23.09.2002 | Vino e dintorni

Primitivo

Chi scrive è da tempo un appassionato sostenitore del Primitivo di Manduria, fin dai tempi (invero pochi anni fa) dei Primitivi da poche migliaia di lire, nuances dolciastre e scarso appeal, che già tuttavia lasciavano intravedere un grande potenziale...

Fra i primi a Genova ad assaggiare il Primitivo prodotto dall'azienda agricola Felline, ne rimasi colpito e sperai potesse diventare un punto di riferimento per gli altri produttori, e ne tirasse la volata. 

Così, in parte, è successo. Anche se il reale valore del vitigno è ancora lontano, credo, dall'essere espresso pienamente, già oggi non è difficile trovare degli ottimi prodotti: dallo stesso Felline, allo Zinfandel di Sinfarosa, all'Accademia dei Racemi. Di recente, ho provato molto piacere nello stappare il Primitivo Santera di Leone de Castris, già famoso per il salice Salentino Donna Lisa. 

Piacere, dicevo, e anche un pizzico di stupore nel notare come questo prodotto non sfiguri affatto al confronto di quelli succitati, che pure costano diversi euro di più. L'annata dovrebbe essere il novantanove, mi scuso ma purtroppo non ne sono sicuro. 

Il colore era intenso, anche nell'unghia, il profumo suadente di frutti rossi ed una spiccata e persistente nota di geranio. Piena corrispondenza in bocca, e buona persistenza. Tutto questo a sette euro circa in enoteca. 

Unico appunto: l'etichetta. Forse siamo abituati troppo bene con i produttori del centro sud, che, quanto a fantasia e bellezza delle "copertine" dei loro vini, danno parecchi punti a francesi e piemontesi, ma qualcosina di meglio di questa scialba etichetta si poteva davvero fare...

 :: Kariba

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