11.07.2002 | Prodotti Tipici

Indagine Ismea sui prodotti tipici

Cresce la spesa delle famiglie italiane nel 2001. E' di 2.736 milioni di euro la spesa domestica di prodotti tipici nel 2001, in crescita del 5% su base annua.

Secondo l'Osservatorio Ismea-Nielsen, a incidere sul trend positivo è l'aumento dei prezzi medi al consumo (+8,7%), mentre le quantità acquistate hanno segnato un arretramento del 3,4% in un anno.

Dalla ripartizione degli acquisti per tipologia di prodotto, va senza dubbio ai formaggi tipici il primato per il maggior volume d'affari generato nel 2001, con una spesa di 1.758 milioni di euro e una quota del 64% sul totale.

Seguono i vini, la cui spesa è stata di 515 milioni di euro (18,8% sul totale) e i salumi, il cui volume d'affari è risultato di 459 milioni di euro (16,8% sulla spesa totale). Riguardo all'olio extravergine d'oliva, gli acquisti delle famiglie italiane hanno superato quota 4 milioni di euro, pari allo 0,2% della spesa domestica nazionale.

Dalla disaggregazione dei dati per area geografica è emersa una concentrazione degli acquisti nelle regioni nord-occidentali della penisola con una quota del 39% dei volumi e del 34% della spesa totale. La restante parte è equamente distribuita tra le altre aree del Paese. In generale, comunque, si delinea una relazione diretta tra aree di produzione e di consumo per la maggior parte dei prodotti tipici nazionali. Nel Meridione e al Nord-Ovest, ad esempio, si concentra la spesa di formaggi tipici, mentre il Nord-Est manifesta una forte propensione all'acquisto di olio extra vergine d'oliva.

Uno sguardo infine alle tendenze. L'andamento della domanda di prodotti tipici mostra una forte crescita nelle regioni nord-orientali che registrano, rispetto al 2000, un aumento del 10,6% in valore e del 9,8% in volume. Crescono inoltre i consumi al Sud, sia in termini quantitativi (+1,6%), sia in valore (+6,7%), a fronte di una battuta d'arresto degli acquisti di prodotti tipici al Nord Ovest (-10% in volume) e al Centro (-9%), aree in cui la spesa registra, invece, una tendenza all'aumento rispettivamente del 2 e del 3,7 per cento.

FONTE: ISMEA

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