17.01.2003 | Cultura e Tradizioni

Il vino fatto in casa, un patrimonio enologico da salvare

CARBONIA (CA). Il vino fatto in casa: una realtà da salvaguardare, fatta di piccoli produttori che soddisfano il proprio fabbisogno, contribuendo però al mantenimento delle terre coltivate a vite, al commercio delle uve e dei vini e alla diffusione di una cultura enologica che va perdendosi.

Un tema al centro dell'iniziativa di Slow Food e dell'assessorato comunale alle Attività produttive, cui collabora la Società umanitaria, articolata in due momenti. Oggi, alle ore 17.30, nella biblioteca comunale si terrà il convegno «Sulcis: un territorio e i suoi vini». «Si discuterà - spiega Ivo Palazzari, di Slow Food - delle realtà del territorio con gli addetti ai lavori, per un possibile sviluppo, anche in chiave turistica, delle nuove frontiere enologiche e dei risvolti ambientali in un territorio che, oggi, mostra tutti i limiti della politica industriale».

«Per noi - aggiunge Vittorio Macrì, assessore alle Attività produttive - un'occasione importante per ragionare sul futuro di un settore ancora da sviluppare, cui l'amministrazione comunale guarda con forte interesse, come dimostra la Fiera dei prodotti agro-alimentari che organizziamo ormai da anni». Domani, invece, sempre in biblioteca, alle ore 18, il concorso enologico "Su binu'e domu", rivolto ai micro-produttori che presenteranno i propri vini, esaltando quelle produzioni che a tutt'oggi mantengono viva la terra e la cultura rurale. Collaterale alla manifestazione enologica, una mostra fotografica, curata da Manolo Cossu: "La Sardegna a muri aperti", che presenterà 100 immagini su lastra di alluminio, formato 35 x 50, e 1000 diapositive, opera del francese Yves Barnoux, che ritraggono i murales dei paesi della Sardegna, alcuni dei quali ormai cancellati.

Fonte: La Nuova Sardegna

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