Assegnati i riconoscimenti a 11 ristoratori; la Campania crocevia del buon gusto italiano.
Slow Food benedice con la sua guida Osterie d’Italia 2002 l’evento, chiamando a raccolta l’arte del mangiar bene della penisola in una kermesse che ha avuto come vetrina per la premiazione di 192 new entry Castel dell’Ovo a Napoli e come ”tavola” delle prelibatezze gastronomiche targate Campania, la Certosa di San Giacomo a Lauro. Presente, un mini esercito di ristoratori giunti da ogni parte d’Italia, a riprova che la collaborazione per un progetto unico, nazionale, legato alla tavola delle tradizioni, non soffre di invidie geografiche. Slow Food che ha immaginato e costruito il progetto, ci ha creduto fermamente. Ed ecco la svolta che vede la Campania palcoscenico naturale, deputato a realizzarlo. Le osterie fanno parte dell’estensione della filosofia di Slow Food, quella che privilegia il territorio, ”spiato” per quanto di ghiotto e genuino possiede; i suoi piatti sono sintesi felice di una professionalità e di una realtà che si sublima con una cucina tradizionale che è anche scommessa sulla didattica del mangiar bene.
Come non scegliere dunque la Campania, le sue province, custodi di una tradizione, tesoro inestimabile di ricette e gusto? E così la XXII edizione del ”sussidiario al mangiar bene all’italiana” ha scelto come palcoscenico Napoli per assegnare a 192 osterie italiane consigliate, la tanto agognata chiocciolina, simbolo di qualità e ospitalità. Presenti, il vice presidente di Slow Food Giacomo Mojoli con Vito Puglia e la curatrice della guida, Paola Gho, 11 i campani insigniti: gli irpini Valleverde,Trattoria Di Pietro, Osteria Il gallo e la volpe, Martella, Lo Spiedo, i partenopei ’ E Curti e Vadinchenia, i salernitani ’A Paranza, La Pergola, Taverna Scacciaventi, Perbacco, il casertano La Caveja. A seguire, esaltazione di alta ingegneria gastronomica del gusto dei prodotti campani, selezionati da Tonino Pisaniello de Il Gastronomo di Ponteromito (Avellino) e cucinati da Sabino Alvino (Zì Pasqualina, Atripalda, Teresa Di Pietro (Melito Irpino) Gisueppe Del Sesto e Berardino Lombardo (La Caveja di Pietravairano), Vito Atrigna (Certosa di Lauro), innaffiati dai bianchi Privilegio di Feudi di San Gregorio, Montesole di Serra di Montefusco, Gran Furor Divina Costiera e dai rossi di Villa Matilda, Antonio Caggiano, Taurasi.