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			Operazione non nuova ai vertici delle 
			Cantine dei Colli Berici che già nel 1989 operavano una 
			prima fusione tra cantine sociali con la 
			Cantina di Barbarano Vicentino e successivamente nel 1999 
			con l’acquisto della quota di maggioranza della
			Società Cielo SPA di Montorso Vicentino 
			aumentando la propria presenza sul mercato della vendita di 
			bottiglie e brick in seno alla grande distribuzione che attualmente 
			vede la “Cielo e Terra” occupare il quarto posto a livello nazionale 
			della GDO. 
			 
			Numeri assolutamente importanti quelli della nuova cooperativa del 
			settore vitivinicolo, tali da portarla ad essere
			la più grande Cantina sociale d’Italia. 
			(Cooperativa di primo grado). Parliamo di 2.200 soci produttori , 5 
			stabilimenti di cui 4 di vinificazione ed uno di imbottigliamento,di 
			oltre 4000 ettari di vigneto per una produzione di 900.000 quintali 
			di uve lavorate ed una capacità di incantinamento pari ad un 
			1.200.000 ettolitri di vino. Tre le DOC che verranno imbottigliate 
			suddivise in percentuale dell’ 85 per cento di DOC ARCOLE, per l’80 
			per cento DOC VICENZA ed il 70 per cento di DOC COLLI BERICI con una 
			predominanza dei vini bianchi a DOC e IGT pari al 70 per cento 
			rispetto ai rossi che coprono la restante percentuale del 30 per 
			cento. 
			 
			Il fatturato annuo totale si aggirerà intorno ai 70 milioni di euro, 
			con una produzione annua di oltre 40 milioni di litri di vino 
			imbottigliato e confezionato, mentre è del 30 per cento la quantità 
			di vino che viene esportato. L’organigramma della nuova struttura, 
			presieduta dal Cav. Roberto Muraro 
			prevede tre vicepresidenti nei nomi di 
			Carlo Bressan, Giuseppe 
			Meggiolaro e Giorgio Nicola 
			Nicolin ed un direttore generale, l’enologo
			Giancarlo Prevarin, oltre ad un 
			centinaio di dipendenti. 
			 
			Sicuramente il dato più interessante viene da questo aver varcato i 
			confini, dall’immagine di forza e prospettiva economica e 
			commerciale che questo sconfinamento territoriale tra le due 
			province,veronese e vicentina, vuole dare ad impulso di un economia, 
			quale quella del settore vinicolo già molto “globalizzata” oltre ad 
			aver uniformato così un territorio che tutela da eventuali eventi 
			atmosferici proprio perché parte dai piedi dei Colli Euganei sino 
			alle porte di Verona. “Con l’allargamento del mercato europeo da 15 
			a 25 paesi e la scoperta del vino in altre aree geografiche ,come ad 
			esempio la Cina, il nostro mercato è diventato il mondo. 
			 
			Noi non delocalizziamo, -sostiene in presidente Muraro- ma 
			investiamo perché crediamo che il territorio vada ben gestito e 
			conservato in base alle potenzialità economiche con un occhio alla 
			ricerca e puntando all’innovazione dei propri vigneti per arrivare 
			ad una riduzione dei costi ed una maggiore qualità derivante in 
			questo caso dalla vigna.” 
			 
			-- 
			Luisanna Peretti 
			luisannaperetti@tiscali.it  |