27.11.2002 | Cultura e Tradizioni

Suino semibrado nel Montefeltro: la “mora romagnola”

Un suino libero di pascolare nei boschi incontaminati del Montefeltro. Una carne totalmente diversa si rivolge al consumatore attento ai valori della sicurezza e della tradizione, grazie ad Alberto Prati.

Quella che potrebbe sembrare una graziosa donna delle campagne del forlivese è invece un suino simbolo della salvaguardia della biodiversità e della passione di alcuni allevatori, capaci di proporre al consumatore una identità genetica e produttiva. L'esperienza dell'allevamento allo stato brado presenta sicuramente delle difficoltà, ma ha il pregio di recuperare aree non piú produttive e ricche di varietà alimentari preziose per l'alimentazione degli animali e per le loro condizioni di vita regalandoci sapori legati ai nostri territori.

La "mora romagnola" è un suino che abitava la Romagna e le zone di montagna che si estendono fino alla Toscana e alle Marche in numeri consistenti nella prima metà del Novecento per poi disperdersi a poco a poco, lasciando il terreno a razze piú adatte all'allevamento intensivo e industriale. Come altre razze rustiche della nostra penisola è caduta ai margini della produzione e nel dimenticatoio dei sapori tanto da considerarsi ad oggi un animale in via d'estinzione. Si contano poche centinaia di capi su tutto il territorio nazionale registrati in un'apposita anagrafe.

La caparbietà di Mario Lazzari, un allevatore faentino di lunga data, ha permesso alla "mora" di resistere. La carne è di un colore rosso scuro e di fine marezzatura, consistente alla masticazione e di sapore piú intenso rispetto agli altri suini.

La "mora romagnola" sul territorio del Montefeltro La rusticità della "mora", l'essere per definizione una buona pascolatrice, adattabile a condizioni geografiche difficili, ben si sposa con la realtà dell' azienda agricola di Alberto Prati, situata nel Comune di S.Agata Feltria (a 700 mt. d'altezza), con una estensione di circa 55 ettari distribuiti in seminativo, pascolo e bosco. Sono proprio i 13 ettari di bosco cespugliato ad ospitare la mora in questo contesto, dove l'ampio spazio, la presenza di querce, spini e graminacee e di acqua in abbondanza creano una notevole variante alimentare e un habitat ideale per l'animale.
L'allevamento è a ciclo chiuso, infatti la parte destinata al seminativo provvede ai cereali e alle leguminose necessari alla preparazione di una buona formula alimentare di integrativa.  Dal 2001 l'azienda è in regime di conversione biologica certificata dall'Istituto Mediterraneo di Certificazione.

L'unicità dell'allevamento.
La riproduzione avviene all'aperto in tutti periodi dell'anno, in quanto la mora resiste bene anche alle basse temperature, trovando da sola il luogo di riparo dove partorire. La scarsa diffusione della mora romagnola (un animale in reale pericolo di estinzione) e la sua elevata consanguineità hanno spinto l'allevatore ad inserire anche un maschio di cinghiale per ottenere una piú ampia possibilità riproduttiva e nuove varietà di carni. Ad oggi vi sono all'interno dell'azienda piú di cento capi in parte puri e in parte meticci contro i 12 suini di romagnola pura con cui Alberto Prati partì nel 1999 acquistandoli da Mario Lazzari.

per la redazione del Portale Turistico Montefeltro
Henry Marinelli

px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?