13.04.2005 | Cultura e Tradizioni

Santangiolino: un nobile nettare di antiche origini

Nella zona di Sant’Angelo in Vado (PS) il Vino Santo è noto da sempre, e ancora oggi non c’è famiglia contadina che non custodisca nella sua cantina qualche bottiglia di questo gustoso vino. Il Santangiolino, così è denominato il vino santo di Sant’ Angelo in Vado è frutto non solo della cura dei terreni e dell’attenta coltivazione dei vigneti, ma anche e soprattutto di una meticolosa vendemmia e lavorazione.

Sant’Angelo è da secoli la vera patria del Vino santo, sulle colline argillose e ben assolate sorgono piccoli vigneti che estendendosi fin poco sotto le macchie boschive regalano pregiate uve bianche: Trebbiano, Malvasia, Turbiano, Moscatello dalle quali deriva questo prezioso nettare. Le caratteristiche che contraddistinguono il Santangiolino da qualsiasi altro vino santo o prodotto liquoroso sono da attribuire al processo produttivo tradizionale. È nel mese di settembre che nelle vigne vadesi inizia la vendemmia delle uve bianche, il processo che per un normale vino durerebbe solo pochi giorni, nel caso del Santangiolino si prolunga per circa un mese poiché i coltivatori raccolgono solo i grappoli maturi al punto giusto.

Man mano che avviene la raccolta inizia la fase di Appassimento delle uve: i grappoli accuratamente ripuliti vengono appesi in ambienti appositamente allestiti con la giusta temperatura e grado di umidità. Tradizione voleva che si usassero i Solai delle cucine, dove il fumo dei camini di conferiva una particolare tostatura. L’appassimento dura circa 5 mesi e una volta raggiunto il giusto grado di appassimento inizia la prima selezione dei chicchi: ogni singolo acino d’uva viene scelto e destinato alla produzione, gli acini d’orati alla produzione del Santangiolino, mentre gli acini più rossi verranno destinati alla produzione del Vin Passito. Dopo questa fase di cernita le uve verranno pressate da presse tarate ad hoc dalle quali escono succosi nettari di qualità che saranno pronti per l’invecchiamento in botti o damigiane di vetro.

Il prezioso nettare resta in cantina per un minimo di 36 mesi per poi essere imbottigliato e servito nelle migliori enoteche. Il Santangiolino è un Vino Santo dal colore giallo ambrato limpido e tendente al dorato, il sapore dolce, armonico e di buona struttura ed esprime una vasta gamma di sapori e aromi fruttati e floreali per questo è un ottimo vino da servire dopo i pasti con frutta secca dessert o i famosi cantucci, ma anche con crostate alle mandorle e il famoso formaggio di fossa di talamello accompagnato da miele di castagne. Il Santangiolino: un vino da meditazione, che deve essere consumato lentamente dopo i pasti al caldo del camino acceso e in compagnia di amici.

Redazione Centrale Appennino
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