I tre prodotti
caseari, rigorosamente protetti dal marchio DOP, sono gli assoluti
protagonisti del mercato alimentare italiano ed internazionale. Ad
illustrare i temi il Dottor Giancarlo
Coghetto dell’Organizzazione
Nazionale Assaggiatori Formaggi, che ha presentato una
relazione sulle questioni riguardanti la produzione di questi
alimenti, la loro distribuzione e la protezione in quanto prodotti
DOP.
La degustazione dei formaggi è stata invece accompagnata da una
forte polemica. A farla nascere la domanda di un partecipante che ha
affermato di essere stato danneggiato dall’immagine mediatica data
alla mozzarella durante l’allarme diossina scoppiato alcuni mesi
orsono.
Il Presidente del Consorzio Campano ha controbattuto affermando che
durante quei giorni fu messa in atto una vera e propria campagna di
disinformazione a danno del Consorzio, tanto che tutti i capi al
tempo sequestrati per controlli furono restituiti ai proprietari. Ma
la giornata non si è comunque conclusa nel migliore dei modi per il
fresco latticino; molti partecipanti hanno infatti espresso i loro
dubbi sulla genuinità della mozzarella offerta, tanto da creare
imbarazzo nel Presidente del Consorzio Campano.
Dottor Coghetto, questo è il primo anno che
nelle giornate professionali inserite anche la mozzarella campana di
bufala, come mai questa scelta?
Abbiamo sempre presentato un terzo formaggio, insieme ai due DOP già
inseriti fin dall’inizio. Quest’anno abbiamo avuto in mente di
trovare un partner che potesse seguirci in tutte le regioni d’Italia
ed ovviamente la scelta è ricaduta sulla mozzarella.
Secondo lei quale di questi prodotti tipici
sta riscuotendo maggiore successo?
La scelta non è stata casuale, abbiamo infatti tre prodotti che si
inseriscono in tre segmenti di consumo diversi: la mozzarella nei
formaggi freschi, l’asiago nei formaggi semi stagionati ed il
parmigiano nei formaggi stagionati. C’è una certa complementarità.
Allora qual è il più imitato?
Sicuramente la mozzarella, anche per la natura stessa del prodotto.
Nell’analisi presentata, risalta il dato
dell’aumento delle vendite di questi prodotti nei grandi
supermercati, a cui è seguita di converso una diminuzione per i
negozi specializzati. Questo va a scapito della qualità?
Bisogna fare una riflessione sul perché questi latticini si vendono
soprattutto in una certa tipologia di negozi. Una spiegazione
potrebbe essere che c’è più gente che va nei supermercati dove
acquista anche il formaggio. Compito del Consorzio, comunque, è
proprio quello di controllare la qualità del prodotto.
Vi sentite tutelati dalle normative
Europee, oppure possono essere migliorate?
Siamo a buon punto, anche se la normativa europea tende sempre più a
tutelare l’aspetto igienico-sanitario, mentre l’aspetto qualitativo
non sempre è accompagnato da indicazioni chiare.
di Luca de Berardinis
Fonte:
Campaniasuweb.it |