03.09.2003 | Vino e dintorni

Impianto del vigneto

La propagazione della vite. La propaggine e la talea. Le varie tipologie di innesto. La propagazione della vite può avvenire per via sessuale, attraverso il seme, o per via asessuale o vegetativa. La riproduzione per seme è attuata essenzialmente per il miglioramento genetico. La moltiplicazione per via vegetativa è invece quella abitualmente usata per i nuovi vigneti.

Tra le tecniche di propagazione asessuata più usate la più nota è la propaggine semplice che consiste nell'inclinare fin sottoterra un tralcio di vite e facendolo sporgere all'esterno almeno per una gemma: sul tralcio interrato spunteranno le radici e dopo un paio d'anni si reciderà il tralcio dalla pianta "madre" avendo così un nuovo individuo. La propaggine può anche essere "a serpentone" interrando e sporgendo lo stesso tralcio più volte. 

La talea, invece, è un qualunque frammento di pianta di vite che alle opportune condizioni è in grado di dare origine ad una nuova pianta. Se per "creare" una talea si usa un tralcio di un anno si ha una talea ordinaria; se alla base del tralcio di una anno si lascia un tratto di tralcio di due anni si ha il magliuolo ( che ha più sostanze di riserva). 

L'innesto ha le caratteristiche della propagazione vegetativa e nel tempo ha assunto progressivamente maggiore importanza, soprattutto quando, nella seconda metà dell'1800, giunsero in Europa i grandi mali della vite: Oidio, Peronospora e soprattutto Fillossera: proprio per quest'ultima l'utilizzo di viti di origine americana in qualità di portinnesto ( quali Vitis rupestris, Vitis riparia e Vitis Berlandieri) si diffuse a causa della resistenza al parassita da parte di opportuni incroci ottenuti tra le specie d'oltreoceano: in questo modo la parte ipogea ( sottoterra) restò resistente agli attacchi mentre la parte epigea (all'aria), rimase caratteristica della specie europea utile per dare frutti da trasformare in vino; ancora oggi si segue quest'impostazione.

Altre ragioni esistevano anche prima dell'arrivo della fillossera per l'utilizzo dell'innesto, impiegato per ringiovanire vecchi ceppi, diffondere qualche nuova varietà, cambiare rapidamente i vitigni senza dover rifare tutto il vigneto. Tecnicamente l'innesto è la concrescenza di una gemma sopra un ramo di un altro individuo e le due parti aderenti si uniscono e crescono insieme. L'innesto può essere tra organi ancora erbacei oppure tra organi già lignificati e si avranno quindi gli innesti legnosi.

Gli innesti erbacei hanno potenzialmente caratteristiche migliori in quanto i tessuti giovani si saldano meglio tra loro ma possono essere effettuati in un periodo limitato (maggio-giugno) e devono essere eseguiti in generale nello stesso giorno in cui la marza, cioè la parte della pianta che porterà i frutti, viene procurata: la maggiore diffusione degli innesti legnosi fa capire come le difficoltà sopra esposte siano difficilmente superabili.

Esistono quindi varie tipologie di innesto anche in funzione del periodo di esecuzione e l'innesto può avvenire "in pieno campo" o "al tavolo": per esempio, innesti tipicamente estivi, in campo, sono la maiorchina, il chip-budding e lo spacco laterale: l'innesto alla maiorchina viene effettuato a gemma dormiente provocando un piccolo incastro nel fusto ove viene sistemata la gemma che è stata prelevata dalla marza con un po' di legno. Tra gli innesti cosiddetti inglesi ha una certa rilevanza solo l'innesto a doppio taglio ove marza e portinnesto sono d'identico diametro, entrambi tagliati a becco di clarino, con la stessa inclinazione: se l'innesto è ben fatto non c'è necessità di legatura. Gli innesti al tavolo si possono eseguire a mano con il doppio spacco inglese (a costi proibitivi per la mano d'opera), si ottengono buoni risultati anche con l'innesto a omega effettuato a macchina : il periodo di esecuzione è nei mesi di febbraio- marzo e con questa tecnica viene praticato un taglio a forma dell'ultima lettera dell'alfabeto greco. 

Il sovrainnesto o reinnesto della vite ha una storia molto antica e lo scopo di cambiare la varietà in tempi brevi senza estirpare e ripiantare il vigneto: si può operare un innesto a spacco sulla barbatella oppure si può effettuare il chip-budding, un innesto a gemma fatto nel periodo del germogliamento con la variante T-bud, qualora venga eseguito a cavallo della fioritura e con una particolare incisione: la gemma, prelevata in inverno e conservata in frigorifero, viene inserita con un taglio a scalpello o a T.

 

Paolo d'Abramo
Responsabile scientifico
Enologia e Viticoltura 

VINit.net
dabramo@vinit.net

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