Tra i piccoli
crostacei ve n’è uno che non accompagna gli scampi nei prelibati
cocktail di eleganti buffet, ma sarà sui banchi di sperimentazione
per le ricerca contro il cancro. Il suo nome scientifico è
Hippolyte inermis ed è un
gambero verde che vive nelle acque costiere del Mediterraneo.
Osservando il suo sviluppo sarà possibile individuare e annientare
le cellule cancerogene. Grazie a delle alghe di cui si nutre, il
gamberetto ha la capacità di distruggere selettivamente intere
colonie di cellule senza che questo comporti il minimo danno per il
suo organismo.
Secondo gli studi effettuati dai ricercatori le cellule cancerogene
sono quasi “spinte” al suicidio e questo fenomeno accade durante una
particolare fase della crescita quando il gambero subisce
un'inversione sessuale. L’obiettivo dei ricercatori è quello di
riuscire a dirigere questa capacità verso target diversi per
distruggere a scopo medico linee cellulari selettive come quelle del
cancro o dell'Alzheimer.
Il progetto, battezzato Pharmapox
e finanziato con 600.000 euro della Comunità Europea, è coordinato
dalla Stazione Zoologica "A.Dohrn" di
Napoli, sotto la responsabilità scientifica del dr.
Valerio Zupo del Laboratorio di
Ecologia del Benthos di Ischia, e coopera con l’Università di
farmacologia di Barcellona, col Consiglio Superiore di Ricerche
Scientifiche spagnolo, con l’Istituto Nazionale per la Ricerca sul
Cancro di Genova e con l’Università Ben Gurion di Israele. Una
scoperta nata negli abissi partenopei che potrebbe trovare
un’importante soluzione che annienterebbe in parte il morbo del
nuovo millennio. Altro che gamberoni alla griglia!
Fonte:
CAMPANIASUWEB.IT |