26.08.2011 | Itinerari del Gusto Inserisci una news

Al Wine Food Fest 2011 di Palazzolo Acreide di scena la tradizione gastronomica degli Iblei

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Gli chef Ciccio Sultano e Gaetano Quattropani hanno proposto "Gli antichi sapori perduti ed il "Mangiare in dialetto"

La prima edizione di "Wine food fest" svoltasi a Palazzolo Acreide il 20 e 21 Agosto 2011 ideata da ristoratori locali con il sostegno dell'amministrazione comunale ha sicuramente centrato gli obbiettivi prefissati; una gran partecipazione di pubblico, i riflettori ben accesi su una cucina che partendo dai prodotti unici del territorio esprima con precisione la cultura gastronomica degli Iblei, l'assaggio delle migliori produzioni enologiche del comprensorio e delle più note cantine dell'isola. La bella Palazzolo Acreide è conosciuta oltre che per i suoi splendidi barocchi tali da farla inserire tra i siti "Patrimonio dell'Umanità" dell'Unesco, anche per la sue tradizioni gastronomiche legate alla gran qualità delle carni, dei legumi, delle erbe aromatiche e soprattutto per la presenza nei suoi dintorni dei tartufi bianchi e neri di gran pregio. Palazzolo è un paese di circa 9000 abitanti che può contare su oltre una trentina di ristoranti, questo dato la dice lunga sull'importanza che assume nel panorama gastronomico siciliano.

Wine food fest è iniziato sotto le arcate del Palazzo comunale con il "Percorso del gusto", un ricco susseguirsi di pietanze realizzate secondo antiche ricette della storia culinaria di Palazzolo, legumi, carni, funghi, tartufi, erbe aromatiche, formaggi e olio d'oliva, il tutto in abbinamento ai vini di 25 cantine siciliane. Due importanti cene nelle serate di Venerdì e Sabato hanno animato la manifestazione, la prima realizzata dallo chef Gaetano Quattropani del ristoratore di Palazzolo Acreide "Valentino" nella quale il filo conduttore è stato "Gli antichi sapori perduti", "i Maccaranu ca patata e u trufulu niuru ri Palazzolo"( i maccheroni con patate ed il tartufo nero di Palazzolo)"A panza ri maiali cina co maccu ri favi cu l'ogghiu ri l'aguglia"(pancia di maiale ripiena di macco di fave all'olio d'oliva) o la zuppa dei "Crastuna ca jotta",(lumache alla ghiotta), "La trippa ca sassa e u formagghi ragusanu" ( la trippa con la salsa di pomodoro ed il formaggio caciocavallo ragusano)",a lingua ri vitieddu" (lingua di vitello), un antichissimo dessert "U gelato di sanceli duci ca crusta ro pani""sanguinaccio con cioccolato in crosta di pane".

La seconda serata è stata condotta dal celebre chef pluristellato Ciccio Sultano del "Duomo" di Ragusa, la sottile eleganza del "Mangiare in dialetto" ha previsto: il polipo bollito, il pesce spada affumicato con insalata di melone e pistacchio di Raffadali, la pasta con salsa moresca "taratatà" alle acciughe, macco di face macchiato al nero di seppia con gambero bianco spadellato con olio d'oliva, bollito di manzo con acqua di limoni.

Mi è piaciuta questa intensa due giorni, ricca di degustazioni e discussioni sui prodotti tipici del luogo, si è svolto anche un convegno intitolato "La terra migliore" che ha fatto il punto sulla tradizione alimentare degli Iblei, si è discusso di biodiversità e della necessità di conservare al meglio la ricchezza del territorio valorizzando i prodotti tipici, il cui elemento principe è senz'altro il pregiato tartufo di Palazzolo.


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