05.04.2004 | Normative

Pasqua: Uova, è l'etichetta la sorpresa su 300 milioni di gusci

"Il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es.IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia ed infine il codice distintivo dell'allevatore". Sono queste le indicazioni della Coldiretti per decodificare le nuove etichette delle uova...

Uova che "a sorpresa" faranno la loro comparsa su 300milioni di uova di gallina che si stima verranno consumate nella settimana di Pasqua per impieghi industriali, artigianali, consumi diretti e per decorazioni pasquali. Una interessante novità - precisa la Coldiretti - per un periodo in cui tradizionalmente si registra la più alta domanda di uova dell'anno. Il nuovo sistema di etichettatura e marchiatura delle uova con l'obbligo di indicare la provenienza e il metodo di allevamento è stato adottato - sostiene la Coldiretti - per garantire la trasparenza nel percorso dal pollaio alla tavola e consentire acquisti consapevoli ai consumatori.

La nuova normativa comunitaria sulle uova con "pedigree"- precisa la Coldiretti - rappresenta un importante passo in avanti per rispondere alla domanda di trasparenza di imprese e consumatori che chiedono di poter conoscere l'origine degli alimenti acquistati soprattutto di fronte ai recenti scandali alimentari. Dopo l'etichettatura di origine della carne bovina per far fronte alla crisi di mucca pazza, gli obblighi di legge sull'esposizione al pubblico di cartelli con origine, varietà e categoria della frutta e verdura commercializzate, è arrivato anche l'obbligo di etichettatura dal campo alla tavola per le uova, ma molto resta tuttavia ancora da fare e l'etichetta è anonima - precisa la Coldiretti - per il latte, per il pollame, i conigli e la carne di maiale come pure per l'olio extravergine di oliva che è possibile commercializzare sotto forma di miscele di oli di origine diversa senza che ciò venga indicato in etichetta.

Mentre anche per la frutta e verdura conservata e trasformata in scatola o surgelata la legge non prevede alcun obbligo di indicare l'origine in etichetta come accade con l'importazione di semilavorati cinesi utilizzati in concentrati e preparati al pomodoro nazionali e il succo di arancia importato dal Brasile. Una situazione che potrebbe presto cambiare grazie alla proposta di legge popolare per "l'indicazione obbligatoria nell'etichettatura dell'origine dei prodotti alimentari" sostenuta dalla Coldiretti e che ha raccolto il consenso di un milione di firme ed è ora all'esame del Parlamento.

Secondo l'ultima indagine del "Barometro dei consumatori" effettuata da Eurisko per Indicod (27.000 imprese industriali e della distribuzione associate) il 78 % dei consumatori - riferisce la Coldiretti - sente il bisogno di più informazione sull'origine degli alimenti che acquista, ma si scontra con il fatto che solo nel 17 % dei casi è realmente possibile essere nelle condizioni di conoscere, attraverso l'etichetta, la provenienza. In Italia - riferisce la Coldiretti - sono prodotte ogni anno quasi 13 miliardi di uova quasi del tutto sufficienti a soddisfare la domanda del consumo nazionale che raggiunge un valore medio per abitante di 223 uova all'anno.

Fonte: Coldiretti.it

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