31.03.2009 | Eventi Inserisci una news

A VILLA SASSI E’ ANDATO DI SCENA IL ROERO

Invia un commento

Buon afflusso di appassionati e operatori per degustare i vini di 25 produttori

La prima delle tradizionali kermesse stagionali dedicate alle zone vinicole più prestigiose del Piemonte organizzate dalla Delegazione di Torino dell’Associazione Italiana Sommelier è andata in scena nelle accoglienti sale della location Villa Sassi di Torino. Nutrita la presenza di produttori, ben 25, con un buon incremento di giovani aziende a fianco di nomi noti nel panorama nazionale. Gli appassionati e gli addetti del settore enogastronomico hanno così potuto comparare le ultime annate prodotte dai premiati Sandrone, Hilberg Pasquero, Malvirà, Correggia, Negro, Cascina Val del Prete, Deltetto e Cascina Chicco ai meno decorati Bric Cenciurio, F.lli Botto, Bruno Franco, Marsaglia, Pinsoglio e Pelassa, tanto per fare qualche esempio, scoprendo qua e là prodotti curati nell’olfatto e ricchi nel gusto, che hanno degnamente tenuto il confronto con i “fratelli” ben più famosi e diffusi. Una rapida carrellata iniziando dai prodotti “atipici”, come l’ottimo Langhe bianco 2006 a base sauvignon di Correggia, equamente suddiviso in fase di maturazione tra la botte d’acciaio e le barrique usate, e il particolare Rosè a base di uve nebbiolo prodotto da Vico. Nelle “bollicine”, in lento ma continuo crescendo di produzione anche in questa zona, spicca senza dubbio il Roero Arneis Metodo Classico 2005 di Negro Angelo e figli, un extra-brut inferiore ai 5 grammi/litro di zucchero residuo, frutto di 24 mesi sui lieviti, dotato di un’ottima bevibilità e persistenza in bocca. Ancora forse un po’ giovani, come denuncia l’acidità pronunciata, gli spumanti Extra-Brut e Brut di Deltetto, entrambi taglio in parti pressochè uguali di chardonnay e pinot nero, con permanenza sui lieviti rispettivamente di 30 e 18 mesi, così come il Rosè, 24 mesi di affinamento di questo singolare taglio pinot nero e nebbiolo in parti uguali previa macerazione a freddo di 24 ore.

I Roero Arneis, quasi tutti dell’annata 2008, che in termini di gradazione e corpo non ha assolutamente patito la primavera eccessivamente piovosa,  sono stati un po’ penalizzati dal recente imbottigliamento e dall’inevitabile aggiunta di anidride solforosa, utile per evitare ossidazioni eccessive e preservarne la conservazione; da segnalare la morbidezza dei vini di Negro, Bric Cenciurio e Val del Prete, e la freschezza di Malvirà, Almondo e Correggia.

Frutto di ciliegia e ottime bevibilità per la Barbera d’Alba “Mulassa 2005” di Cascina Ca’ Rossa, “Serra dei Gatti 2007” di Cascina Val del Prete, “Castellinaldo 2005” di Marsaglia e la “Superiore 2006” di Vico, mentre la struttura è decisamente importante, senza pregiudicarne comunque la beva, per la “Naunda 2006” di Bric Cenciurio, la “Filatura 2007” di Porello, la “Carolina 2006” di Val del Prete e la “Superiore 2006” di Hilberg Pasquero.

Molta attesa per i vini rossi a base nebbiolo, un interessante confronto tra il Roero e il Nebbiolo d’Alba. Per entrambi aspettative tutt’altro che deluse, a cominciare dai roeri “Prachiosso 2006” e “Sudisfà 2005” di Negro Angelo, con il primo più fragrante grazie all’affinamento in una nuova botte da 50 ettolitri, mentre il secondo è senza dubbio più ricco e complesso, frutto di un’accurata scelta delle migliori uve di proprietà e 24 mesi di barrique di media stagionatura. Molto buone anche le due “riserve” 2005 di Malvirà, il “Trinità” e il “Mombeltramo”, così come il “Bricco Medica 2006” di Val del Prete e il “Valmaggiore riserva 2005” di Cascina Chicco. Più tannino e acidità si riscontrano invece nel Nebbiolo d’Alba, caratterizzati anche da un colore più scarico rispetto ai precedenti, a cominciare dal “Vigna di Lino 2006” della Cascina Val del Prete, così come il “Valmaggiore 2007” di Sandrone proveniente dai vigneti di Vezza d’Alba, ancora un po’ scomposto a causa del recente imbottigliamento, e il “La Val dei Preti 2006”, cavallo di battaglia dell’indimenticabile Matteo Correggia. Atipico come sempre il Nebbiolo d’Alba 2007 di Hilberg Pasquero, mentre più tradizionali e piacevoli quelli di Pinsoglio Fabrizio e Porello, dotati tra l’altro da un ottimo rapporto qualità prezzo.

 

Luciano Pavesio


Tag: nebbiolo, Roero


px
px
px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?