25.05.2015 | Itinerari del Gusto Inserisci una news

La parola al Roero

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Il Roero, un territorio ricco di fascino naturalistico, artistico, culturale ed enogastronomico

Il Roero, un territorio ricco di fascino naturalistico, artistico, culturale ed enogastronomico. Una terra da esplorare con calma e attenzione, alla ricerca dei minimi particolari, mai insignificanti, percorrendo le strade di campagna che collegano i fondovalle ai crinali o addentrandosi tra le stradine che animano i borghi ai margini dei più noti e frequentati paesi come Vezza, Canale e Montá, tutti nomi abbinati ad Alba dopo il loro passaggio agli inizi del 1800 dalla diocesi di Asti a quella del capoluogo langarolo.

Nomi che comunque ancor prima non furono messi a caso bensì per individuare e identificare immediatamente la loro posizione geografica: sulle pendici di una collina, nello stretto fondovalle attorniato dalle colline, al culmine di una salita...

 

Girovagando senza fretta in questi luoghi dove è ancora molto presente e facilmente individuabile la biodiversità della natura, con vigneti inframmezzati da noccioleti, alberi da frutto, pascoli e boschi, colpisce innanzitutto la singolare conformazione delle colline di origine più recente rispetto alla vicina Langa, intorno a 5 milioni di anni fa, ricche di sabbia e di fossili marini, che improvvisamente, allo svoltare di una curva del nostro cammino, appaiono come "mozzate", prive cioè del tipico declinare verso valle, per lasciare spazio a incredibili strapiombi mozzafiato: ecco le cosiddette "Rocche del Roero", impressionante fenomeno geologico di erosione di intere colline da parte del vecchio corso del fiume Tanaro.


Alla sommità di alcune di queste colline sorgono ancora oggi piccoli centri abitati, con pievi, chiese o manieri di rilevante interesse storico-artistico, come Monteu Roero, sormontato dal suo Castello, posto in posizione dominante alla sommità di una delle alture più alte e ripide del Roero, acquistato recentemente dai fratelli astigiani Berta, titolari dell'omonima distilleria, con l'intento di restaurarlo e trasformarlo in un Centro Culturale.

 

La natura come ho già detto è la vera regina del Roero, regalando chicche pressochè uniche, come il Sentiero della Castagna Granda, un'oasi di pace godibile appieno nei mesi estivi che conduce alla pianta di castagno più grande d'Europa, datata oltre 400 anni e recentemente censito dalla Regione Piemonte nel volume "Alberi monumentali del Piemonte".


Un territorio dove è possibile incontrare anche eccellenze gastronomiche, come il ristorante stellato Enoteca di Canale e la sottostante Osteria dell'Enoteca, che ha recentemente aperto i battenti sotto l'attenta regia dello chef Davide Palluda coadiuvato dalla sorella Ivana. Non sono da meno in termini di qualità e attenzione all'utilizzo e valorizzazione dei prodotti roerini altre decine di realtà meno blasonate, come la Trattoria dei Cacciatori di Monteu Roero o il Ristorante Marcelin di Montà d'Alba.

 

Personalmente più volte ho rilevato e segnalato i notevoli e costanti miglioramenti in termini di piacevolezza, bevibilità ed eleganza riscontrati nei Roero Docg degustati (prezioso è stato il traino del "cugino" Roero Arneis, vino bianco da uve autoctone che sta vivendo un momento di invidiabile floridità), creati con uve Nebbiolo da vigne coltivati su questi terreni sabbiosi e calcarei macchiati da rare chiazze argillose, grazie soprattutto a un'attenta gestione del vigneto, dalla quantità alla qualità dell'uva raccolta, insieme alla riduzione dell'apporto di legno, limitandone l'affinamento in botti o barrique nuove.

Un impegno costante di ricerca, sperimentazione e confronti periodici tra produttori volto alla creazione di uno stile univoco di Roero Docg, seppur con inevitabili ed interessanti sfumature interpretative diverse da azienda a azienda, domando e allo stesso tempo valorizzando qualità e criticità del vitigno Nebbiolo, non limitandosi cioè a una sua vinificazione "semplice", con l'estrazione degli invitanti profumi floreali e fruttati e l'ottima beva che già contraddistinguono i loro Nebbiolo d'Alba o Langhe Nebbiolo.

 

Un lavoro che ha portato a una riduzione degli ettari vitati, ora poco più di 100 ettari (quasi un ventesimo del Barolo e circa un sesto del Barbaresco), di pari passo con un fisiologico calo sia della produzione in ettolitri, arrivata a quota 5.453, pari a un numero di bottiglie che si è assestato poco sopra le 700.000 unità.

 

Per chi apprezza maggiormente l'invitante piacevolezza e freschezza sia al naso che nel gusto, unita all'indispensabile e gradita notevole pulizia del prodotto, dove si possono percepire la frutta rossa fresca e croccante, la mineralità e un tannino fragrante, può certamente trarre gioia e appagamento sorseggiando il Roero Docg di Matteo Correggia e il "Montespinato" della Cascina Chicco di Canale, il "Cornarea" dell'omonima cantina di Vezza d'Alba, il "Brich d'America" di Marsaglia e il "Montegalletto" di Cascina del Pozzo, aziende entrambe con sede a Castellinaldo, il "Monfrini" di Maurizio Ponchione di Govone, il "Prachiosso" di Angelo Negro di Monteu Roero e il "Bric Valdiana" di Giovanni Almondo di Montà d'Alba.


Viceversa i Roero Riserva Docg si caratterizzano per una corposità e complessità maggiore, senza tuttavia perdere la seduzione e l'ammaliante beva. Da segnalare in questo caso dai vigneti di Canale il "Castelletto" di Malabaila, il "Roche d'Ampsej" di Matteo Correggia, il "Mompissano" della Cascina Ca' Rossa, il "Printi" di Monchiero Carbone, la "Riserva" dell'Azienda Pace e il "Trinità" dell'azienda Malvirà; da Montà d'Alba il "Rocche dra Bossora" di Michele Taliano, il "Bric Aût" di Generaj, il "Braja" di Deltetto e l' "Antaniolo" dell'azienda Pelassa; da Vezza d'Alba il balsamico "Valmaggiore" di Cascina Chicco e la "Riserva" dell'azienda Demarie, uniti al "San Francesco" di Lorenzo Negro di Monteu Roero.


Luciano Pavesio

 

Nelle foto: veduta del Castello di Guarene, bottiglie di Roero Docg in degustazione all'anteprima di Nebbiolo Prima ad Alba, cartina che circoscrive il territorio del Roero e un tramonto sui vigneti di Nebbiolo da Roero Docg.

 



Tag: nebbiolo, Roero, arneis, alba, Montà, Canale, Vezza, Monteu, Palluda


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