Il progetto ormai
definito vede una serie di giovedì all’insegna della scienza e della
cultura enogastronomica che si prefigge di far conoscere i
produttori locali. Direi un inno ai prodotti locali tipici a
cominciare dal Bianchello del Metauro,
una tradizione che è riuscita ad equilibrare le risorse della natura
con delle pratiche ereditate spontaneamente, che ha saputo
valorizzarsi nel tempo, rappresentando motivo di vanto ed orgoglio
non solo per le aziende che lo producono, ma anche per gli abitanti
che da secoli ne apprezzano le qualità.
La nascita del Bianchello sembra risalire a qualche secolo avanti
Cristo (X-VIII) per merito forse degli etruschi. La sua diffusione
nella vallata del Metauro si impose sin dal 500 a.C. con un vitigno
denominato Bianchello o Greco Bianchello o Biancame, tanto che
Tacito lo cita come la principale causa della sconfitta di
Asdrubale, comandante cartaginese, che morì tra le colline del
Metauro, dopo la storica sconfitta subita dall'esercito romano nella
famosa battaglia del Metauro, a causa si dice, dello stato di
ubriachezza dei suoi soldati. Solo questo cenno storico può far
comprendere le qualità di questo vitigno.
Il Bianchello del Metauro, dal 1969 ha assunto il marchio Doc
entrando così a far parte della famiglia dei vini regionali di
pregio. La Doc Bianchello gode di una discreta fama e rappresenta un
piacevolissimo completamento di pasti a base ittica, ma viene anche
servito come aperitivo.
La produzione interessa il bacino imbrifero del fiume Metauro (pu)
ed in totale sono interessati 18 comuni (12 di essi compongono la
Comunità Montana del Metauro) Fra i riconoscimenti ottenuti è
necessario ricordare la Gran Menzione
proposta dall' 11° Concorso Enologico Internazionale
attribuita alla azienda agraria di Luca
Guerrieri di Piagge che ha presentato il suo Bianchello
Doc "Celso", frutto della vendemmia del 2002. Smentite dunque tutte
le tesi che il Bianchello sia un vino leggero, poco impegnativo, e
dal carattere poco espressivo; in realtà se prodotto con sapienza e
amore non sfigura al cospetto dei grandi vini e può costituire una
pregevole risorsa per tutta la nostra economia agraria. Sono
numerose le famiglie che producono in proprio, (e nel silenzio), il
proprio Bianchello, tanto che se ne potrebbe tracciare un vero e
proprio itinerario, all'interno del basso Metauro.
Molto probabilmente è differente da cantina a cantina, tanto che
ogni anno sorgono vere e proprie “contese” su chi possegga il vino
migliore. Le cantine cosiddette “fai da te” rappresentano una
ricchezza inestimabile per il luogo, sia per la cordialità delle
famiglie produttrici “è sempre possibile assaggiare del buon vino ed
ascoltare aneddoti della tradizione locale” sia per la bellezza
storico artistica del paesaggio. Tra queste cantine merita menzione
quella del Bianchello cosiddetto della “Folce” in cui veri e propri
artisti del vino con il loro prodotto artigianale riescono a
raccontare in modo sublime tutti i sapori di questa terra. Se volete
conoscere le famiglie che posseggono una cantina aperta al pubblico
o solo poter assaggiare questo tipo di produzione contattare la
redazione locale al 3280928666.
Redazione Centrale Appennino
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