L’obiettivo è quello che la ristorazione
possa riappropriarsi della cultura alimentare e dei sapori antichi
diventandone un volano di gusto e di conoscenza; il marchio “Ristorante
Tipico” intende dunque identificare un circuito
ristorativo d’eccellenza che promuova il territorio e la tradizione
gastronomica locale.
“Perugia è una città di cultura e d’arte – dichiara l’assessore al
Turismo Ilio Liberati –
impegnata nella promozione delle sue eccellenze tra cui spiccano
quelle enogastronomiche. Il progetto Ristorante Tipico certificato
rappresenta l’impegno a valorizzare iniziative che possano mettere a
sistema la filiera turismo-ambiente-cultura. E’ necessario –
prosegue Liberati – più impegno anche da parte degli operatori della
ristorazione per favorire una sintonia con gli obiettivi
qualificanti della città tra cui questo progetto volto alla tutela
delle produzioni enogastronomiche locali”.
“Ben vengano iniziative come questa – dichiara
Giorgio Mencaroni, presidente della Confcommercio
della provincia di Perugia e del Consorzio Umbria Sì - in grado di
fissare i parametri della tipicità di un territorio: realizzare una
guida del piatto tipico e dei prodotti locali significa vivere un
momento di crescita sia culturale che di immagine in cui la
ristorazione sarà assoluta protagonista”.
Il disciplinare del “Ristorante Tipico” si basa sulla ricerca dei
piatti tipici e tradizionali di Perugia e della Regione Umbria:
piatti che siano stabilmente acquisisti nella tradizione culinaria
del territorio e che affondino le radici nella tradizione scritta e
orale dell’Umbria.
Il menu dei ristoranti che aderiscono al progetto dovrà comprendere,
tra la gamma proposta, almeno cinque antipasti, cinque primi piatti,
quattro secondi piatti, due contorni, due formaggi e tre dessert
presenti nel disciplinare sottoscritto.
I vini dovranno comprendere almeno un’etichetta del vino Igt e Doc
esistente nel territorio dove si trova il ristorante e almeno cinque
altre etichette tra le tipologie di vini Igt, Doc e Docg della
regione. Al fine di promuovere i prodotti regionali, sarà
obbligatorio l’utilizzo di prodotti tipici: ne è un esempio il
carrello degli oli dove dovrà essere garantita la presenza di
prodotti Dop dell'Umbria provenienti da almeno due delle cinque
sottozone in cui la Dop è suddivisa.
Nel menu dei ristoranti aderenti dovranno comparire, con una
adeguata valorizzazione, i piatti e i vini locali oltre ad
indicazioni sull’origine dei prodotti umbri utilizzati e ad un
piatto preparato con il cioccolato: elemento fortemente radicato nel
patrimonio gastronomico del territorio.
“Questo modello – afferma ancora Liberati – potrebbe essere
esportato a livello nazionale e sicuramente lavoreremo affinché in
Umbria possa estendersi in modo unitario su tutto il territorio”.
Ai lavori preparatori del progetto, ha partecipato anche il critico
enogastronomico
Paolo Massobrio che firma Il
Golosario, la guida alle 1000 cose buone d'Italia, presentato in
anteprima nazionale un anno fa proprio a Perugia.
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Sarah Scaparone
sarah.scaparone@clubpapillon.it |