20.10.2006 | Vino e dintorni

Vin Novello

Nella zona del beaujolais, in Francia, un problema assillava i viticoltori dell'immediato secondo dopoguerra. Questi, infatti, si trovarono con una grande quantità di uve Gamay in eccedenza senza sapere cosa farsene. L'idea di creare un vino fresco, leggero, fruttato e dal coinvolgimento aromatico immediato si dimostrò, da lì a poco, un vero e proprio successo: nasceva così il Beaujolais Nouveau.

Ai francesi va il merito di aver creato dal nulla una nuova "stella" nel firmamento del vino compiendo, ante litteram, un'abile operazione di marketing che ha innescato una nuova tendenza nelle menti dei consumatori. Il terzo giovedì di novembre, in Francia, si assiste al momento del deblocage della prima bottiglia di novello che si svolge in diverse piazze del paese. Gli occhi sono puntati sul palco dove qualche notorietà del luogo, coinvolge il pubblico astante in un conto alla rovescia che porterà il delizioso nettare nei loro calici al grido di le Beaujolais Nouveau est arrivé!. Gadget d'ogni tipo, libri, grembiuli, levatappi, magliette, video informativi, cappellini e, perfino, i palloncini dei bambini riportano alla festa che attende il Beaujolais Nouveau a novembre.

In Francia il novello è vissuto con gioiosa serietà giacché si tratta di vino francese e il noto snobismo d'oltre alpe, in questo caso, va a farsi benedire perché riservato a tutto ciò che francese non è. Se vi azzarderete a parlare di novello "…voi che siete Italiani e che nulla avete inventato in fatto di vino ma solo imparato dai francesi…", vi risponderanno che non sanno cosa sia perché loro, ovviamente, bevono solo il loro Beaujolais Nouveau.

E' anche su questo la Francia insegna. Pure in Italia abbiamo il nostro "Beaujolais", il nostro vino nuovo che molti snobbano perché definito un"non vino". Nato come risposta commerciale al novello francese il nostro "Nouveau" che esce furbescamente il 6 novembre, è vissuto in modo anomalo da molti consumatori che, condizionati dagli esperti del vino, avviliscono il momento piacevole dei primi profumi dell'autunno nascosti in un calice; e la fiera del vino novello che si svolge a Vicenza il 5 novembre di ogni anno a cosa serve? Perché da noi non si può vivere questo momento con la semplicità, ma anche l'importanza, che troviamo in Francia? Forse perché quest'evento è circondato da gioia e non dalla solita pomposa e supponente austerità che molti manifestano quando si avvicinano ad un calice di vino? Non saprei, ma dispiace notare come alcuni produttori vivono questo vino come una seccatura anziché come una festa, d'altronde da noi il novello si è affermato in passato perché permetteva di fare cassa velocemente.

Lo si è venduto finché la gente tracannava e allora perché perdere tempo a creare un evento, una moda, uno stile o, molto più semplicemente, un abitudine che tra l'altro poteva avvicinare al vino anche gli astemi perché si sà, nessuno resiste allo spensierato aroma del simpatico novello. Oggi ci ritroviamo con questa seccatura di novembre dove nessuno ha più voglia di parlarne figurati di berlo, mentre i produttori "costretti" ad onorare questo impegno fanno solo il numero di bottiglie che vien loro richiesto perché il mercato per questa tipologia di vino è scemato a livelli minimali.

In Francia, invece, continuano a bere e, soprattutto, a vendere e, ancora meglio, a divertirsi mentre lo bevono e lo vendono; il loro mercato non è calato, anzi, è aumentato giacché lo esportano in tutto il mondo, e se una volta le uve del Gamay erano in eccedenza oggi non sanno dove andarle a prendere per far fronte alla richiesta.

E mentre noi col sorriso sulle labbra ci credevamo furbi perché stappavamo il novello in netto anticipo su tutti, gli altri, quelli davvero furbi, creavano un blasone, preparavano il pubblico, plasmavano il loro mercato risultato: secondo studi di settore pare che, anche in Italia, il consumatore disprezzi il novello ma ami il Beaujolais Nouveau. Eh sì, la Francia insegna.

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro

Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

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