26.10.2010 | Itinerari del Gusto Inserisci una news

A Palermo mangiar bene è possibile: Osteria dei Vespri nel cuore del centro storico

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Testato da Luigi Salvo, esprime cucina ricercata che valorizza le materie prime.

Ogni qual volta mi è capitato di dover andare a cena in compagnia di un collega giornalista enogastromico italiano o straniero in uno dei locali palermitani, appena esserci accomodati, il timore di avere fatta la classica domanda dal cameriere di turno è stato enorme: "preferisce un vino secco o mosso?", il tutto rigorosamente prima di ordinare il cibo, così come di veder violentata all'apertura ed alla mescita una bottiglia di vino ed ancor peggio di avere serviti piatti, oltre che privi di creatività, soprattutto con scarsa qualità degli ingredienti utilizzati per la loro preparazione. Purtroppo tanti ristoranti cittadini mancano d'assoluta lungimiranza ed utilizzano, tanto per fare un esempio, in cucina olio non all'altezza, il risultato dei cibi proposti al palato è purtroppo evidente. La classica gallina bianca a Palermo esiste. In piazza Croce dei Vespri, nelle antiche scuderie dello storico Palazzo Gangi di Palermo, si trova l'Osteria dei Vespri, delizioso locale da trenta coperti, intimo ed avvolgente, condotto da Alberto ed Andrea Rizzo, lo staff comprende in sala Francesca La Barbera e la Sommelier Marianna lo Bue ed in cucina una squadra sapientemente addestrata. L'accoglienza è precisa e puntuale, così come i consigli sul cibo e sul vino, non è facile trovare qualcuno in grado di parlare correttamente diverse lingue che abbia anche le giuste competenze.

I piatti proposti da Alberto Rizzo rivisitano la cucina siciliana con una precisa armonia dei sapori, l'utilizzo delle materie prime del territorio è di grande qualità, la fantasia nel presentare i piatti è un chiaro segno di ricercatezza. Tra quelli che ho provato alcuni introducono sapori semplici ma genuini, l'antipasto di zuppa di lenticchie di Ustica al curry con caprino di girgentana, pera cotta al nero d'Avola e julienne di sedano rapa, o il primo piatto di Raviolini ripieni di ricotta al forno all'aroma di cedro con zucchina fritta, olio di nocellara e bottarga di tonno di S. Vito. Altri hanno gusto più deciso, quali il piatto di paccheri e bombardoni alle verdure di campo (cicoria e spinaci) in crosta di tuma persa con prosciutto affumicato con salsa di cipolla bruna al marsala. Piatti più elaborati hanno l'innovazione come filo conduttore, ho apprezzato le patate e baccalà nel peperoncino dolce su salsa al martini ed albicocche secche (capperi di salina) e uova di quaglia, o il secondo di filetto di maiale in crosta di cocco e senape, salsa al limone e cipolline caramellate all'aceto di lamponi e pompelmo rosa.

La carta dei vini è veramente interessante ed esauriente, consta di 700 referenze, metà delle quali siciliane e mostra una particolare attenzione ai vitigni autoctoni. Di alcune importanti etichette è anche possibile trovare diverse annate, si può spaziare dai siciliani più blasonati quali i rossi Duca Enrico e Rosso del Conte, ad altri vini di ultima generazione di indubbio valore e cosa non trascurabile sono presenti varie fasce di prezzo. Il panorama nazionale comprende vini di tutte le regioni e di diverso spessore, fino ad arrivare, per intenderci, al Sorì Tildin di Gaja . Sono presenti in carta alcuni vini di paesi esteri, Francia, Spagna, Stati Uniti, Cile, Argentina, Australia, Sud Africa, Germania, Nuova Zelanda e Tunisia. Decisamente completa, inoltre, la lista dei distillati. Da provare insomma.


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