02.03.2006 | Cultura e Tradizioni

Sia lode al cacao, bevanda degli Dei

Dietro un alimento come il cioccolato esiste una lunga storia, che si intreccia con leggende, modi di vita e questioni economiche. Fu la cultura azteca a dare inizio alla coltivazione del cacao; La coltivazione era legata alla leggenda di Quetzalcoatl, dio dell’abbondanza e giardiniere del paradiso, che regalò agli uomini l’albero del cacao, il quale avrebbe dato potere e vigore a chiunque ne avrebbe fatto uso.

Per gli Aztechi, il cacao era così sacro che non solo lo usavano come alimento, ma anche come moneta di scambio.

Questa storia ebbe un’importanza decisiva nella denominazione di questa pianta chiamata, appunto, dal 1720, “Teobroma Cacao”, alimento degli dèi. Il 1519, era secondo gli Aztechi, l’anno del ritorno alla terra di Quetzalcoatl, caso volle che nello stesso periodo arrivò in Messico lo spagnolo Hernan Cortes.


Nel vederlo, avvolto nella rilucente armatura e con l’enorme seguito di navi e uomini, gli indigeni lo presero per il dio tanto atteso e, tra i vari regali destinati ad un dio, il conquistador trovò anche il cacao contenuto in vasi d’oro. Nel 1527, in Spagna arrivò il primo carico di cacao: la corte spagnola si rese conto che aggiungendo zucchero, si poteva ottenere una bevanda deliziosa. Dalla penisola iberica, il nuovo nettare comincia a diffondersi nei vari paesi del continente europeo.

E fu così che la “bevanda degli dèi”, divenne la “bevanda dei re”… Col tempo il suo consumo si diffonde tra le varie classi nobiliari, ma solo dopo due secoli diventa un prodotto di massa. Il cioccolato in tavoletta è un’invenzione più moderna: ci troviamo, infatti, nel XIX secolo quando il consumo di “pastiglie” di cioccolato diventa una moda.

L’egemonia di questo prodotto comincia, invece, nel 1875, quando lo svizzero Daniel Peter mescolò, per la prima volta, il latte al cacao.


È comunque un fatto appurato che la tradizione cioccolatiera rimane quella catalana
. Oggi, non possiamo considerare il cioccolato esclusivamente una golosità: è un alimento, infatti, dal grande valore energetico, che apporta benefici sia fisici, sia psicologici; contiene minerali (fosforo, calcio e ferro), vitamine e antiossidanti naturali. In quanto a calorie, 20 grammi di cioccolato equivalgono allo stesso contenuto calorico di uno yogurt naturale zuccherato.

Un dilemma (comunque sempre piacevole) degli appassionati di vino è quello dell’abbinamento. Il sapore marcatamente dolce e amaro del cioccolato ed il suo “tessuto” grasso e pastoso gli conferisce un carattere molto forte, poco aperto al matrimonio con la maggior parte dei vini.


Al di là delle solite combinazione da “manuale”, si potrebbe sperimentare una nuova emozione con un Pedroximénez invecchiato, vino che raccoglie in se una componente dolce e allo stesso tempo amarognola; oppure provare la liquorosità di uno Olorosos, che può diluire la pastosità del cioccolato e allo stesso tempo evidenziarne gli aromi con i suoi profumi provenienti dal lungo invecchiamento.

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro

Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

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