06.04.2011 | Vino e dintorni Inserisci una news

Angelo Gaja parla dello stato di salute dell'export italiano

Invia un commento

OGGETTO: Le 3 domande di Vinitaly

1- Può il Paese primo produttore vivere di solo export, con i rischi rappresentati dalle fluttuazionimonetarie e dalle agguerrite politiche di marketing e distribuzione dei competitori dei cosiddetti Nuovi Mondi?RISPOSTA - E' compito dei produttori di applicarsi per conoscere le dinamiche dei mercati e scegliere se,come e quando affrontarli. Mercato interno e mercato estero sono complementari. Ancorché diversi perdimensione sono i leader dei diversi settori, Santa Margherita, Campari, Armani, Barilla, Ferrero ... adinsegnare che il mercato interno va curato con attenzione.2- Il gap del mercato italiano è di natura economica, culturale o è un problema di comunicazione?RISPOSTA - Un problema di comunicazione? A loro modo i produttori comunicano tutti, in Italia sono 35.000. Igiornalisti che occasionalmente/ abitualmente scrivono del vino italiano sono più di 1.500. Sono più di 500 lecantine che organizzano premi giornalistici. Oltre 50 le guide che giudicano i vini. Vino nei convegni, turismodel vino, vino in piazza, vino alla radio ed in televisione, di vino si disserta sui blog ... Il mondo del vino sprizzavivacità, fa gola ai politici che sono interessati al territorio ed al turismo, alle associazioni che offrono servizi,alla finanza che vorrebbe trovare il modo di entrarci. Ci siamo ormai abituati a questo frastuono, non sappiamofarne a meno. Siamo in molti a ritenere che parte delle sovvenzioni pubbliche destinate alla promozionevengano sprecate. C'è chi propone di farle convergere in una cabina di regia alla quale affidare il compito dellapromozione. Come evitare che diventi l'ennesimo carrozzone al servizio di politici e qualche privilegiato? Chila guiderebbe? Da dove gli deriverebbe l'autorevolezza? Sarebbe capace di lavorare nell'interesse di tutte lecategorie? Io avrei una mia ricetta: per abbassare i decibel servirebbe tagliare il 50% delle sovvenzionidestinate alla promozione del vino italiano e orientarle alla formazione di soggetti destinati a svolgere attività dirappresentanza di vini italiani sui mercati esteri; e dare maggiore impulso all'apertura di scuole di formazionedi chef di cucina italiana nei paesi BRIC.3 - Perché al contrario il trend dell'export è in crescita?RISPOSTA – Il trend dell'export è in crescita perché le cantine italiane abituali esportatrici hanno contribuito acostruire nel tempo una domanda che non va soltanto a loro esclusivo beneficio ma rimbalzasuccessivamente in Italia ad opera di importatori che vengono alla ricerca di altri produttori italiani in grado difornire loro vini delle stesse tipologie ma meno cari, oppure di migliore qualità, oppure più esclusivi, menodistribuiti. Vinitaly è il palcoscenico del vino italiano al servizio degli importatori provenienti dal mondo. Da annil'Italia è il primo paese esportatore di vino in volume e lo è stato ancor più nel 2010; la Francia lo è in valore.La Francia, che in volume nel 2010 ha esportato il 50% in meno dell'Italia, se non vuole espiantare vignetidovrà esportare di più. L'Italia, che vende sui mercati esteri con un prezzo medio per litro di 2,5 volte inferiorea quello della Francia, deve cercare di vendere meglio e per farlo occorrerà migliorare sia la qualità che ilmarketing. Però il successo dell'Italia è innegabile. A chi va il merito? Alle varietà autoctone? Al territorio?Questi sono fattori della produzione. Il merito va ai 35.000 produttori di vino italiano di cui oltre 25.000 artigianidalle dimensioni medio- piccole molti dei quali si applicano con sacrificio, passione, entusiasmo,intraprendenza. Succede abbastanza spesso che i vini degli artigiani vengano accreditati per la loro qualitàcontribuendo così a consolidare l'immagine del vino italiano. Gli artigiani sono complementari alle cantine digrandi volumi alle quali vendono all'ingrosso la totalità o parte del vino che producono. E' un sistemaottimamente integrato che ha funzionato egregiamente. La frammentazione della produzione vinicola ècaratteristica dei paesi europei, il nuovo mondo ha altre peculiarità.La manfrina dell'Italia del vino inadeguata a competere sui mercati esteri a causa della frammentazione dellaproduzione e della zavorra dei troppi piccoli produttori che non saprebbero stare sul mercato perché fragili edestinati al collasso è sonoramente smentita dal successo dell'export del vino italiano.

Angelo Gaja


Tag: Vinitaly, vino, Angelo Gaja, winetaste, gatti, Italia, export, mercati


px
px
px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?