12.09.2006 | Itinerari del Gusto

Macedonia, la terra di Alessandro Magno

La Macedonia, al pari di altre repubbliche della ex Jugoslavia, vuole lasciarsi alle spalle il periodo buio ed ancora troppo vicino delle guerre balcaniche e conquistarsi un futuro positivo, avvicinandosi al mercato europeo (nel 2001 è stato firmato a Bruxelles l'accordo di associazione e stabilizzazione con la UE) e puntando sul turismo come motore di sviluppo e rinascita economica.

La potenzialità turistica della Macedonia conta su risorse di tutto rispetto: un ambiente naturale integro, un patrimonio di tradizioni antiche vive ancora oggi, ed un secolare retaggio storico fatto di scontri ed incontri tra la cultura orientale e occidentale. La Macedonia, assieme ad altri paesi in via di sviluppo del sud-est europeo, rientra nel programma Seenet, un'iniziativa di cooperazione promossa dalla Regione Toscana e dalle ONG Ucodep e Cospe, in accordo con la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri.

Se il governo macedone non ha ancora elaborato un progetto nazionale di sviluppo turistico, le realtà locali sono molto più dinamiche, anche se il turismo in questo paese può dirsi ancora all'anno 0. Pur con tutte le difficoltà ancora presenti a livello organizzativo, le varie agenzie turistiche incoming sono in grado di offrire interessanti proposte di tour tematici alla scoperta dei punti di forza del paese balcanico: archeologia, storia e tradizioni popolari, arte e luoghi di culto, natura.

Nell'ambito del programma Seenet, il Centro Studi Turistici di Firenze e Ucodep, hanno organizzato un tour in Macedonia rivolto ad operatori e stampa turistica italiana, per presentare al mercato italiano le potenzialità di una meta praticamente ancora inesplorata dal turismo, ma con le caratteristiche per rivelarsi una piacevole sorpresa.

Skopje, città tra Oriente e Occidente
La visita del paese non può che iniziare appunto da Skopje, detta la Capitale delle 7 Porte, una città di circa 600.000 abitanti, vicina a Tirana, Salonicco e Sofia, che si offre al visitatore come il riassunto dell'identità del paese: qui si mescolano Oriente ed Occidente, l'impero ottomano (i Turchi hanno dominato fino al 1912) e quello romano (Skopje fu colonia romana nel 146 a.C.), musulmani e ortodossi, tradizioni antiche e slanci di modernità.

Il nome della città in lingua turca è 'UsKup', ovvero 'la vecchia pentola', perfetta denominazione per il crogiolo di culture che ha sempre rappresentato. Dall'alto della collina, su cui sopravvivono le rovine della fortezza Kale (X secolo), si domina un paesaggio urbano fatto di minareti, edifici nuovi o in decadenza, cupole di bagni turchi. La città conserva le ferite del disastroso terremoto che nel 1963 la distrusse in gran parte. La vecchia stazione centrale è diventata un monumento a quella tragedia ed è oggi il museo della città.

La ricostruzione è stata un po' caotica e dai risultati architettonici non sempre azzeccati: accanto ad edifici antisismici progettati da Kenzo Tange, troviamo strutture anonime in stile 'vecchio Est europeo'. Curiosamente - e per fortuna - due dei simboli urbani di Skopje non sono stati toccati dal terremoto: il ponte di pietra sul fiume Vardar (il fiume che attraversa la città ed il paese e sfocia nell'Egeo), che unisce la città nuova a quella vecchia ('Stara Charsija'), costruito nel XV secolo in travertino bianco, ritmato da 13 ampi archi, lungo 240 metri e largo più di 6; ed il Bazar (Bit Pazar).

Vecchio di mille anni, il più grande dei Balcani, i bazar è un reticolo di stradine assolate, su cui si affacciano i negozietti di artigiani, gioiellieri (sono veramente tantissimi e tengono quasi tutti la porta aperta, come se vendessero merce non preziosa!), calzolai (la lavorazione della pelle e del cuoio è tradizionale in questo paese), microscopici bar dove si beve te' alla menta su miscroscopici tavolini. Sulla linea di tetti del Bazar spiccano il minareto della moschea di Mustafa Pasha (XV sec) e le cupole del Bagno Turco di Dahut Pasha (XV sec), edificio che subì gravi danni nel corso dei tanti terremoti ed incendi della storia di Skopje.

Quest'ultimo, dal 1958 è un museo di arte moderna e non (bellissima la collezione di icone antiche) e sede di concerti ed appuntamenti culturali. Se il bazar è il punto di vista mediorientale della città, l'ampio viale pedonale (la Via Makedonia) che conduce al Ponte di pietra è quello occidentale. Alberghi, negozi, ristoranti alla moda ed una doppia fila di splendidi ed eleganti lounge bar all'aperto, che la sera sono punto d'attrazione di folle di giovani. Lungo questo viale si trova la statua dedicata a Madre Teresa di Calcutta, nativa di Skopje.

