22.04.2003 | Cultura e Tradizioni

Il Prosciutto, alla conquista degli Stati Uniti e del Mondo

Nel 2001 sono stati esportati negli Stati Uniti prosciutti per un valore di 24,3 milioni di Euro, su un totale esportato pari a 348 milioni. Nel 2002 le esportazioni sono scese a 22,8 milioni di euro su un totale di 331 milioni, a causa soprattutto di problemi sanitari. Ma gli USA sono il terzo mercato di esportazione dei prosciutti...

Usa quale terzo mercato di esportazione (soprattutto Parma, ma anche San Daniele), dopo Francia e Germania, e con il consolidamento delle relazioni riguardanti la sicurezza alimentare, superata nel 2002 una seria crisi, il trend esportativo è in crescita.

Grazie al prosciutto si è instaurato un rapporto esclusivo e sinergico tra i servizi food safety americani e italiani. Ciò rappresenta un modello esportabile in Europa e non solo. Sono le considerazioni espresse dal dott. Franco Regini nella conferenza “Il Prosciutto: un protagonista nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Italia” organizzata dall’Accademia Nazionale di Agricoltura a Bologna.

Ma il prosciutto, fiore all’ occhiello del made in Italy, è stato anzitutto il prodotto che ha aperto la via alle esportazioni italiane di carne negli USA. Non solo, questa sua prerogativa, gli ha spianato la strada anche verso altri mercati, per i quali il “visto USA” rappresenta una garanzia, in molti casi già di per sé sufficiente a superare procedure spesso macchinose e costose. Ha creato una breccia nel rigido regime igienico sanitario americano, che prima lo riteneva un prodotto crudo, praticamente “unedible”, cioè non commestibile, e potenziale veicolo di malattie sia per l’uomo che per gli animali.

Nella storia del commercio mondiale dei prodotti agricoli e alimentari, infatti, le restrizioni sanitarie hanno notoriamente rappresentato il mezzo migliore per applicare politiche protezionistiche, le cosiddette barriere non tariffarie.

I fattori che stanno alla base di questo fenomeno sono oggi soprattutto di carattere più propriamente igienico sanitario e ambientale: impedire la diffusione di infestanti e patogeni animali e vegetali, emergenze sanitarie (ultima quella della BSE), dispute internazionali (ormoni della crescita e OGM), normative non equivalenti.

Al fine di superare questi ostacoli sono stati stipulati accordi e creati organismi volti a stabilire regole valide internazionalmente. Ad esempio il Codex Alimentarius , la raccolta degli standards internazionali in materia agro-alimentare, l’OIE, l’ organizzazione internazionale della sanità animale, la Convenzione Internazionale della FAO per la Protezione Vegetale ecc. Anche le Aree di Libero Scambio, come il NAFTA, il MERCOSUR e la stessa Unione Europea, nonché l’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO), contribuiscono sostanzialmente a superare le divergenze in campo sanitario. L’Unione Europea ha perfino recentemente istituito un’Autorità per la Sicurezza Alimentare al fine di armonizzare la materia all’interno del suo territorio.

Dal 1997, per esempio, i prodotti vegetali che entrano in un qualsiasi paese dell’ UE ricevono un cosiddetto “passaporto “, col quale possono circolare in tutta l’Unione. Infine esistono gli Accordi di Equivalenza, con i quali due o più paesi riconoscono reciprocamente le proprie normative. E il prosciutto è probabilmente il prodotto che meglio in Europa cerca di interpretare l’ Accordo di Equivalenza Veterinaria, che esiste tra Stati Uniti e UE.

L’esperienza del prosciutto ha permesso anche agli stabilimenti italiani che esportano negli USA e più in generale al sistema veterinario e d’igiene alimentare italiano nel suo complesso di anticipare un esigenza di rinnovamento del tradizionale sistema di ispezione delle carni, da più parti considerato inadeguato perché non affronta i principali rischi, in particolare quelli relativi ai microrganismi patogeni.

Tale processo di rinnovamento introdurrà alcune significative innovazioni:

- misure igieniche sull’intera filiera, dall’allevamento al prodotto finito;
- l’HACCP , e cioè l’analisi dei rischi e i punti di controllo.
- modelli alternativi in merito alla gestione dell’ispezione post mortem;

La stessa Unione Europea nel frattempo si è attivata in questo processo.

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