26.06.2007 | Cultura e Tradizioni

Pummarola vs pomodoro transgenico

Non sono ancora in commercio, ma la rivista britannica Nature Biotechnology riporta che i volontari chiamati a gustarli li abbiano trovati veramente “molto buoni”. Stiamo parlando di pomodori geneticamente modificati alla rosa o al limone, messi a punto da un gruppo di ricercatori israeliani, l’equipe del centro di ricerca Newe Yaar, diretto da Efraim Lewinsohn.

Questi pomodori transgenici sono addizionati di terpenoidi, composti organici che ne allungano la conservazione e appaiono di colore rosa perchè contengono due volte meno lycopene, un antiossidante che dona all’ortaggio tradizionale il suo bel colore rosso e che per di più fa molto bene alla salute.
La notizia sorprendente è che 49 degli 82 volontari che li hanno assaggiati trovano i nuovi pomodori migliori rispetto a quelli tradizionali, proprio in virtù di questo nuovo profumo, di rosa, geranio e addirittura citronella.
Ma come hanno preso questa notizia i napoletani?
Annamaria, 45 anni, casalinga, è categorica “Pomodori transgenici? Non esiste proprio! Non li comprerei per nulla al mondo!”. Dello stesso avviso anche Michele, 26 anni, studente universitario: “Io sono contrario a tutte queste novità che il progresso vorrebbe imporci, non sopporto gli addittivi chimici, o i polifosfati nel prosciutto, figuriamoci poi se mangerei dei prodotti modificati geneticamente…”.
Qualcuno però non sembra spaventato dall’idea di sperimentare sapori nuovi: “Io non dico di mangiarli tutti i giorni, però mi incuriosiscono questi pomodori al sapore di limone… io li proverei… in fondo mangiamo senza problemi il cibo cinese, e non sappiamo nemmeno cosa ci mettono dentro a quei piatti” è il parere di Nicola, 39 anni, libero professionista.
In realtà la notizia dei pomodori transgenici riapre il dibattito sul destino dell’agricoltura tradizionale e sui rischi delle biotecnologie. Lo scetticismo e la paura degli “organismi geneticamente modificati” è realmente assai diffusa e ci fa giungere alla conclusione che non siamo effettivamente pronti a questo stravolgimento nelle nostre abitudini alimentari.
“E poi, ci pensate a cosa saprebbe la pizza con questi pomodori “chimici”? Potremmo preparare una pizza al limone, una pizza alla rosa, e la nostra bella margherita? E la quattro stagioni? Che fine farebbero? – confessa preoccupato Armando, pizzaiolo da due generazioni – Queste novità vanno bene giusto in Inghilterra, o magari in Germania, dove non sanno cucinare e non sanno nemmeno mangiare. Ma in Italia, e soprattutto a Napoli, siamo esigenti e non ci fidiamo dei pomodori rosa, che qualche straniero ha preparato in laboratorio. Noi vogliamo mangiare solo pomodori che abbiamo conosciuto di persona, che crescono nella nostra terra, come sono sempre cresciuti. Insomma a Napoli col cibo non ci piace scherzare, a nuje ce piace sapè chello che ce stamm magnann!”.

di Olga Rapelli

25/06/07
FONTE: www.campaniasuweb.it

redazione@campaniasuweb.it

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