Questi pomodori transgenici sono addizionati di
terpenoidi, composti organici che
ne allungano la conservazione e appaiono di colore rosa perchè
contengono due volte meno lycopene,
un antiossidante che dona all’ortaggio tradizionale il suo bel
colore rosso e che per di più fa molto bene alla salute.
La notizia sorprendente è che 49 degli 82 volontari che li hanno
assaggiati trovano i nuovi pomodori migliori rispetto a quelli
tradizionali, proprio in virtù di questo nuovo profumo, di rosa,
geranio e addirittura citronella.
Ma come hanno preso questa notizia i napoletani?
Annamaria, 45 anni, casalinga, è
categorica “Pomodori transgenici? Non
esiste proprio! Non li comprerei per nulla al mondo!”.
Dello stesso avviso anche Michele,
26 anni, studente universitario: “Io sono contrario a tutte queste
novità che il progresso vorrebbe imporci, non sopporto gli addittivi
chimici, o i polifosfati nel prosciutto, figuriamoci poi se mangerei
dei prodotti modificati geneticamente…”.
Qualcuno però non sembra spaventato dall’idea di sperimentare sapori
nuovi: “Io non dico di mangiarli tutti i giorni, però mi
incuriosiscono questi pomodori al sapore di limone… io li proverei…
in fondo mangiamo senza problemi il cibo cinese, e non sappiamo
nemmeno cosa ci mettono dentro a quei piatti” è il parere di Nicola,
39 anni, libero professionista.
In realtà la notizia dei pomodori transgenici riapre il dibattito
sul destino dell’agricoltura tradizionale e sui rischi delle
biotecnologie. Lo scetticismo e la paura degli “organismi
geneticamente modificati” è realmente assai diffusa e ci
fa giungere alla conclusione che non siamo effettivamente pronti a
questo stravolgimento nelle nostre abitudini alimentari.
“E poi, ci pensate a cosa saprebbe la pizza con questi pomodori
“chimici”? Potremmo preparare una pizza al limone, una pizza alla
rosa, e la nostra bella margherita? E la quattro stagioni? Che fine
farebbero? – confessa preoccupato Armando, pizzaiolo da due
generazioni – Queste novità vanno bene giusto in Inghilterra, o
magari in Germania, dove non sanno cucinare e non sanno nemmeno
mangiare. Ma in Italia, e soprattutto a Napoli, siamo esigenti e non
ci fidiamo dei pomodori rosa, che qualche straniero ha preparato in
laboratorio. Noi vogliamo mangiare solo pomodori che abbiamo
conosciuto di persona, che crescono nella nostra terra, come sono
sempre cresciuti. Insomma a Napoli col cibo non ci piace scherzare,
a nuje ce piace sapè chello che ce stamm magnann!”.
di Olga Rapelli
25/06/07
FONTE: www.campaniasuweb.it
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