Cristini riflette sulla difesa dei
nostri valori. Nessuno puo’ permettersi di rubarci la storia, nessuno ha
il diritto di stracciare la cultura e la tradizione enologica italiana.
In un comparto come quello del vino di altissima
classe, dove siamo indiscutibilmente primi assieme ai cugini
francesi, dove su cinquecento vitigni autoctoni, ne possediamo
originariamente quattrocento, dove il 41,6 % dei nostri terreni sono
collinari e quindi i piu’ vocati alla produzione di vino ma anche di olio,
e dove il microclima ideale aiuta immensamente la fine maturazione dei
grappoli; laddove vantiamo il primato su tutti
gli altri, proprio li una modesta commissione europea fatta piu’ di
burocrati che di esperti, ci vuole colpire.
La pirateria nell'agroalimentare
Rubare un marchio, ma soprattutto un vino o un pane o un olio, che puo’
nascere solo con antichi metodi e con l’esperienza millenaria dell’opera
dell’uomo, vuol dire rubare la vita delle persone che per secoli hanno
difeso un territorio, prima ancora che un prodotto tipico.
I nostri vini sono tipici, perche’ unici,
inimitabili ed irripetibili in altre zone del mondo, le
imitazioni stupide, sono solo delle fotocopie sbiadite che subdolamente le
leggi di un certo commissario Fischler cercano di imporre al consumatore
ignaro, che non sa’ che il Brunello e’ Brunello di Montalcino, che il
Chianti Classico e’ quello che si fregia del marchio con il Gallo Nero,
che l’Amarone diventa tale se le uve di corvinone, rondinella e molinara
appassiscono in certe condizioni microclimatiche, a meno che non decidano
di rubarci anche l’indicazione geografica e quindi il nome dei comuni di
produzione quali Montalcino, Scansano o Gattinara.
Gli impegni dei politici
Non si puo’ aspettare oltre e gia’ troppo tardi. S’impegnino il Presidente
Berlusconi ed il Ministro Alemanno, ora che con grande sforzo sono
riusciti a portare a Parma l’Agenzia europea per la difesa dei prodotti
agroalimentari, diano la nomina velocemente a storici, esperti e sottili
comunicatori come siamo anche noi sommeliers, sapremo far cambiare idea a
certi burocrati che non vogliono capire l’importanza della storia, solo se
scritta a casa d’altri, ma guai se qualcuno si permette di spostare un
oggetto da destra a sinistra a casa loro.
Lavoriamo tutti insieme
Chi ama il vino, i prodotti tipici, il territorio, la storia, la
tradizione ed anche l’unicita’ delle finezze alimentari a tavola, non puo’
restare insensibile ad un sopruso perpetrato senza neanche essere chiamato
in causa. Guai a chi si permette di rubare la storia, innescherebbe una
guerra che non e’ solo quella del vino, ma una guerra ben piu’atroce,
contro tanti che vogliono strenuamente difendere la propria patria e
quindi la propria identita’. Da Parma, assieme agli uomini ed alle donne
che hanno passione, puo’ partire la riscossa del grande ed inimitabile
patrimonio enogastronomico italiano.
Giuseppe Cristini
Presidente dei sommeliers del Montefeltro
Redazione di
Montefeltro.info
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