Ancora un successo di pubblico alla rievocazione storica canellese
Tra i visitatori anche il console spagnolo
CANELLI Due giorni di festa seicentesca con battaglie, tavole imbandite, sfilate e persino «contaminzioni» da tifo calcistico. Tra i vessilli del XVII secolo sono spuntate bandiere giallorosse della Roma, vincitrice dello scudetto. Si è visto davvero un po’ di tutto nella decima edizione dell’«Assedio di Canelli 1613», la rievocazione storica che si è svolta sabato e domenica. Un piccolo neo che non ha scalfito la riuscita della manifestazione che ha registrato l’ennesimo successo di pubblico. Secondo i dati sull’affluenza diffusi dal Comune si sarebbero superate le 50 mila presenze. Neppure la pioggia di domenica pomeriggio ha scoraggiato i turisti. Anzi, in molti sono rimasti per un ultimo assaggio di cucina seicentesca e per assistere allo spettacolo pirotecnico di mezzanotte. Un’attesa, quest’ultima, che è andata delusa proprio a causa il maltempo che ha costretto gli organizzatori ad annullare i fuochi. «All’Assedio c’erano anche molti i giovani - commenta il sindaco Oscar Bielli - che hanno mostrato di apprezzare gastronomia e vini locali. Non può che far piacere». Soddisfatto anche Paolo Gandolfo, assessore comunale alle Manifestazioni che indica progetti futuri: puntare ad una maggiore qualità dell’evento con collegamenti europei. E che la rievocazione, organizzata da Comune e Gruppo Storico Militare, punti a platee internazionali, lo dimostrano le collaborazioni, attive da qualche anno, con gruppi di figuranti francesi e inglesi. Ma anche il recente accordo con la Spagna che prevede anche il gemellaggio tra Canelli e Olite, centro vinicolo della Navarra. A ratificare l’intesa il console spagnolo in Italia, Ignacio Vasallo col presidente della Commissione del Senato di Spagna, Alejandro Munos Alonso, ospiti a Canelli per i due giorni d’Assedio. Il «ponte» canellese-iberico era stato gettato mesi fa con la richiesta, tra ricostruzione storica e goliardia, del saldo, mai onorato, di un conto da 10 mila scudi per «spese di guerra» (4 miliardi al cambio attuale) per l’alloggiamento fornito a truppe spagnole alleate che, 4 secoli fa, sostarono nell’Astigiano per 25 anni. «Non chiediamo soldi, ma aiutateci a restaurare quadri seicenteschi» ha chiesto l’industriale vinicolo Renzo Vallarino Gancia, «governatore» del «Senato dell’Astesana», ente culturale che promuove il territorio. Da Alonso l’assicurazione che la Spagna pagherà il debito «con affetto a amicizia».