22.10.2004 | Cultura e Tradizioni

Tipicità del Montefeltro da far conoscere in tutto il mondo

Romagna addio, i vini, i prodotti tipici e l’intero comparto enogastronomico salveranno il glorioso Montefeltro, evitandogli il “traghettamento” in Romagna. Le dolci colline e i sinuosi pendii, dove raccogliere i tartufi di Sant’Agata Feltria, il marrone di Talamello, il miele di Belforte, i frutti del sottobosco di Perticara, la patata di montagna di Casteldelci, i funghi di San Sisto ed il pane di Maiolo, in Romagna se li sognano.

I vasti pascoli di montagna dove allevare il vitellone bianco di razza marchigiana, gli ovini che danno il miglior latte per i formaggi di fossa di Talamello, i pecorini stagionati di San Leo e l’ormai quasi dimenticato raviggiolo della zona di Monteboaggine, sono peculiarita’ uniche del nostro Montefeltro.

Ma soprattutto i Prosciutti di Carpegna e i salumi della Valmarecchia sono diversi e piu’ armonici di quelli romagnoli, cosi’ come il lardo stagionato con il fieno, la goletta, la coppa di testa, i ciccioli, il lombetto e le salsicce stagionate vicino al camino, sono prodotti che possono provenire solo da carni nobili allevate allo stato brado, in un clima collinare ed aperto come quello del Montefeltro ed in questa dimensione, trovare la giusta maturazione. Ed infine i vini; non c’e’ un solo vino marchigiano che “baratterei” con un vino romagnolo-emiliano, troppo tenui e a volte mossi questi ultimi, anche se in verita’ non manca qualche rara buona eccezione.

I grandi vini provenienti da vitigni autoctoni marchigiani hanno oggi pochi rivali in tutto il mondo. Il consiglio dei sommeliers in tema enogastronomico e’ quindi quello di non fare l’errore di andarci ad affossare e confonderci con prodotti romagnoli magari anche discreti ma non di nicchia. Rimaniamo ancorati alle nostre tipicita’ feltrane, che devono diventare specificita’ da far conoscere in tutto il mondo. Sollecitiamo le autorità politiche prima che sia troppo tardi, ad attivare il Consorzio di valorizzazione dei prodotti tipici (di cui si parla da anni) e che finalmente svolga con propositi forti un opera di salvaguardia e valorizzazione vera, guidata da esperti conoscitori e validi comunicatori del settore agroalimentare.

Articolo scritto da Giuseppe Cristini
Consulente enogastronomico e
Presidente dei Sommeliers del Montefeltro

Redazione STL Urbino e il Montefeltro
info@urbinoeilmontefeltro.it.

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