Grande jazz e alta cucina, una formula che si è rivelata subito vincente. E che sarà ripetuta la prossima primavera.
Il locale del resto si presta all'ascolto soffuso: si tratta del monumentale ex tabacchificio dei conti Emo Capodilista che un sapiente restauro ha trasformato in uno dei ristoranti più esclusivi della provincia, il Relais Golf Montecchia. La cui cucina non ha certo bisogno di presentazioni.
Come del resto il «maestro» che l'ha diretta nelle varie serate speciali, quel Massimiliano Alajmo, due stelle Michelin a soli 21 anni (unico caso in Europa) e presenza stabile nel ristretto Olympo degli chef italiani. Dopo aver lavorato il 19 maggio a fianco di Alfonso Iaccarino («Don Alfonso») e Annie Feoldie («Enoteca Pinchiorri») a Capri per «Stravaganza Mediterranea», domenica prossima Alajmo (che solitamente è chef di un altro locale di famiglia: Le Calandre di Rubano) sarà a Bordeaux invitato al «Vinexpo» la più grande fiera mondiale del vino, per preparare al Relais Chateau Saint Jean alcuni piatti da abbinare a grandi vini e oli d'oliva italiani.
«La quintessenza del piacere», la rassegna ideata dalla famiglia Alajmo con l'appassionata consulenza artistica di Gabriella Casiraghi, ha portato al «Relais» un estratto del buon jazz del momento: dal Giuliano Perini Quartet, al trio di Antonio Zambrini, a Danilo Rea e Giovanni Tommaso (chi non lo ricorda con i Perigeo?), all'emergente voce di Cheryl Porter che oltre al jazz «pratica» spirituals, blues e gospel. Hanno onorato la rassegna anche alcuni mostri sacri, come Franco Cerri, Enrico Intra e Lucio Terzano. Vederli suonare insieme è stato un evento.
Grandi serate di musica legate a temi gastronomici di alto lignaggio: i galà champagne con la Maison Roederer e quello con la Maison Pommery, a cui era presente anche il principe Alain de Polignac, ultimo discendente della secolare dinastia Pommery: uno che in Italia partecipa solo a serate selezionatissime.
E poi il galà riservato a Ca' del Bosco di Franciacorta, uno dei raffinati produttori italiani di nobili «bollicine», quasi tutte celebrati cru. Altri appuntamenti della rassegna si sono rivelati delle vere e proprie lezioni su prodotti tipici di alta qualità, come i grandi formaggi italiani in via di estinzione, il prosciutto crudo (con la rara possibilità di poter assaggiare in un'unica occasione miti della gastronomia come il «pata negra» spagnolo, il «cinta senese», il «Montagnana» e il «d'Osvaldo» friulano), il cioccolato e il caffè «puri», il pane di montagna e di Laterza, i latticini del Cilento, l'olio di Nocellara del Belice (che una recente degustazione ha classificato fra i primi quattro al mondo).
«Abbiamo cercato di creare piacevoli momenti di educazione alimentare - osserva Raffaele Alajmo, fratello di Max - In questo momento di globalizzazione del gusto, la ricerca di materie prime diqualità, che rispecchino anche i valori tradizionali di un territorio, è diventata una necessità più che uno sfizio. Abbiamo portato "in cattedra" personaggi come Giovanni Pujatti, un "filosofo" del vino e dell'uva. Continueremo su questa strada, confortati dai giudizi positivi dei nostri clienti. Proporremo anche altre rassegne musicali di buon livello».
Giovedì 21 giugno «La quintessenza del piacere» avrà un'appendice. I barman Mauro Lotti e Leonardo Cisatto (chi è del settore conosce i loro «precedenti») insegneranno l'arte del ricevere ospiti a casa. E a preparare ottimi cocktail. Partecipare costa 50 mila lire. Per informazioni: telefonare allo 049-635366.