03.07.2006 | Cultura e Tradizioni

Punta Campanella, non chiamatela solo area marina protetta

A cavallo tra il golfo di Napoli e quello di Salerno, il promontorio di Punta Campanella dà il nome alla giovane area marina protetta che si estende da Punta del Capo fino a Punta Germano, a poca distanza dalla più famosa Positano. La tutela ambientale, però, in questa zona si fonde con la bellezza dei paesaggi terrestri la storia, l’arte, la mitologia e l’enogastronomia, accarezzando ed appagando turisti e visitatori casuali di tutti i tipi, fino ad armonizzare le pretese più differenti.

(la foto in apertura è di Antonio Pane - Veduta della torre di avvistamento - Punta Campanella)

Istituita nel dicembre del 1997, l’area marina protetta “Punta Campanella” è gestita da un consorzio creato dalla sinergia di sei comuni (Massa Lubrense, Piano di Sorrento, Positano, Sant’Agnello, Sorrento e Vico Equense) che hanno colto la possibilità di tutelare il patrimonio biologico sottomarino e su questa scia valorizzare e divulgare la conoscenza del patrimonio storico-archeologico esistente, promuovendo così anche lo sviluppo economico della zona. Il promontorio, infatti, porta su di se tracce indelebili del passato che si possono trovare tanto sotto il pelo dell’acqua, quanto sulla terra.

Recentemente è stata confermata la presenza del santuario della Dea Athena, probabilmente fondato dallo stesso Odisseo, le cui tracce si erano perse nel tempo, dimenticate dopo la costruzione delle ville romane e la successiva creazione di torri d’avvistamento contro il pericolo delle invasioni turche. Le tracce storiche si confondono ed accavallano in un susseguirsi di periodi ricchi e di conseguenti scontri di potere che, tuttavia, non hanno cancellato ciò che terra e pietra sanno far ricordare, come la tenuta della Cocumella, un’antichissima villa, oggi annoverata tra i più antichi alberghi della penisola, le cui origini risalgono a prima del 1500.

Il suo ruolo nella storia passa da semplice villa padronale a convento gesuita, fino a divenire convitto per orfani di marinai nel 1700 e punto strategico per i militari inglesi durante la seconda guerra mondiale. Nel suo interno si sono confusi i passi leggeri del romantico Lord Byron, le gesta del duca di Wellington e la prosa di Crowford, personaggi che hanno trovato nella tranquillità e nella bellezza del comune di Sant’Agnello fonte d’ispirazione o momenti di riposo.


Rispetto dell’ambiente e informazione
Quando si parla di aree protette, il primo pensiero va ad una zona incontaminata con tante regole da conoscere e rispettare. Se, poi, ad essere protetta è un area marina, la difficoltà di definirne i limiti, le reali estensioni, rende tutto più complicato. In realtà, la situazione è più semplice di quanto si possa immaginare; esistono tre differenti zone ben delimitate che consentono un accesso ed un fruizione regolata dall’ente gestore che si preoccupa di proteggere e preservare aree di interesse floro-faunistico e geomorfologico. Purtroppo, quando si parla di mare tendiamo ad essere superficiali, a ritenere assurda la protezione perché banalmente convinti che i presunti danni che si possono involontariamente provocare durante i mesi di giugno, luglio ed agosto sono facilmente recuperabili nei restanti mesi di inattività balneare. Non è più così: la grande presenza di natanti e bagnanti, unita all’inquinamento, provocano danni tanto ingenti che solo anni d’inattività potrebbero poi recuperare, e non sempre. Da ciò nasce la necessità di proteggere e favorire lo sviluppo indisturbato di specie delicate e fragili che altrimenti sarebbero già scomparse. E’, quindi, molto utile informarsi e rispettare tutte le limitazioni.


Itinerari del gusto
Per gli intenditori ed i buongustai una visita alla zona rivelerà sapori antichi e genuini a cui è difficile resistere. Impossibile elencarli tutti, ma non si può non nominare il gamberetto di Nassa, comunemente chiamato “Parapandalo” (plesionoka narval), che trova il suo habitat ideale tra le numerose grotte della zona costiera ed è divenuto presidio Slow Food. Tra i formaggi, invece, abbiamo il caciocavallo tipico di tutta la regione e la treccia, un particolare formaggio fresco lavorato a forma di ciambella intrecciata. L’olio locale ha ricevuto il marchio D.O.P. dalla Comunità Europea, e per gli amanti dei rosoli, è possibile degustare “sciuscella” (a base di carrube) e “lauro” (estratto dalle foglie di alloro). La leggenda vuole, poi, che in ogni giardino ci fosse un albero di noci, perché tra i rami di questo albero le streghe tenevano riunioni, evitando così di infestare le case abitate. Oggi le noci, particolari perchè piccole con guscio sottile e gheriglio polposo, rappresentano un elemento fondamentale per la cucina casereccia, arricchiscono ogni piatto, dai sughi ai dolci, fino all’ottimo "nucillo".


Concorso fotografico
Per ampliare la conoscenza dell’area sottomarina e permettere una più ampia divulgazione delle bellezze e particolarità dei fondali, quest’anno, per la prima volta, è stato istituito un concorso internazionale di fotografia subacquea aperto a chiunque abbia un brevetto di sub. L’iniziativa, partita il 1 Aprile, avrà termine il 30 Settembre e si concluderà con la premiazione il 12 Novembre a Massa Lubrense.
Chiunque voglia partecipare al concorso ed informarsi sulle molteplici iniziative che interessato l’area protetta può visitare il sito Punta Campanella

di Roberta Razzano
FONTE: Mensile Obiettivo

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