06.04.2005 | Cultura e Tradizioni

La Villa del Balì e l’inno al Bianchello del Metauro

Saltara (PS). Istituito un centro per la valorizzazione dei prodotti enogastronomici. Grazie alle intese raggiunte con il Gal, Gruppo di Azione Locale del Leader Plus Flaminia-Cesano, è sorto presso la Villa del Balì un centro di valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari marchigiani.

Il progetto ormai definito vede una serie di giovedì all’insegna della scienza e della cultura enogastronomica che si prefigge di far conoscere i produttori locali. Direi un inno ai prodotti locali tipici a cominciare dal Bianchello del Metauro, una tradizione che è riuscita ad equilibrare le risorse della natura con delle pratiche ereditate spontaneamente, che ha saputo valorizzarsi nel tempo, rappresentando motivo di vanto ed orgoglio non solo per le aziende che lo producono, ma anche per gli abitanti che da secoli ne apprezzano le qualità.

La nascita del Bianchello sembra risalire a qualche secolo avanti Cristo (X-VIII) per merito forse degli etruschi. La sua diffusione nella vallata del Metauro si impose sin dal 500 a.C. con un vitigno denominato Bianchello o Greco Bianchello o Biancame, tanto che Tacito lo cita come la principale causa della sconfitta di Asdrubale, comandante cartaginese, che morì tra le colline del Metauro, dopo la storica sconfitta subita dall'esercito romano nella famosa battaglia del Metauro, a causa si dice, dello stato di ubriachezza dei suoi soldati. Solo questo cenno storico può far comprendere le qualità di questo vitigno. Il Bianchello del Metauro, dal 1969 ha assunto il marchio Doc entrando così a far parte della famiglia dei vini regionali di pregio. La Doc Bianchello gode di una discreta fama e rappresenta un piacevolissimo completamento di pasti a base ittica, ma viene anche servito come aperitivo.

La produzione interessa il bacino imbrifero del fiume Metauro (pu) ed in totale sono interessati 18 comuni (12 di essi compongono la Comunità Montana del Metauro) Fra i riconoscimenti ottenuti è necessario ricordare la Gran Menzione proposta dall' 11° Concorso Enologico Internazionale attribuita alla azienda agraria di Luca Guerrieri di Piagge che ha presentato il suo Bianchello Doc "Celso", frutto della vendemmia del 2002. Smentite dunque tutte le tesi che il Bianchello sia un vino leggero, poco impegnativo, e dal carattere poco espressivo; in realtà se prodotto con sapienza e amore non sfigura al cospetto dei grandi vini e può costituire una pregevole risorsa per tutta la nostra economia agraria. Sono numerose le famiglie che producono in proprio, (e nel silenzio), il proprio Bianchello, tanto che se ne potrebbe tracciare un vero e proprio itinerario, all'interno del basso Metauro.

Molto probabilmente è differente da cantina a cantina, tanto che ogni anno sorgono vere e proprie “contese” su chi possegga il vino migliore. Le cantine cosiddette “fai da te” rappresentano una ricchezza inestimabile per il luogo, sia per la cordialità delle famiglie produttrici “è sempre possibile assaggiare del buon vino ed ascoltare aneddoti della tradizione locale” sia per la bellezza storico artistica del paesaggio. Tra queste cantine merita menzione quella del Bianchello cosiddetto della “Folce” in cui veri e propri artisti del vino con il loro prodotto artigianale riescono a raccontare in modo sublime tutti i sapori di questa terra. Se volete conoscere le famiglie che posseggono una cantina aperta al pubblico o solo poter assaggiare questo tipo di produzione contattare la redazione locale al 3280928666.

Redazione Centrale Appennino
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