26.02.2003 | Cultura e Tradizioni

Il vino di Alberto Sordi

"Nei miei film ho interpretato spesso la parte dell' 'mbriaco. Essere 'mbriachi e non sentirsi male vuol dire che il vino che si è bevuto è buono, il prodotto è sano e genuino." Così Alberto Sordi nel corso della scorsa edizione del Vinitaly di Verona (dove fu testimonial per la Regione Lazio) a chi gli chiedeva del suo rapporto con il vino.

"Il vino mi piace quando è fresco, adoro soprattutto i bianchi. Ne sgorgassero dalla Fontana di Trevi, al posto dell'acqua, starei sempre lì, a bere a garganella. Ho sempre amato il vino perché sono di una generazione che ha fatto la guerra, e il vino - in quegli anni - non mancava mai ......mancava tutto il resto." 

Poi le cose sono cambiate, Sordi è diventato famoso, ricco e qualcuno dice anche troppo parsimonioso "Durante le vacanze di Natale, nella mia casa di Roma, organizzavamo grandi feste. Invitavo tutto il cinema italiano, da Fellini a De Sica, da Rossellini alla Lollobrigida, la Loren, Silvana Mangano. Si mangiava seduti, non come ora, ai buffet, dove la gente si massacra.....Al centro di ogni tavolo mettevo una bottiglia di champagne francese, dal momento che avevo la nomea di essere tirchio, avaro". 

E ricordando i tempi passati, di quando aveva anche delle vigne nelle campagne vicino Velletri: "Producevano un vino adorabile, che spumava naturalmente. Talmente buono che a casa mia tutti volevano bere quel vino, e lasciavano lì le bottiglie di champagne".

Fonte: B@cco&T@bacco

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