07.12.2006 | Vino e dintorni

Solo chi sa soffrire può permettersi di osare: Degustazione vini Marco Felluga

Una dinastia di viticoltori che cominciano la loro storia cento anni fa, in Istria, loro terra d'origine. Di generazione in generazione la famiglia Felluga ha dimostrato amore per la propria terra che ha valorizzato con la forza del lavoro quotidiano fin dal 1905, quando il capostipite Marco, decise di avviare l'attività che passerà al figlio Giovanni attorno al 1920.

Dei successivi sette figli di Giovanni, il penultimo, che porta il nome del nonno Marco, si deve, quasi ad onor del nome, il successivo sviluppo innovativo che ha portato l'azienda di famiglia a raggiungere i livelli che oggi conosciamo e allo sviluppo di altre tre aziende - Russiz superiore, Castello di Buttrio, San Nicolò a Pisignano -, condotte con stile attento e dinamico.

Di seguito una serie di assaggi di tre delle quattro aziende della famiglia Felluga.

A proposito… che dire dell'odierno Marco Felluga se non bravo per l'emozione che ci dona con le sue etichette. Mi è capitato di leggere recensioni o sentire opinioni di qualche esperto o sedicente tale che definiva questi vini in modo, a mio parere, improprio - tanto per usare un eufemismo -, molto probabilmente per attirare attenzione su di sé a scapito del lavoro degli altri. Rispondo dicendo di farsi avanti se in grado di far meglio.

Magari così si renderanno conto di cosa vuol dire rischiare tutti i giorni nel tentativo di fare un prodotto valido e che porti nel calice tutta la passione, la fatica, le paure e le gioie di un secolo di storia, di tentativi ed esperimenti costati notti insonni. Solo chi sa soffrire può permettersi di osare. Non è mia intenzione prendere le difese di nessuno, sia chiaro, Marco Felluga nemmeno lo conosco e tanto meno posso dire di conoscere bene l'azienda o il resto dei suoi prodotti. Difendo solo il lavoro di chi rischia nel tentativo di donarci nuove emozioni.

€ 40,00

€ 25,00

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Marco Felluga
Molamatta 2005

Tocai Friulano, Ribolla Gialla e Pinot Bianco.
Doc Collio.
Grado alcolico: 13%

Giallo paglierino con leggere sfumature verdognole di ottima trasparenza e brillantezza. Al naso gli aromi mostrano delicatezza ed armonia. L'intreccio fiori, frutta e note verdi muschiate lo rendono intrigante. In bocca è di buon corpo, ancora adolescente, di buona intensità e ottima persistenza. La componente acida e sapida prevale sulla componente morbida.

Il risultato finale è allegria per il palato che gode ad ogni sorso di un vino dal carattere gioioso ma dal futuro elegante e raffinato, in grado di stuzzicarti perfino col ricordo aromatico di frutta e sale grezzo. Al palato c'è tutto quello che si percepisce ed intuisce al naso e tutto quello che ci si potrebbe aspettare se non si ha fretta di giudicarlo.

Seguono alcuni dei sentori riconosciuti nel vino: Mela gialla, mela verde, pera, pesca bianca, uva spina, ricordi tropicali con punte agrumate, rosa bianca, biancospino, gelsomino, note minerali, timo, rosmarino, noce, felce, litchi, albicocca, affumicato leggero, legna verde, erba bruciata.

Ideale per un aperitivo impegnativo, per il finger food, piatti base pesce, uova, affettati semplici e carni bianche.

Vinificazione: le uve raccolte nel periodo compreso tra la metà di settembre ed i primi di ottobre a seconda dei diversi livelli di maturazione, subiscono una leggera pressatura. Il mosto ottenuto dalle uve di Pinot Bianco viene posto a fermentare in piccole botti di rovere, quello ottenuto dalle altre varietà viene posto a fermentare in contenitori di acciaio. Segue un periodo di affinamento in bottiglia.

Russiz Superiore
Collio bianco Disore 2004

Tocai Friulano e Ribolla Gialla, Pinot Bianco, Sauvignon
Doc Collio.
Grado alcolico: 13%

Giallo paglierino, brillante, ottima trasparenza e
concentrazione di colore.

