18.04.2016 | Cultura e Tradizioni Inserisci una news

Barolo Day 2016

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Si è svolta sabato 16 aprile presso il ristorante La Cascata di Verduno (Cuneo) la Giornata dell’Assaggiatore dedicata al Barolo

Un momento di incontro, confronto e crescita che si inserisce nel programma di formazione tecnica per i propri soci, organizzata da Onav nazionale in collaborazione con la sezione di Cuneo diretta da Elido Prette e la sezione regionale del Piemonte guidata da Guido Raynero, anche delegato della sezione di Torino e provincia.

 

Hanno partecipato ai lavori: Vito Intini, presidente nazionale Onav; Michele Alessandria, direttore Onav, l'enologo Armando Cordero, classe 1929, dal 1980, anno in cui fu approvata la docg per il Barolo e Barbaresco, e per 35 anni presidente della Commissione di Assaggio; prof. Vincenzo Gerbi, titolare dei corsi di Enologia ed Enografia presso l'Università di Torino e presidente della Commissione scientifica dell'Onav; l'enologo Lorenzo Tablino ed alcuni produttori, tra cui Maurizio Rosso, Cristina Oddero, Francesco Cordero, Paolo Fenocchio.

 

È stata l'occasione per festeggiare Armando Cordero, "l'uomo del Barolo", socio onorario Onav, con la consegna di una copia della prestigiosa Ampelografia Universale Storica Illustrata, edita da L'Artistica di Savigliano, un approfondito lavoro curato da Anna Schneider, Giusi Mainardi e Stefano Raimondi.

 

Apertura dei lavori al professor Gerbi che ha delineato il Nebbiolo, vitigno storico della falda dell'Alpe come lo definiva Giorgio Gallesio nella Pomona italiana (1817-1839). L'area di produzione si estende dalle Langhe, alla valle d'Aosta, all'alto Piemonte fino alla Valtellina. Prime citazioni, un documento dei Conti della Castellania di Rivoli del 1266. Un vitigno esigente dal punto di vista climatico, difficile da coltivare e da vinificare, tanti sinonimi (Chiavennasca, Prunent, spanna, Melasca, Picoltener..), negli ultimi trent'anni grazie al lavoro congiunto di ricercatori e produttori, con un'attenta selezione clonale e con l'applicazione della biologia molecolare che ha permesso di studiare il dna dei vitigni ha vissuto un cambiamento epocale. Il prof. Gerbi ha anche ricordato che Verduno si trova al centro di un triangolo storico che ha come vertici luoghi che hanno segnato la storia del Barolo, Castello di Grinzane, quello di Barolo e l'Agenzia di Pollenzo, in cui hanno operato personaggi altrettanto significativi: famiglia Falletti, Camillo Benso Conte di Cavour, il generale Staglieno e l'enologo francese Louis Oudart.

 

Lorenzo Tablino si è soffermato sull'aneddotica storica e sulle caratteristiche sensoriali del vino, suggerimenti utili per poi seguire la degustazione tecnica del 18 campioni.

 

Puntuale e garbato l'intervento di Armando Cordero che tratta del terreno vario e complesso della zona del Barolo, caratterizzato da due profili geologici di origine terziaria, Elveziano (più antico) e Tortoniano con marne mioceniche calcaree e leggermente sabbiose a volte intercalate da marne argillose e sabbie arenacee. La zona di origine tortoniana con marne di sant'Agata, dove troviamo La Morra e Verduno, regala vini profumati, fruttati ed eleganti; nella zona di origine Elveziana troviamo Castiglione Falletto, Monforte, Grinzane e Barolo in cui il vino risulta più strutturato ed alcolico adatto a lunghi invecchiamenti. Anche Cordero pone in evidenza i cambiamenti degli ultimi trent'anni avvenuti in vigneto e in cantina e quanto mai suona calzante una frase di Carlin Petrini riportata dal prof. Gerbi che "la tradizione altro non è che una innovazione ben riuscita".

 

Attraverso i tempi stesse le emozioni e le sensazioni, il Barolo incanta amatori e conoscitori, quindi si passa alla degustazione dei 18 baroli, selezionati per poter presentare i vari territori, una sequenza partita dall'annata più giovane, il 2012, per terminare con un 2006. Entrambe le annate sono considerate ottime. La degustazione rimane una operazione difficile da tenere perfettamente obiettiva e come scriveva Cesare Pavese "Tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo", un vino che appartiene ad una dimensione mitica con 13 milioni di bottiglie prodotte. La zona di origine delle uve adatte a produrre il Barolo docg, come delimitata dal disciplinare di produzione, comprende 11 Comuni: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba e parte dei comuni di Cherasco, Diano d'Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d'Alba, Novello, Roddi e Verduno.

 

Questi i vini degustati:

 

  • Cordero di Montezemolo Barolo Monfalletto 2012
  • Giuseppe Rinaldi Barolo Brunate 2012
  • Vietti Barolo Castiglione 2012
  • Gigi Rosso Barolo Tre Comuni 2012
  • Luciano Sandrone Barolo 2012 Cannubi Boschis
  • Rivetto Barolo del Comune di Serralunga d'Alba 2012
  • Bel Colle Barolo Monvigliero 2011
  • Renato Ratti Barolo Marcenasco 2011
  • Bartolo Mascarello Barolo 2011
  • Vite Colte (Terre da vino) Barolo Essenze 2011
  • Fontanafredda Barolo 2011
  • Sordo Giovanni Barolo Rocche di Castiglione 2010
  • Pio Cesare Barolo 2010
  • Domenico Clerico Barolo Ciabot Mentin Ginestra 2010
  • Cantine Oddero Barolo Bussia 2009
  • Aldo Conterno Barolo Colonnello 2009
  • Terre del barolo Barolo Rocche di Castiglione 2008 riserva
  • Ceretto Barolo Brunate 2006

 

Una degustazione di grande qualità in cui il nebbiolo risulta valorizzato con i suoi profumi vellutati di frutti neri, petali di rosa, viola, caffè, liquirizia, tabacco e cacao. In qualche campione anche ricordi di tartufo. In bocca una sensazione di potenza, morbidezza. Grande eleganza e finezza.

 

 


Tag: Barolo, onav, nebbiolo, tablino, Cordero, gerbi


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