La notizia si è abbattuta come una gelata sui vigneti della Toscana. La Commissione europea potrebbe imporre una tassa di 14 centesimi di euro (circa 270 lire) su ogni litro di vino, con lo scopo di regolare la competizione tra bevande alcoliche.
Una proposta in questo senso è già all'ordine del giorno dell'esecutivo comunitario presieduto da Romano Prodi. Se andasse in porto, sarebbe un salasso da più di 35 milioni di euro l'anno, circa 70 miliardi di lire, per l'economia vitivinicola toscana, che in media produce ogni anno due milioni e mezzo di ettolitri. Come bruciare in un sol colpo centinaia di ettari di vigneti sull'altare del fisco comunitario. O come regalare all'erario sopranazionale un paio di blasonate tenute, quelle col sigillo del titolo nobiliare, delle migliaia di bottiglie prodotte, dei fatturati miliardari.
Ma a buscarne sarebbero soprattutto i produttori più piccoli, sottolinea Ezio Rivella, presidente dell'Unione italiana vini: «La tassa andrebbe ad incidere sui vini di prezzo medio basso e quindi sui consumatori». E proprio dai piccoli produttori toscani parte la crociata contro il progetto di tassazione, che vede alleati anche i grandi. Tutti contro il nuovo balzello visto come un maldestro tentativo dei Paesi del nord che aderiscono all'Unione di rilanciare il consumo di birra ai danni del vino, che ha conquistato posizioni anche tra le nuove generazioni. «Sarebbe un colpo durissimo, che si aggiungerebbe ad altri precedenti, inferti da una Unione europea che penalizza le produzioni tipiche invece di tutelarle» denuncia Roberto Bruchi, enologo e direttore dell'Associazione produttori vitivinicoli della Toscana (Aprovito).
«La produzione vitivinicola - aggiunge Bruchi - è soprattutto una produzione agricola che non può essere trattata alla stregua della produzioni di altre bevande alcoliche, che sono soprattutto industriali. Si tassano gli agricoltori e i produttori, ma attraverso di loro si colpiscono i consumatori». Infine un appello alla mobilitazione: «Occorre che la Regione Toscana si attivi contro la nuova tassa europea».
«Le disgrazie non vengono mai sole, dopo il via alle viti transgeniche ora arriva anche la tassa sul vino» è la battuta amara del sindaco di Greve in Chianti Paolo Saturnini, che parla a nome dell'Associazione nazionale città del vino, sodalizio di 438 comuni. Saturnini, che definisce «inadeguato» il provvedimento allo studio, sottolinea che l'aliquota specifica sul vino comporterebbe un aggravio complessivo di 500 milioni di Euro sulla spesa degli italiani. «Non è possibile - aggiunge - l'imposizione di una tassa su un settore che attraversa un momento di difficoltà. Il mercato italiano del vino sarà fortemente penalizzato da questo provvedimento che nel complesso risulta a favore del prodotto birra. E' una trovata assurda e dannosa, la combatteremo».
Maurizio Bolognini