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L'invecchiamento è quella fase particolare in cui avvengono
contemporaneamente due fenomeni chimico-fisico chiamati
ossidazione e riduzione,
seguenti alla fase di affinamento in botte, fase che prepara il vino
all'invecchiamento vero e proprio. Una fase preliminare al vero è
proprio invecchiamento necessita di almeno uno o due anni di
preinvecchiamento in bottiglia.
E' sul piano olfattivo che andremo a riscontrare i maggiori
mutamenti, infatti i profumi "terziari " quelli appunto che si
generano durante la fase dell'invecchiamento, ne beneficeranno
maggiormente crescendo di intensità e finezza, riconducendoci e
ricordandoci note speziali, animali ed eteree ecc. Mentre i
descrittori percepiti ci riconducono alla vaniglia, rosa appassita,
liquirizia, cuoio, catrame, tabacco, canfora ed il classico ed
aristocratico "goudron".
Mi è capitato di riscontrare in alcuni vini molto invecchiati 1969 e
1971 dei sentori di acetone a dire il vero non troppo gradevole.
Le reazioni chimiche che portano a questa evoluzione dei profumi e
del bouquet del vino si sviluppano in maniera limitata nelle botti
di grande capacità, mentre in ambienti piu' piccoli quali la
bottiglia, sono piu' intense e veloci. Il fenomeno che genera queste
trasformazioni organolettiche è dovuto essenzialmente alla
polimerizzazione delle catene dei tannini con complesse reazioni
chimiche che non andremo certo in questa sede ad approfondire.
Bisogna dire però che questi fenomeni
determinano modifiche nel colore e nel gusto del vino. Il
colore vira sempre piu' verso il granato-aranciato ed al gusto si
percepiscono maggiore morbidezza, armonia ed equilibrio grazie alla
formazione di catene molecolari abbastanza lunghe da parte dei
polifenoli.
Capita a volte però che durante l'invecchiamento si formino odori
anomali e di medio livello quale il cosidetto odore di "bistecca
bruciata" o di sentori "acetati-acetonici". I vini rossi sono
generalmente piu' idonei ad un lungo invecchiamento, in linea di
massima quelli che presentano un contenuto alcoolico di 13-14 gr,
polifenoli con almeno 2,5 gr/lt ed antociani totali oltre 500 mg/lt.
Il formato ideale della bottiglia per un lungo invecchiamento è
quello grande quale il "Magnum" da lt.1,5, meglio ancora il 3 litri,
molto interessanti anche le 6, 12, 12,5 litri.
Tra il tappo ed il vino va lasciato uno
spazio di ossigeno indispensabile all' invecchiamento,
che in Italia è di 7 cm. mentre in Francia di soli 5,3 cm. La
bottiglia dovrà essere sicuramente di vetro scuro per impedire alla
luce di ossidare il vino, ma oggi con il trattamento ai raggi
anti-UVA tutte le bottiglie offrono una buona garanzia in tal senso.
I tappi in plastica non consentono un lungo invecchiamento al vino e
vanno associati ai vini da consumarsi nel breve-medio periodo in
quanto si è riscontrata una diminuzione della SO2 libera dopo soli
8-12 mesi dall'imbottigliamento. I tappi a vite non lasciano
trapelare nemmeno una minima parte di ossigeno, con l'effetto
inverso non ricercato di un eventuale odore di ridotto.
Quindi per i vini da lungo invecchiamento, ad oggi, l'optimum rimane
ancora il nostro vecchio e caro tappo in sughero, al quale le
industrie produttrici riservano non pochi controlli preventivi,
proprio per evitare di dover buttare una bottiglia pregiata dopo
averla conservata amorevolmente e pazientemente per tanti e tanti
anni. Il requisito principale per un buon tappo in sughero dovrà
essere necessariamente avere un buon "ritorno elastico", una buona
densità e porosità. In fase poi di tappatura bisognerà prestare
molta attenzione alla quantità di ossigeno residuo presente tra
tappo e liquido, perchè un alto valore di tale gas sarebbe un
gravissimo errore, in particolare per un vino da destinare al lungo
invecchiamento.
