11.01.2002 | Vino e dintorni

Il vino quartese non è euroscettico

Sardegna. Il vino della cantina di Quartu non è euroscettico. Oltre che nel Nord Italia, vola in Svizzera, Olanda e Germania il quaranta per cento dei bianchi e dei rossi imbottigliati negli stabilimenti di via Marconi...

L’obiettivo è far conoscere Malvasia, Nasco e Moscato del Campidano in tutta Europa.
Sono in corso trattative per far crescere il giro d’affari, già a quota trecento milioni, tenendo però presente che oltre un certo tetto non si può andare. «Stiamo sostenendo, con i contributi in arrivo dalla Regione, i costi per l’adeguamento degli impianti», dice Gesuino Cocco, nuovo presidente della Cantina sociale: «Vogliamo connotare le produzioni più per la qualità che per la quantità. Mi sembra che i risultati ci stiano dando ragione».
Ottantamila bottiglie, con etichette stilizzate e tappi tutti rigorosamente in sughero, sono il primo biglietto di presentazione per Apassili (Nasco di Cagliari, Doc), Arenas (Vermentino di Sardegna Doc), Arjora (Rosato), Nuraghe Luas (Nuragus, Doc), Nuscara (Malvasia di Cagliari, Doc), Pascas (Moscato di Cagliari, Doc), Tuerra (Monica di Sardegna, Doc), Cannonau (doc). Tutti vini prodotti con l’uva conferita dai cento soci, che nel ’98, dopo un blocco dell’attività durato tre anni per via di una crisi che sembrava dover durare per sempre, hanno ripreso a far marciare la cantina. Una curiosità: i conferitori quartesi sono appena tre, anche se di un certo peso. «Evidentemente i produttori cittadini, quei pochi che ancora fanno dipendere il bilancio familiare dall’esito della vendemmia, preferiscono vendere in casa il loro vino», prosegue Cocco: «I conferitori principali arrivano da Mara, Settimo, Sinnai e Quartucciu».
In verità le gelate primaverili e la siccità estiva hanno fatto temere il peggio, ma nonostante le perdite di produzione il 2001 per la Cantina sociale si è chiuso positivamente. Le scorte dei doc, conservate nei silos da stagioni più fortunate, hanno permesso di colmare le perdite. Il raffronto fra i dati dell’annata appena andata in soffitta e il 2000 hanno fatto registrare un calo del trenta per cento: 3.500 gli ettolitri di vino prodotti, contro i 5.376 hanno portato in Cantina il segno meno.
Flessione consistente anche per i vini doc (Vermentino, Nasco, Monica, Malvasia, Moscato Nuragus), passati da una produzione di 380 ettolitri a 280 ettolitri. E a soffrire maggiormente sono stati i vini rossi, tra l’altro quelli più richiesti. A ravvivare un mercato che sembrava fiaccato da una vendemmia parzialmente compromessa è stata l’apertura a Stella di Mare di uno show room, che oltre al vino della Cantina mette in vetrina tutti i prodotti tipici sardi. «Abbiamo aderito al consorzio “Isola dei sapori” e l’operazione ci ha permesso di valorizzare ancora di più le nostre produzioni», spiega Lello Pili, ex presidente della cantina e oggi numero uno del consorzio che raggruppa diverse aziende agroalimentari dell’hinterland: «Con una spesa di 250 milioni, finanziati in parte dal Gal Monte Genis, siamo riusciti a ristrutturare lo show room che l’estate scorsa, il 15 luglio, ha aperto i battenti ed è stato letteralmente preso d’assalto dai turisti». Dell’“Isola dei sapori” fanno parte un’azienda di Villasalto che produce il pane “pistoccu”, un caseificio cagliaritano, un salumificio e un’impresa dolciaria di Maracalagonis e un oleificio di Dolianova. «Mancano ancora i riscontri sull’andamento delle vendite nello show room, operativo comunque tutto l’anno - conclude Pili -, ma dall’andamento estivo è presumibile un incremento delle vendite vicino al quaranta per cento».
Nel mese di ottobre del 2001 la Cantina sociale ha rinnovato il direttivo: Giustino Cocco è stato eletto presidente. Il suo vice è Antonio Pilleri. Consiglieri: Fabrizio Pedditzi, Mimmo Zedda, Lello Pili, Emilio Cocco, Agostino Scioni, Massimo Pisu e Giuseppe Farci. Ora l’obiettivo è il lancio dei vini prodotti in via Marconi sui mercati europei.

FONTE: Unione Sarda



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