26.03.2005 | Cultura e Tradizioni

Le parole del Vino: un vitigno chiamato Fortana...

A noi appassionati di vini, più volte sarà capitato di chiederci l’etimologia dei nomi dei vitigni. Alcuni hanno una memoria storica che affonda le proprie radici nei secoli passati, altri invece come dal buio rivelano nomi che magari poco hanno a che vedere con i ricordi di chi vive in un determinato territorio: è questo il caso del Fortana, vitigno autoctono della fascia costiera adriatica della Provincia di Ferrara...

Un vitigno che tutti gli abitanti della zona conoscono come Uva d’Oro le cui barbatelle - narra la leggenda - sembra fossero parte della dote nuziale della principessa Renata di Francia, sposa nel 1528 di Ercole II d'Este, durante il ducato del padre Alfonso I. Periodo questo di massimo splendore della casata degli Este, grande cultrice della buona tavola come testimoniato in quegli anni dal grande scalco di corte Cristoforo da Messisbugo nel suo libro "Banchetti, composizione di vivande e apparecchio generale" del 1549.

Le recenti ricerche di Marcello Bertelli autore del bellissimo libro "L'Uva d'Oro", però, non solo hanno verificato l'inattendibilità di tale leggenda, ma hanno scoperto che essa è frutto di errori, anche piuttosto grossolani, di storici e georgici del XVIII secolo, che poi sono stati riportati ed amplificati dalle generazioni successive fino ad arrivare ai giorni nostri.

Rimane comunque il fatto che le testimonianze del nome Uva d'Oro hanno origini secolari come ha dimostrato Bertelli, e quindi c'è da chiedersi come mai i suoi cloni sono stati catalogati con il nome Fortana in seguito al riconoscimento della Denominazione d'Origine Bosco Eliceo nel 1989...

Recentemente ho trovato nel mio archivio un manoscritto che vi riporto integralmente, e che racconta un piccolo aneddoto di vita… la memoria è un dono che spesso trascuriamo, ed i ricordi sono fugaci compagni che ci conducono in dimensioni del tempo e dello spazio dalle quali siamo per sempre esclusi. Poter condividere i ricordi, però, ci permette di creare situazioni in cui la realtà si mescola ai desideri, generando un alone di fiaba e di sogno al quale, di questi tempi, fa bene poter credere…

Cari i miei ragazzi, a voi sembrerà una cosa senza importanza quello che ora vi sto raccontando, ma per me è stata un’emozione grandissima, e sento proprio il desiderio di dirvelo. Perché quella sera seduta a tavola insieme a voi ho sentito che col Signor Mariotti parlavate di vini di diverse qualità, fra i diversi nomi che ho sentito uno mi è rimasto molto impresso Fortana. Quel nome Fortana mi ha portata indietro nel tempo perché io quel nome Fortana l’avevo sentito pronunciare più di cinquant’anni fa da vostro padre mentre abbracciava un signore che si era avvicinato al nostro banco, nel periodo che noi facevamo il mercato a San Giuseppe di Comacchio.

Poi parlando mi raccontarono che erano stati compagni di guerra, e per varie peripezie scoprirono di essere Ferraresi.
Ma la cosa più importante che vi volevo dire è che quel famoso Tenente Fortana era il proprietario dei vigneti che a quell’epoca si trovavano a San Giuseppe, che dalla piazzola dove facevamo il mercato arrivavano fino alla spiaggia.

Lui li aveva ereditati dal nonno o dal suo bisnonno, non mi ricordo bene; comunque mi ricordo che ci aveva insegnato la stradina che attraversando i vigneti ci portava sulla spiaggia dove potevamo stenderci al sole o fare anche il bagno indisturbati. Sicchè cari ragazzi miei, vi devo dire che a me quel nome Fortana mi ha fatto rivivere un attimo la mia vita di cinquant’anni fa”.

Maffezzoni Maria,
vedova Cenacchi, nata il 13/09/1920


PS: ringrazio la Signora Maria Teresa Cenacchi, proprietaria della storica "Trattoria Volano" di Ferrara, per avermi permesso di divulgare il manoscritto che Sua madre scrisse alcuni fa in seguito ad un incontro con mio padre nei locali del ristorante.

Mirco Mariotti
axemir@libero.it

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