Al naso mostra intensità e persistenza. Molto piacevole l'equilibrio aromatico tra sensazioni fruttate, floreali e speziate in cui si notano cenni minerali e note verdi bruciate. Non mancano neppure guizzi di polpa bianca un po' pepata e dalle tonalità piacevolmente muschiate.

In bocca è compatto di buona intensità e persistenza. Piacevole il rapporto tra freschezza e morbidezza. Quest'ultima regge bene un acidità evidente ma carezzevole e dalla vena sapida. Ottima l'armonia complessiva, che delinea un vino con un carattere ben preciso, senza sbavature di sorta. L'intreccio aromatico al palato ricorda frutta e fiori a cui si legano sensazioni verdi. Il finale seduce giacché termina con sensazioni di frutta e mandorle salate.

E' un vino che merita le attenzioni dell'appassionato perché i profumi al naso come gli aromi in bocca danno modo di scoprire sensazioni olfattive sempre nuove.

Mostra una certa eleganza al naso come in bocca senza esagerazioni che porterebbero a stancare, al contrario richiama un nuovo sorso, cosa più importante per un vino.

Seguono alcuni dei sentori riconosciuti nel vino: Banana, pera, pesca, fiori di campo, rosa bianca, note iodate, ananas, mela gialla, mango, litchi, ortica, biancospino, erba luigia, pepe bianco, cenere, affumicato leggero, legno di cedro, salvia, tiglio, burro fresco, timo, lievito e nota minerale.

Non teme confronti azzardati con piatti di carne più o meno elaborata, zuppe, pesce e alcune tipologie di formaggio.

Vinificazione: dopo la raccolta le uve vengono separate dal raspo e subiscono una macerazione a freddo, quindi una lieve pressatura che consente la separazione del mosto dalle bucce. La fermentazione avviene in grandi tini di legno e dopo dodici mesi di affinamento rimane a riposo in bottiglia per circa un anno.

Castello di Buttrio
Tocai Friulano 2005

Tocai Friulano 100%.
Doc Colli Orientali del Friuli.
Grado alcolico: 13%

Colore giallo paglierino con riflessi dorati, brillante e di ottima trasparenza. Il colore trasmette una sensazione di forza, di pienezza e completezza.

Al naso apre con una sensazione dolce e fruttata intrecciata a sentori floreali vicino al tiglio e l'acacia. Le profumazioni sono ben fuse tra loro, con guizzi speziati di vaniglia, legno di cedro con punte di affumicato leggero avvolte da una sensazione minerale quasi salina…piacevole.

In bocca è caldo, avvolgente, di corpo, attraversato da una vena amarognola ben delineata.

E' intenso e persistente e l'equilibrio tra freschezza e morbidezza è piacevole; complesso, con una dominante fresca - acida -, e minerale - sapida -. Il finale è lungo e si divide tra sensazioni fruttate, floreali mescolate ad una vena piacevolmente amarognola che rimane assieme ad un sentore di pera che pare non lasciarti mai.

Seguono alcuni dei sentori riconosciuti nel vino: mela golden, pera, banana, buccia di pompelmo, litchi, pesca, timo, rosmarino, salvia, erbe di campo, mandorla, lievito, legno di cedro, note affumicate, noce, foglia di fico, sfumature di cannella e chiodi di garofano.

Da tutto pasto, con piatti di pasta condita sia con carne - manzo, vitello, maiale -, sia con pesce; Carni bianche importanti come faraona o fagiano. Piatti a base pesce anche di valle: regge bene anche l'anguilla in graticola. Da soddisfazione anche con formaggi misto vacca a pasta morbida e affettati semplici.

Vinificazione: dopo la raccolta le uve vengono separate dal raspo, subiscono una macerazione a freddo, quindi una lieve pressatura che consente la separazione del succo dalle bucce. Il 15% del mosto viene posto a fermentare in carati di rovere, il restante in vasche d'acciaio.

Il vino ottenuto viene lasciato affinare per circa otto mesi prima dell'imbottigliamento.

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro

Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

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