Piemonte
- Prodotti Dop e Igp
DOC - DPCM 10/05/1993
DOP - REG. CEE nr. 1263 del 01/07/1996
CENNI STORICI
Sin dal 1300 esistono testimonianze scritte della presenza del formaggio
Toma in gran parte del territorio piemontese. Il formaggio nasce in aree
tipicamente montane e di valle poi con il tempo si diffonde anche nelle
zone di pianura a causa, anzi per merito, dei margari, così come
ricordato, tra gli altri, da Pantaleone da Confienza.
AREA DI PRODUZIONE
Intero territorio delle province di Novara, Vercelli, Biella, Torino e
Cuneo, parte delle province di Alessandria e Asti.
CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
Formaggio a pasta semicotta prodotto esclusivamente con il latte di vacche
allevate all’interno della zona di produzione. Il disciplinare di
produzione riconosce due tipologie di Toma Piemontese. La varietà a pasta
morbida prodotta con solo latte intero, presenta una crosta esterna
elastica e liscia di colore paglierino chiaro o bruno rossiccio a seconda
della stagionatura, mentre la pasta è di colore bianco paglierino con
occhiatura minuta e diffusa.
Il sapore risulta dolce, gradevole di aroma delicato. La varietà a pasta
semidura, prodotta con latte parzialmente scremato, presenta una crosta
poco elastica, di aspetto rustico di colore che va dal paglierino chiaro
al bruno rossiccio, la pasta, invece, è di colore paglierino con
occhiatura minuta. Il sapore è intenso ed armonico, di aroma fragrante che
diventa più caratteristico con la stagionatura.
TECNICHE DI PRODUZIONE
Il latte utilizzato proveniente di solito da due mungiture, viene lasciato
riposare fino ad un massimo di 12 ore per il formaggio a latte intero, e
fino ad un massimo di 24 ore per il formaggio semigrasso. Si procede poi
alla scrematura per affioramento e la massa viene posta in caldaie e
portata alla temperatura di coagulazione. Raggiunta tale temperatura viene
aggiunto il caglio di pellette di vitello. Il latte deve quindi essere
lasciato riposare per un tempo che varia tra i 30 e i 40 minuti.
Dopodichè si procede ad una prima grossolana rottura della cagliata, ad
una ulteriore spianatura della massa e ad una nuova rottura della
cagliata. La cagliata viene poi raccolta e messa in fascere dove dopo la
pressatura, viene lasciata riposare per lasciare sgrondare il siero. La
salatura può avvenire a secco oppure in salamoia. Terminata questa
operazione il formaggio viene riposto in ambienti idonei, le tradizionali
grotte o altri ambienti che abbiano comunque un’umidità di circa l’85% e
una temperatura di circa 6/10°C, per la stagionatura.
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