Altre cose da vedere a Skopje: la chiesa ortodossa di San Salvatore (è di qualche gradino sotto il livello stradale, perché durante la dominazione turca vigeva l'ordine di costruire le chiese più in basso delle moschee), che custodisce una preziosa iconostasi (ciclo di icone) del 1824 in noce intagliato; il Museo Etnografico, che presenta una vasta esposizione di costumi tradizionali delle varie zone della Macedonia, bellissimi per i vivaci colori e le ricche decorazioni in argento e ricami, ed una serie di ambienti che illustrano la civiltà contadina, montanara e pastorale del paese balcanico.
Il paese di Alessandro Magno
Gli appassionati di archeologia, arte e natura, possono trovare molti motivi per visitare la Macedonia. Due grandi personaggi segnano la storia del paese: l'imperatore Giustiniano, nativo di Skopje, ma soprattutto Alessandro il Macedone, il grande conquistatore su cui anche la Grecia vanta il diritto di luogo natale. Del resto, la ruggine con la Grecia è cosa antica, anche a proposito del nome del paese, rivendicato contro l'omonima regione greca confinante a sud.

La Via Aegnatia, tracciata dai Romani, era il corridoio di passaggio che univa la città greca di Salonicco alle sponde dell'Adriatico, in Albania. Tutti i popoli che hanno attraversato questa terra strategica di passaggio dall'Oriente al Mediterraneo - greci, romani, bizantini, slavi, turchi - hanno lasciato tracce e testimonianze che oggi si possono visitare, nei resti delle fortezze, nelle numerose moschee e chiese ortodosse sparse per tutto il paese e nei siti archeologici; primo fra tutti quello di Bitola, l'antica Heraclea fondata nel IV secolo a.C. da Filippo II, padre di Alessandro.

La necropoli di Trebenista; l'acquedotto romano di Skopje; le antiche città di Skupi (distrutta da un terremoto, Stobi, Bargala... Numerosi i luoghi di culto ortodosso, fra cui San Panteleimon (Nerezi, Skopje); San Spas (è il San Salvatore citato sopra) ed il Monastero di Markov (Skopje); a Ohrid ci sono San Naum, Santa Sofia (dall'interno meravigliosamente affrescato), San Clemente, San Giovanni Caneo (piccola chiesa-gioiello su una terrazza di roccia affacciata sul lago).

Un luogo delizioso per una sosta rinfrescante - il clima della Macedonia in estate è veramente torrido - è il Canyon di Matka a circa mezz'ora d'auto dalla capitale. Il fiume impetuoso (Tresca, il "fiume della febbre") che scorre tra ripide pareti di roccia coperte di boschi è un'ottima palestra per rafting, canoa e kayak. Da visitare qui c'è anche il piccolo Monastero di S.Andrea, nascosto nel verde. Il vasto patrimonio naturalistico della Macedonia comprende numerosi laghi. Il più noto è quello di Ohrid, a ovest, condiviso con l'Albania (il confine albanese è a circa 40 km).

Posto ad una quota di circa 700 metri sul livello del mare, il lago supera i 30 km di lunghezza ed ha una larghezza tra gli 11 ed i 14 km. Profondo dai 145 ai 294 metri, il lago è una preziosa riserva di acqua dolce (50 km cubici d'acqua) e le sue acque sono blu come quelle del mare e trasparenti fino alla profondità di circa 20 metri. La temperatura dell'acqua non supera mai i 26°C e non scende mai sotto i 5°C. Grazie a queste caratteristiche dell'acqua ed al suo isolamento, il lago di Ohrid ha conservato varie forme peculiari ed endemiche di vita acquatica, come le trote salmonate, protagoniste della gastronomia locale, e le spugne (Ochridaspongia rotunda).

Il lago e la sua deliziosa, omonima cittadina fanno parte di un paesaggio culturale di pregio, inserito dall'Unesco nel patrimonio dell'umanità, per la peculiarità dell'ambiente naturale e per la singolare ricchezza storica ed artistica della città (teatro romano, chiese affrescate, mosaici, fortezza medievale). Data la vicinanza con la Grecia, questa zona, già abitata in epoca preistorica, fu interessata dalla cultura ellenica. In quell'epoca, la città di Ohrid si chiamava Lihnidos e durante la conquista romana dell'Illiria rappresentò uno dei luoghi strategici di passaggio, come testimonia il tracciato della Via Aegnatia.

All'epoca della conquista romana risale il teatro romano di Ohrid. Dopo la caduta di Roma, Lihnidos fece parte dell'Impero Romano d'Oriente e divenne sede episcopale. Grazie a quest'importante ruolo religioso, nella regione di Ohrid furono costruite numerose basiliche, ma il periodo d'oro arrivò verso il IX secolo, grazie alla presenza del vescovo San Clemente d'Ohrid (da cui il nome della città) e di San Naum (discepoli dei civilizzatori slavi Cirillo e Metodio), che fondarono qui la prima università del mondo slavo. A Ohrid sembra di stare su un'isola greca dell'Egeo, tanto il grande lago dà l'idea di essere un mare, e così è effettivamente vissuto dai Macedoni, che lo prediligono come meta turistica e balneare.

