copiapo, Huasco, Limare, Elqui e Choapa, in Cile. Piccoli fiumi che nascono dalle Ande bagnano e modellano queste valli, formate da terreni impervi, dove il sole è presente 300 giorni all’anno, imprimendo alle uve che lì si coltivano aromi e sapori particolari.

A questa zona, chiamata III e IV regione, è stata riconosciuta definitivamente la denominazione d’origine il 15 maggio 1931 (anche se il pisco appare già in un decreto del 1916). Le uve, una volta raggiunto il giusto grado zuccherino, sono raccolte e fermentate: il vino ottenuto è distillato in alambicchi di tipo discontinuo per poi riposare in differenti botti di quercia americana e raulì (una quercia tipica del Cile), dove, senza alterare la caratteristica aromatica primaria, si trasformerà rendendosi più soave al gusto.

In genere il pisco è imbottigliato e messo in commercio con differenti gradazioni: 30, 32 e 33 gradi per il tradicional; 36 per il tipo especial; 40 per il reservado; 43, 46 e 50 per il gran pisco.

L’aspetto deve essere trasparente e brillante o leggermente ambrato quando effettua un passaggio in botte, anche se il colore ambrato non è condizione necessaria per qualificare il prodotto. Tra le marche cilene di qualità troviamo, nelle varie gradazioni, il Pisco Capel, il Pisco Control, il Pisco Bauzà, ed il Pisco Tres Cruces.

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro

Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

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