13.12.2005 | Cultura e Tradizioni

Le proprietà alimentari della regina dei tuberi

La patata è uno degli alimenti più consumati e, allo stesso tempo, uno dei più coltivati al mondo. Le sue origini risalgono al 3000 a.C quando gli Incas la chiamavano "papa". Era sfruttata dalle tribù sud Americane e, a seconda del modo in cui era consumata, cotta, essiccata o semplicemente fresca, le attribuivano nomi diversi. l'Europa, conobbe questo tubero solo attorno al 1600, periodo in cui Francisco Pizzarro arrivò in Perù in cerca di materiali preziosi.

Attraverso il conquistatore spagnolo, la patata arrivo prima in Spagna dove, col tempo, assunse il nome di "batata", per poi diffondersi negli altri stati Europei quali Francia, Belgio, Germania, Svizzera ed Italia, ma non nell'attuale Inghilterra dove, invece, arrivò grazie a Francis Drake che una volta giunto dal nuovo mondo nelle isole britanniche, decise di dividere, per salvare i preziosi da un eventuale saccheggio dei suoi stessi coloni, parte del carico di patate con l'equipaggio oramai stremato dal lungo viaggio. Dalle isole di sua maestà la patata arrivò in Irlanda dove, oltre ad aver trovato un terreno particolarmente fertile, salvò la popolazione afflitta da anni di carestia.

Fin dai tempi antichi questo alimento godeva di considerazione grazie alle proprietà che oggi definiremmo nutrizionali e curative. In Italia, infatti, si credeva che la polpa cotta posta su una ferita avesse il potere di guarire il malcapitato. Lo stesso Papa Pio IV era convinto di tali teorie, soprattutto dopo che egli stesso fu guarito da una grave malattia con una cura a base di patate, al punto tale che promosse le prime vere colture mirate a diffondere maggiormente il vegetale in tutta la penisola. Da Papa Pio IV ad oggi, la patata si è ritagliata un ruolo importante nell'alimentazione umana al punto tale che troviamo nazioni conosciute proprio per essere grossi consumatori dell'amato tubero: è il caso di Germania, Russia e Polonia seguite da Olanda, Cipro ed Irlanda. La media mondiale di consumo pro capite, secondo i dati statistici più accreditati, si aggira attorno ai 100 chili a testa.

Il consumo di patate porta notevoli benefici alla salute grazie ai contenuti di vitamina C, ferro, potassio e vitamine del gruppo B. Questi nutrienti sono concentrati maggiormente nella buccia, per questo si consiglia di lavarle e pulirle bene prima della cottura ma non di togliere la buccia che, nel caso di patate novelle, può essere tranquillamente mangiata ad ulteriore beneficio del nostro organismo. Meglio consumarle fresche evitando quelle verdi o coi germogli perché potrebbero, in questo caso, contenere alcaloidi nocivi per la salute.

Le varietà di patate nel mondo sono circa 3000 anche se la somma di quelle più coltivate corrisponde a cento tipologie differenti. Tra le più utilizzate in cucina, invece, troviamo la cosiddetta patata Bianca Dolce ideale fritta o bollita; la Re Riccardo, grande morbida e polposa di colore giallo; la Desiree riconoscibile per la buccia rosa e perfetta per i purè o al forno; le Pifferaio Maris, splendide bollite o fritte e la Igname adatta per la preparazione di torte come di soufflé o arrostite.

Tra le novelle, le più diffuse sono le Charlotte, ideale se consumate bollite o col burro fuso e le novelle di Cipro, famose perché non adatte ai purè ma meglio se bollite o addirittura sbucciate e mangiate fresche. Certo è che la patate in cucina , al di là della sue varietà, si prestano a piatti di ogni genere grazie alla sua capacità di assorbire i sapori e l'adattamento che ha per ogni tipo di cottura.

Le patate in cucina possono essere un vero e proprio toccasana, non solo per la salute, ma anche per la mente in quanto la sua versatilità ci permette di scatenare la nostra creatività per un completo appagamento della mente, anche in cucina!

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro

Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

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