Un andamento positivo,
sebbene la situazione si profili differenziata nei principali paesi
produttori. Per Spagna, Tunisia e Marocco la tendenza è prevista positiva;
in Grecia, Turchia e Siria si stima una flessione; in Italia, invece, si
ritiene che la produzione non abbondante non dovrebbe discostarsi dal dato
della precedente annata.
Segnatamente, nel nostro Paese, le attese per un'abbondante campagna di
"carica", giustificate anche da un inverno piovoso, sono state compromesse
in parte dalle gelate primaverili ed in parte dalle alte temperature del
mese di giugno che hanno condizionato la delicata fase della allegagione.
Se tali previsioni verranno confermate, la produzione italiana di olive da
olio per il terzo anno consecutivo non sarà eccezionale.
Si evidenzia, inoltre, che nello scenario italiano, come già riscontrato
in quello mediterraneo, sussistono differenziazioni a livello regionale e
per areali di riferimento. Nel Centro Nord si segnala il netto calo delle
produzioni di Umbria e Toscana - dovuto essenzialmente alle gelate della
metà di aprile - e la flessione di Liguria e Marche, la controtendenza
delle piccole olivicolture delle zone DOP del Nord Est e la buona tenuta
della produzione laziale. Nel Sud, soltanto la Puglia, trascinata
dall’ottima annata della zona Nord (Foggia e Bari) e la Basilicata
evidenziano un progresso rispetto alla campagna precedente. Le altre
regioni, a parte il Molise che denota ancora una situazione instabile,
segnalano un netto calo delle produzioni, probabilmente meno marcato in
Sardegna, già reduce da una campagna di "scarica".
Fonte:
Ismea |