15.05.2003 | Vino e dintorni

Le Uve e i Profumi della Rioja

Un nuovo articolo di Fabio Magnani sui vini della Rioja, considerati come i migliori prodotti dalla vicina Spagna che, ultimamente, si sta distinguendo sempre più nella produzione dei vini di qualità. Fabio Magnani sommelier, giornalista e appassionato ricercatore di cultura enoica, ci parla delle uve e dei profumi della Rioja.

LE UVE
 

Viura: è la classica uva bianca utilizzata per i vini destinati alla barrique e ai periodi di invecchiamento più o meno lunghi.

In Rioja è chiamata anche Macabeo. I vini prodotti con questa uva, hanno un caratteristico profumo di mela.
 

Malvasia de Rioja: Coltivata principalmente nella Rioja alta, dove è conosciuta anche con il nome di Riojal.

I suoi aromi presentano tonalità erbacee con, a volte, leggere sfumature che ricordano l’anice. Quando subisce delle vendemmie tardive conquista un sentore di miele piacevolissimo. È utilizzata principalmente per la produzione di vini spumanti.
 
Garnacha Blanca: Varietà poco coltivata, è usata soprattutto negli uvaggi assieme ad altre varietà. La sua presenza
nel vino si riconosce per le profumazioni che evocano le erbe aromatiche.
 
Tempranillo: Il fiore all’occhiello dell’enologia spagnola, è una varietà che rappresenta il 70 % di tutto il vigneto Riojano. I classici profumi di frutta rossa
(more, prugne, ribes), e non solo, l’accompagnano nel calice dove, invece, quando è ancora giovane, presenta uno spiccato profumo di violetta.
 
Garnacha Tinta: Ultimamente è meno presa in considerazione dai produttori Riojani, anche se, al momento della produzione, è un uva molto generosa.
I suoi aromi sono quelli del sottobosco e della frutta a polpa scura (ciliegia e prugna). Da problemi nel periodo della fioritura dopo i 25 anni d’età.
 
Mazuelo: molto coltivato nella Rioja Baja (bassa), dove dona ai vini sentori che ricordano i ribes e la mela cotogna.
Dire Mazuelo o Cariñena è in pratica la stessa cosa.
 
Graciano: Caratteristico vitigno della Rioja Baja dove produce vini di poco corpo, dalla spiccata acidità e dal
carattere nervoso. I profumi nei quali è facile riconoscerlo sono quelli che evocano il cuoio, le bacche verdi e lievi sentori di spezie.

 

I PROFUMI DELLA RIOJA

Il vino ci parla per mezzo dei profumi che lo compongono. È infatti attraverso i profumi (e non solo), che capiamo il carattere di ciò che beviamo.

Ogni luogo, terra, regione o stato che si voglia dona al vino effluvi, sensazioni ed emozioni sempre diverse.

Generalmente i profumi del vino sono classificati in questo modo: aromi primari, secondari e terziari. I primi sono specificamente legati alla tipologia aromatica delle uve stesse. Quelli secondari sono quei profumi che nascono con lo svolgersi della fermentazione. Gli ultimi, invece, derivano dall’evoluzione naturale delle fragranze che l’invecchiamento causa.

Andiamo a vedere quali emozioni sono racchiuse in un calice di vino Riojano.

Nei vini bianchi giovani e poco impegnativi, ottenuti dalla varietà Viura, è facile incontrare aromi che ricordano la mela ed i fiori bianchi che si uniscono a tonalità erbacee (fieno in particolare).

Sfumature di sentori che ricordano le spezie dolci come la vaniglia assieme a ricordi di cannella e altro ancora, li incontriamo nei bianchi passati in barrique: i più adatti all’invecchiamento, purché modesto. I vini rossi, quando giovani o di moderato invecchiamento, si distinguono per spiccati aromi di more apportati soprattutto dalle uve del Tempranillo.

I profumi di ribes in questi vini li troviamo quando c’è l’apporto della Garnacha e/o della Cariñena: tendono comunque a sparire o ad evoluzionarsi con l’invecchiamento.

Eleganti ricordi di ribes li sentiremo nei vini ottenuti da uve Tempranillo ben mature e provenienti dalla parte più fresca della Rioja Alta. Odori di frutta del sottobosco con sentori di carbone e sfumature di zolfo li noteremo in quei vini prodotti dalla macerazione carbonica: quando i sentori di zolfo sono intensi e persistenti siamo di fronte ad un difetto del vino stesso.

Nei rossi di medio invecchiamento sono presenti sentori di vaniglia (tipico della rovere americana). A questo sentore è legato quello della cannella che però si presenta più chiaramente dopo un po’ di permanenza del vino in bottiglia.
Nelle etichette che portano la dicitura “Tinto Reserva” è facile trovare raffinati aromi che ricordano i chiodi di garofano e reminiscenze di cannella ormai dimentica della vaniglia.

In un “Reserva” che si rispetti non deve mancare l’inconfondibile aroma di confettura indice di un buon invecchiamento. Odori che ricordano il cuoio e la noce moscata sono facili da sentire in quei vini rossi denominati “Gran Reserva”: ovvero in quei vini dove gli aromi terziari sono segno di un invecchiamento di grande qualità.
 

Fabio Magnani, autore del libro
Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini

Edizioni Delmònt,
Ravenna Marzo 2002

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