La burocrazia fa marcire l'uva da tavola nei campi
ORTONA (CH). L'unica speranza si chiama Europa. Per evitare la distruzione totale dell'economia che ruota intorno all'uva da mensa e dei succhi d'uva la sola via di uscita sembra essere quella di porre rimedio «ad una svista normativa e ad una distrazione del legislatore comunitario» con l'istituzione di sovvenzioni e norme più giuste.
Anche quest'anno, infatti, quintali e quintali (se ne stimano poco meno di 300mila in tutta la regione) di uva sono stati lasciati marcire nei campi perché non esistono strutture adeguate ed autorizzate dalla legge per la lavorazione dell'uva e la relativa trasformazione in succhi. Una "mazzata" che ha creato numerosi e comprensibili disagi ai coltivatori. E per il futuro si rischia l'abbandono totale dell'uva da tavola, un cambio radicale nella cultura e nell'economia del comprensorio. Ma anche la riconversione non è cosa agevole.
«Per poter riaprire una struttura come il Covi, chiuso due anni fa», spiega Carlo De Iure, «occorre la mobilitazione dell'Unione Europea che possa ripristinare i contributi che esistevano un tempo». Invece, senza aiuti extra, i costi di gestione dello stabilimento di lavorazione autorizzato assorbirebbe tutti gli eventuali utili; meglio, dunque, risparmiare tempo e lavoro lasciando marcire l'uva.
«Siamo vittima del disinteresse del legislatore», si aggiunge al coro Silvio Cavuto della cooperativa agricoltori diretti di Tollo, «nell'Ortonese non è più possibile produrre succhi d'uva eppure il nostro paese deve importarne una grande quantità a prezzi maggiori. Inoltre», aggiunge Cavuto, «la burocrazia si è appesantita con una serie di adempimenti che ostacola i produttori di uva. L'unica via di uscita è cambiare le norme europee che regolano la classificazione dell'uva da tavola ma per far questo bisogna coinvolgere gli amministratori locali, arrivare a quelli nazionali e sperare bene con i nostri rappresentanti europei».
Insomma, la strada appare lunga ed impervia, ma forse non impossibile anche se bisogna agire in fretta, soprattutto per evitare illecite commistioni: uva da tavola che, pur di essere utilizzata, finisce insieme a quella destinata alla spremitura, con il conseguente abbassamento sensibile della qualità del vino.