L"L'enologia
romagnola piange uno dei massimi esponenti ed interpreti della sua
rinascita qualitativa. Nella nottata di mercoledì 5 aprile, all'età
di 59 anni, è deceduto il grande produttore vitivinicolo Stefano
Ferrucci, stroncato da una malattia.Già vice presidente dal 1988
dell'Ente Tutela Vini di Romagna dal 1998, Ferrucci ricopriva anche
la carica di vice presidente dell'Enoteca Regionale di Dozza. Una
vita passata appassionatamente tra la cantina e la vigna che lo
avevano reso alfiere dei prodotti enologici di questa terra.
L'Azienda Agricola Ferrucci nasce nel 1932 e da allora è condotta
ancora oggi dalla famiglia con vigneti, tutti di proprietà, che si
estendono per circa 15 ettari. La cantina, situata tra
Castelbolognese Riolo Terme, è modernamente attrezzata e ricavata in
una costruzione di epoca romana che la voce popolare vuole fosse una
stalla di cambio dei cavalli fatta costruire da Caio Gracco (gens
Caia).
E proprio qui, Stefano Ferrucci ha introdotto tra gli anni '70 ed
'80 nuove e moderne metodologie affermandosi come pioniere della
nuova viticoltura romagnola che negli ultimi vent'anni ha guadagnato
mercati in Italia e all'estero, insieme ad apprezzamenti e
riconoscimenti.Tra i diversi impegni in ambito vinicolo Ferrucci è
stato impegnato in prima persona nella promozione dell'immagine
dell'Ente di Tutela e dei vini romagnoli con iniziative
pubblicistiche, degustazioni, concorsi, conferenze e presentazioni
in Italia, in molti Paesi europei ed anche in Giappone. A
testimonianza del suo operare ci sono firme enologiche indelebili
nel patrimonio nazionale.
Solo per citare alcune illustri prodotti della produzione di
Ferrucci si possono ricordare i diversi sangiovesi come
"Centurione", "Bottale" e "Domus Caia" oppure i bianchi e passiti
come "Domus Aurea", "Mattinale" e "Lilaria".
Fonte: Corriere Romagna
Chi era Stefano Ferrucci
Questa una breve biografia inviatami dalla figlia Ilaria che ha
preso in mano le redini della azienda paterna. "Stefano Ferrucci è
entrato a far parte dell'Azienda del padre Francesco alla fine degli
anni settanta, azienda che era all'epoca una tra le più famose della
Romagna per l'allevamento di bestiame.
La produzione di vino era piuttosto esigua ma già allora ciò che
caratterizzava l'attività Ferrucci era la ricerca e la
sperimentazione. Stefano fece un patto col padre: avrebbe lavorato
con lui solo se avesse potuto dedicarsi totalmente e liberamente al
vino. Iniziò così ad affinare e perfezionare le tecniche di
appassimento, sperimentate dal padre, dimostrandosi subito
coraggioso e originale nelle sue scelte. Non vi era, infatti, una
pratica simile nella tradizione.
I buoni risultati portarono presto soddisfazioni e riconoscimenti
anche internazionali e Stefano non tardò ad affermarsi come pioniere
della nuova viticoltura romagnola, lavorando con straordinario
impegno per affermare la qualità di tutta la produzione vinicola,
per cercare l'eccellenza in una Romagna dei vini che venti anni fa
era prevalentemente folclore e quantità produttiva sempre a
discapito della qualità.
"Io cerco di migliorare sempre, di imparare una cosa nuova ogni
giorno, perchè se avessi dovuto fare questo mestiere soltanto per
raccogliere dell'uva, vinificarla e fare delle bottiglie, avrei già
cambiato da tempo. A me interessa fare ricerca, provare qualcosa di
nuovo, guardandomi intorno e vedere cosa fanno gli altri in altre
regioni o in altre nazioni"
Suo grande valore è stato quello non solo di voler conoscere e
imparare costantemente, ma soprattutto di saper mettere la propria
esperienza e la propria passione al servizio degli altri, non
riuscendo mai a concepire una cosa senza l'altra.
Ha ricoperto, a questo scopo, numerosi incarichi quali la
Vicepresidenza dell' Ente tutela Vini di Romagna dal 1988, la
Vicepresidenza dell' Enoteca Regionale di Dozza dal 1998, la
presidenza della Commissione valorizzazione all'interno dell' Ente
Vini di Romagna e coordinatore e portavoce dei produttori singoli
aderenti allo stesso Ente. Da qualche anno era entrato a far parte
del Convito di Romagna, consorzio che riunisce alcune delle aziende
Romagnole di eccellenza impegnate nella valorizzazione del
Sangiovese.
La sera del 5 aprile si è spento, all'età di 59 anni, senza mai
essersi arreso alla malattia contro cui lottava da 5 anni, senza mai
abbandonare l'energia e l'amore per la vita che lo hanno portato a
continuare a lavorare e a progettare fino all'ultimo giorno, senza
resa, ma con la dignità di chi ha saputo vivere e morire lasciando
un grande segno."
Sito internet :
stefanoferrucci.it
Commenti finali
La figlia Ilaria ad una mia email di condoglianze che le ho inviato
appena appresa la notizia della prematura scomparsa del padre
Stefano, mi scrisse queste parole toccanti:
"Gent Sig. Gatti
La ringrazio per le parole, il vuoto lasciato da mio padre è immenso
ma manifestazioni di calore e ammirazione come le sue aiutano a
sentirlo un pò più vicino.....io ho lavorato insieme a lui in questi
ultimi 3 anni e quello che mi ha trasmesso soprattutto non è tanto
cosa si deve fare per produrre vino, ma come......ho così acquisito
da lui l'amore e la passione per un prodotto che nasce dalla terra e
che si deve curare con continuità e attenzione per poterne trarre la
sua massima espressione.
Mio padre non si è mai arreso alla sua malattia e fino a 2 giorni
prima di morire abbiamo continuato a lavorare insieme (portavo
sempre in ospedale il pc) e a progettare nuovi cambiamenti e
sperimentazioni. Mi ha insegnato che non ci si deve mai fermare ma
continuare a godere della vita esprimendo se stessi in ciò che si
fa, riuscendo così anche a divertirsi in questo bellissimo lavoro.
Lui è riuscito a realizzare un sogno ora lo si deve continuare..
Ringraziandola ancora la saluto cordialmente. Ilaria Ferrucci"
Alla famiglia le piu' sentite condoglianze mie personali e dei
lettori di vinit e winetaste.
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