04.08.2017 | Vino e dintorni Inserisci una news

Vino francese o italiano: i gusti del sommelier

Invia un commento

Il miglior vino francese vale quanto il miglior vino italiano? Sommelier e consumatori si dividono, valutando in modo differente i vini d'oltralpe dal sapore raffinato.

Vino francese o italiano? Cosa ne pensano sommelier e buongustai

La querelle, per usare una parola d'oltralpe, è in atto da decine di anni, forse da secoli... già, perché i paesi con una tradizione vitivinicola così forte e storica sono sempre stati la Francia e l'Italia.

Ora che il mercato da diversi decenni si è aperto anche molto alle coltivazioni del resto del mondo, ci si sente forse un po' demodé a lanciare questa domanda, eppure i cugini francesi propongono dei vini che molti sommelier e amanti delle degustazioni, spesso paragonano.

Il vino francese

La lunga tradizione di vinificazione in Francia, si basa sostanzialmente sulle coltivazioni dei Cru, che come ben sa chi vuole partecipare ad un Corso Sommelier, corrispondono alle regioni vitivinicole che propongono vini differenti per caratteristiche, con coltivazioni di uve e vigneti sempre più specialistiche.

Le regioni del vino in Francia sono 14, tra cui la celebre Champagne (Nord) che riserva lo spumante più celebre e antico. Famosa è anche la regione dell'Alsazia (Nord-Est), così come i celebri vini della Borgogna, gli Chardonnay e Pinot nero, e il Bordeaux - uno dei grandi vini francesi rossi proveniente dall'omonima regione.

A livello vitivinicolo i vini francesi hanno, comunque, molto in comune con quelli italiani dal punto di vista della lavorazione della vigna, anche se i francesi sembrano essere votati a vini di maggiore qualità.

Lo Champagne

Il vino spumante per eccellenza è prodotto col metodo classico di spumantizzazione, considerato emblema di lusso, fu inventato dal frate Dom Pérignon che diede il via alla tradizione di coltivazioni e cantine del territorio, in particolare a Reims (Marna Francese). Si utilizzano i vitigni del Pinot Nero, e si segue un protocollo di vinificazione ben preciso. Il disciplinare, ad esempio, vieta l'uso di macchine vendemmiatrici, mentre è facoltativo l'assemblaggio di vini di provenienza e millesimi differenti.

La degustazione vini francesi varia soprattutto in base alla differenza di qualità ed economica, visto che molti vini francesi sono eccellenti ma con costi molto elevati per rarità ed eccellenza di sapori. Per questo motivo i vini d'oltralpe sono collocati in una fascia di prezzo alta, che ne determina una caratteristica di mercato oltre che organolettica.

In ogni caso, dai primi anni del Novecento la Francia contende all'Italia il primato europeo di esportazioni vini, ed è sempre un'altalena in cui alcuni anni può salire o scendere una delle due nazioni.

I vini Italiani

Considerati migliori dei francesi nella fascia intermedia di qualità, i vini italiani sono in grado di coprire infatti una produzione francese "scoperta", quella di prodotti di ampia richiesta e di non eccelsa qualità.

La produzione totale di vino è costituita in gran parte da etichette alla portata dei consumatori di fascia media e medio-alta, che sono aperti alla sperimentazione, a lavorazioni di vini meno complesse ma con risultati più variegati.

Il prosecco, ad esempio, è un prodotto meno costoso dello Champagne e che può offrire esperienze palatali simili, anche se con sfumature differenti. Alcuni vini italiani, poi, sono anch'essi in fascia altissima di gusto e di prezzo, come il Brunello di Montalcino, il Sassicaia e il Barolo.

Anche la cultura italiana del territorio, suddivide i vini a seconda del terreno di coltivazione, oltre che per i processi di vinificazione.

In Italia, però, prevale la cultura della regione di origine, mentre in Francia e in molti paesi è molto adottato il criterio di selezione sulla scelta del vitigno, prediligendo vini mono-vitigno facili da comunicare e comprendere.

Sommelier e buongustai: cosa prediligono?

Al di là dei campanilismi, spesso i vini francesi sono considerati di altissima qualità ma mentre i sommelier sono in grado di apprezzarne sfumature di gusto e olfattive, molti appassionati di vini sembrano essere delusi dopo l'assaggio delle etichette d'oltralpe.

Diversi estimatori della bevanda di Bacco hanno anche cognizione di causa, magari grazie a corsi di degustazione vino, che pur non essendo studi da sommelier, consentono con buona pratica di orientarsi nel mondo del vino.

Eppure, in diversi casi l'assaggio di vini francesi crea delle aspettative troppo alte, e in molti non trovano differenze sostanziali con degli ottimi vini francesi.

Quando non si tratta dei Premièrs Cru, vere eccellenze, molti Chardonnay italiani e francesi sembrano equivalersi.

Il successo nel mondo: esportatori di gusto

L'anno scorso le esportazioni di vino francese hanno subito un arresto, che seguiva quello di qualche anno prima, in particolare a livello di vendite dello Champagne. Già hanno accusato meno i vini Bordeaux mentre i Borgogna resistono bene anche grazie agli ottimi prezzi. Dati che segnano dei cambiamenti sia nelle vendite "di lusso" sia per i paesi verso cui si indirizzano.

Gli USA sono sempre ben disposti verso i vini di Francia, mentre in Giappone, Belgio, Germania e nel Regno Unito, sono calati gli acquisti di vini francesi, anche per le tante concorrenze ormai a livello mondiale, di vini provenienti non solo dall'Italia ma anche da territori come California, Nuova Zelanda, e la Germania e Austria che propongono produzioni ottimali sempre più raffinate.

La situazione italiana dell'esportazione vini sembra andare meglio, e se l'Italia si conferma il primo paese produttore al mondo con circa 49 milioni di ettolitri, circa la metà viene venduta come vini da export. Il costo dei vini medi è minore rispetto ai vini francesi, in particolare quelli frizzanti e questo ha portato ad un maggiore consumo dei vini spumanti italiani, ma non nel comparto dell'alta qualità.

Si sta lavorando molto nella creazione di realtà che valorizzino le caratteristiche dei vini anche nella comunicazione, mantenendo fermi i pochi elementi chiave: nome dell'etichetta, nome del produttore, uve del prodotto. Aggiungendo, magari solo per amor di marketing denominazioni come accade per i Super Tuscan, categoria di cui fanno parte i vini toscani rossi che non rispettano le regole classiche di vinificazione ma utilizzano uve differenti rispetto ai canonici vini del territorio.

 

 

( Fonte Degustibus )


Tag: vino, Italia, francia, DeGustibus


px
px
px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?