Si parla di microgrammi ppb del valore intorno ai 100-150, mentre
iniziano i veri problemi se i valori di ossigeno di misurano in
milligrammi ovvero ppm, nel qual caso l'invecchiamento sarebbe
irrimediabilmente compromesso. Le bottiglie vanno conservate in
posizione orizzontale o coricate, ma questo deve avvenire dopo
almeno 24 ore dalla tappatura, in quanto dobbiamo lasciare al tappo
in sughero il tempo di "ritornare", altrimenti si verificherà il
fenomeno chiamato della colosità.
In questa maniera il tappo aderirà perfettamente al vetro svolgendo
appieno la sua funzione di tenuta ermetica. Una volta coricata la
bottiglia inizia il lungo letargo in un ambiente buio, con la giusta
temperatura ed umidità che dovranno essere di 12-15 gr, ed un
fattore di umidità del 75%. Oltre al buio nella nostra cantina
ideale non dovranno esserci forti rumori, vibrazioni, ed odori
anomali. Quindi la bottiglia dovrà rimanere sempre coricata per
mantenere il tappo ben elastico.
Certo che avrete notato il fascino di una cantina sotterranea,
semibuia, fresca dove regna il silenzio assoluto e con delle
magnifiche cataste di vino coricate, con indicato il tipo di vino e
l'annata che stà invecchiando, la muffa che le avvolge che qualcuno
indica come un toccasana per il ritorno elastico del sughero (sarà
vero o è solo poesia?), limitando cosi' il passaggio di ossigeno.
Certo che ogni produttore di vini adatti all'invecchiamento dovrebbe
avere una riserva storica della sua produzione e degli avi che lo
hanno preceduto, ma dobbiamo anche comprendere come tutto ciò
diventi un immobilizzo di capitale non indifferente, ma al di la di
questo credo proprio che una riserva personale ognuno la dovrebbe
conservare, da mettere a disposizione in avvenimenti speciali quali
degustazioni organizzate per addetti ai lavori ed anche per i
clienti piu' fedeli ed appassionati.
Personalmente se fossi un produttore di vino, nella mia cantina
conserverei per molti anni alcune bottiglie per essere messe in
commercio ed una partita ad uso personale da porre in degustazioni
professionali e per i miei clienti-amici piu' fedeli. Conservo
ancora parecchie bottiglie del mio vino prodotto nell'annata 1997,
piu' per un fattore affettivo, che per la vera convinzione di bere
ancora qualcosa di buono!
Alcuni produttori (Luciano Sandrone)
hanno dichiarato di "dimenticare" almeno il 10% della loro
produzione, che poi abbinano alle annate piu' recenti in fase di
vendita.
Altri addirittura, un 20% come Giorgio
Boschis della azienda Giacomo Borgogno, ed ad oggi hanno
in affinamento-invecchiamento 20.000 bott. annata '82 e 15.000 del
'97. Alla Marchesi di Barolo hanno tutte le annate dal 1900 ai
giorni nostri, ed ancora oggi non imbottigliano tutto il loro
Barolo, che in parte viene conservato in acciaio ed imbottigliato in
un secondo tempo. Ad oggi hanno a listino l'annata 1990.
Vi ricordo a tal proposito la collezione storica dell'azienda
Pepe Emidio abruzzese, tutta in
vendita, che comprende moltissime bottiglie rigorosamente conservate
al buio in una cantina sotterranea in posizione orizzontale, che
vanno dagli anni 1967 ai giorni nostri (vedi
mio precedente articolo.)
Una annotazione ovvia ma quanto mai necessaria: se vi capiterà di
degustare un vino invecchiato per molti anni, stappate la bottiglia
molte ore prima, (piu' il vino è invecchiato e piu' aumentate il
tempo dell'ossigenazione) anche tre-quattro senza timore alcuno,
versatela lentamente in un opportuno decanter senza fare travasare i
fondi che sicuramente si troveranno nella parte inferiore della
bottiglia, per i fenomeni chimici che abbiamo descritto sopra, e poi
mentre sorseggiate lentamente il vino analizzate come questo cambi
nel bouquet e nel sapore man mano che trascorrono i minuti.
Vi sembrerà di degustare molti vini nel giro di solo 1/2 ora, tante
e diverse saranno le sensazioni e le emozioni che questo
"vecchietto" saprà donarvi dall'alto della sua vetusta età.
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