14.10.2003 | Cultura e Tradizioni

L'Apoteosi di Bacco

Un lungo articolo di Giordano Berti, recentemente pubblicato sul bimestrale "CHARTA" (n.66, nov. 2003), esamina il contenuto delle immagini che numerosi artisti, tra i secoli XVI e XVIII dedicarono al dio del vino. Qui viene presentato un piccolo estratto di quell’articolo.

(…) Nel Trecento tornarono in auge i miti greci e romani raccolti nelle Metamorfosi di Ovidio. Tra i racconti più apprezzati spiccano le storie di Dioniso, il dio del vino (per i romani Bacco, o anche Libero), al quale facevano da naturale complemento le Dionisiache di Nonno, una collazione di leggende ancor più ampia di quella riportata da Ovidio. (…) La suggestione esercitata nel Rinascimento dal mito bacchico-dionisiaco diede origine a una vastissima produzione incisoria, oltre che pittorica (…).

Uno dei temi portanti di tale mitologia è costituito dall’ebbrezza di Sileno, rappresentata con accenti diversi da un autore all’altro. Nel Baccanale con Sileno (1470 ca) Andrea Mantegna impose un significato moraleggiante, sottolineando gli effetti nefasti dell’ubriachezza (…). Altre rappresentazioni di Sileno sono caratterizzate da una sottile ironia, come il Sileno ebbro su un asino del quale ricordo almeno due versioni, entrambe ispirate a sarcofagi di epoca romana: un’invenzione di Marcantonio Raimondi (1530 ca) e una copia di Agostino Veneziano (dopo il 1531) da un disegno di Giulio Romano. (…)

Un intento crudamente verista spicca nel Sileno ubriaco (1630 ca) di Jusepe de Ribera, “lo Spagnoletto”: celebre stampa in cui l’artista riprese, con qualche variante, un suo dipinto del 1626 che mostra un ubriaco obeso sdraiato per terra, abbeverato da satiri sghignazzanti. È di carattere allegorico il Sileno addormentato con satiro e una capra (1545 ca) inciso a bulino da Giorgio Ghisi sulla base di un disegno di Giulio Romano; questa raffigurazione è stata interpretata come una lotta tra la voluptas, rappresentata dal caprone e la virtus rappresentata dal giovane satiro che cerca di svegliare Sileno. (…) In bilico fra il serio e il faceto sono alcune incisioni sei-settecentesche, che mostrano gruppi di monelli o di satiri intenti a fare ubriacare il vecchio Sileno (…).

Sul tema di Sileno e Bacco circondati da putti o amorini, è doveroso citare almeno le incisioni di Giovanni Antonio da Brescia (1510 ca), Giulio Bonasone (1530 ca) e Hieronimus Hopfer (1540 ca). Fa da contrappunto a questo genere di raffigurazioni il tema contiguo di Bacco fanciullo (…).

(…) Di carattere decisamente festoso sono le composizioni sul tema dell’arrivo trionfale del dio del vino, nell’età mitica dei suoi viaggi tra l’Asia e l’Europa. (…) Anche le feste orgiastiche pagane, genericamente definite “baccanali”, ispirarono una vasta produzione pittorica e incisoria. Spesso, sollecitati dai committenti, gli artisti si lasciarono andare a rappresentazioni velate di delicato erotismo (…) oppure azzardarono un atteggiamento più licenzioso, soffermandosi volentieri sulle nudità dei satiri, delle ninfe e delle baccanti, che si rincorrono e si abbracciano (…).

(..) Da questa ricca messe di opere risulta evidente il fascino straordinario esercitato dal dio del vino: istruttore nella coltivazione della terra e, al tempo stesso, tutore della vita sociale lieta e della libera allegria. Non per nulla i romani diedero a Bacco il soprannome di Libero.

Su questi temi, Giordano Berti ha preparato per conto dell’ Istituto Graf il progetto una mostra itinerante composta da splendide stampe originali dei secoli XVI-XVIII.

Per informazioni:
Istituto Graf, Via della Barca 55,
40133 Bologna
Tel. 051.562863
E-mail: graf@istitutograf.org

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