La città è affascinante di giorno, per la sua luce mediterranea, gli scorci panoramici sul lago, le gite in barca, i ristorantini all'aperto, le belle case bianche con tralicci di legno del XIX secolo, le stradine in saliscendi, le chiesette affollate di affreschi e icone; poi diventa ancora più animata di sera, quando ci si fa largo a fatica nelle viuzze dove si aprono i locali alla moda, straripanti di ragazzi e di musica ad alto volume. Chi cerca una serata più tranquilla può dedicarsi ad una rilassante passeggiata sul lungolago, dove non manca mai una fresca brezza, anche nel cuore dell'estate più calda.
Un bazar di sapori
Viste le tante popolazioni che si sono incrociate in Macedonia, nel corso dei secoli, i numerosi paesi confinanti (Grecia, Bulgaria, Albania, Kossovo) ed i traffici commerciali che hanno avuto come sede i bazar ed i caravanserragli di Skopje, è naturale che anche la cucina sia un autentico 'bazar' di sapori, con ingredienti e ricette che arrivano dal Mediterraneo e dal vicino Oriente. Assaggiando i numerosi, appetitosi antipasti macedoni, sembrerà di assaporare i 'metzés' greci, e la Grecia, così come la Bulgaria, sono le principali fonti d'ispirazione gastronomica della cucina macedone.

La cucina macedone tradizionale combina, infatti, caratteristiche balcaniche e mediterranee, con una vasta eredità di gusti turchi. Alcune specialità, come il 'tarator' (yogurt acido con cetrioli); il 'pinzdur' (mousse con peperoni e melanzane) ed il dolce 'baklava' sono tipiche della cucina bulgara. Piatti dal sapore turco sono invece la carne arrostita 'kebab' e la classica 'burek', una torta salata di sottile pasta sfoglia ripiena di spinaci, formaggio, carne tritata e varie altre combinazioni di ripieno.
Piatti macedoni sono i 'tavce gravce' (fagioli stufati); l'insalata 'shopska' (tipo l'insalata greca, con pomodori, cetrioli, cipolle e formaggio); la 'shashic' (carne tritata e aromatizzata, tipo hamburger); l''ajvar' (una salsa a base di peperoni rossi dolci). Nella zona del lago di Ohrid si degusta il pesce di lago, primo fra tutti la rinomata trota salmonata, e poi l'anguilla, la carpa e la 'belvica' un altro pesce di lago.

Grazie al suo clima, la Macedonia è il cuore agricolo dei Balcani, ed ha una ricca produzione di verdure, agrumi, uva, tabacco, riso e tè. Anche il numeroso bestiame (bovini, ovini), gli animali da cortile e l'abbondante selvaggina dei fitti boschi macedoni, forniscono materia prima per i cibi tradizionali. Vasta la scelta dei formaggi e dello yogurt, soprattutto da latte ovino e caprino. In Macedonia c'è anche una buona produzione di vini di qualità, come il Vranec, il Cabernet Sauvignon e il Merlot e non manca la potente acquavite 'rakija', un superalcolico tipico di tutta l'area balcanica.

Una meta alternativa
Fra gli altri punti a favore della Macedonia, come destinazione turistica alternativa, c'è la vicinanza all'Italia (il volo quotidiano di linea MAT da Roma impiega circa 1ora e 40 per raggiungere la capitale Skopje), un rapporto qualità/prezzo sicuramente competitivo (la moneta corrente è il dinaro: 1 euro = 60 dinari e gli euro sono accettati pressochè ovunque); facilità di comunicazione (l'inglese è largamente compreso e parlato e ci si può capire anche in italiano) e, non ultimo, un'ottima gastronomia, anch'essa espressione della personalità del paese, orientale ed occidentale insieme.

Il T.O. Estland di Roma, specializzato nella programmazione dei paesi del nord e dell'est Europa, è uno dei pochi operatori italiani a proporre la destinazione Macedonia. In catalogo sono presenti i principali poli d'attrazione del paese, dalla capitale Skopje ai siti archeologici, alle bellezze naturali e storiche della regione di Ohrid. La Macedonia è trattata anche nei viaggi a tema, come quelli dedicati all'archeologia ed alla caccia.

Chi è Franca Spazzoli Romagnola DOC, vive tra Cervia, Ravenna e Bologna. Laureata in Lingue all' Università di Bologna, parla Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco e dialetto romagnolo :)
Giornalista, appassionata di mare, viaggi, cucina, vini (è aspirante sommelier), rum e sigari cubani, lavora da vari anni nel turismo, occupandosi di comunicazione e promozione.
Collabora con il quotidiano di turismo al trade L'Agenzia di Viaggi ed altre testate di settore.
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