05.05.2010 | Vino e dintorni Inserisci una news

Chianti Rufina Riserva Spalletti 1970 : la sfida con il tempo è stata vinta

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Organizzo una serata di degustazione tra amici e conoscenti, il clima è quello giusto, i partecipanti sono coinvolti, interessati, soddisfatti, mi porgono molte domande, chiedono chiarimenti, spiegazioni, pareri, consigli e scambi di opinioni. Decido cosi’ a fine serata, di fare loro, ma nel contempo anche a me stesso, un bel regalo, uno di quelli che rimarranno impressi nelle nostre memorie gustative, se tutto fila liscio e come si spera in questi casi. Prelevo dalla mia cantina una vecchia bottiglia di Chianti Rufina Riserva della azienda Spalletti, datata 1970, quindi con ben 40 anni sulle spalle, tanti per un vino ed incominciano a farsi sentire anche per gli uomini.

Gli anni ‘ 70

Nel 1970 ho conosciuto quella che poi è diventata la donna della mia vita, la mia meravigliosa moglie, mi sono diplomato all’ Istituto Tecnico, erano gli anni di Jimi Hendrix, dei Beatles, eravamo in piena guerra del Vietnam, una guerra assurda ed insensata come tutte le guerre in terre straniere, la piu’ cocente sconfitta subita dalla superpotenza americana,  inflitta da parte dei guerriglieri vietnamiti.

Eravamo tutti piu’ poveri ma forse piu’ felici, dico forse perché a 19 anni non puoi non essere felice e sereno, ma mi chiedo se anche oggi i nostri ragazzi lo sono, pur circondati da tutto il benessere ( o ex benessere ? ) economico e materiale , forse però avrebbero piu’ bisogno di benessere emotivo e sentimentale. La mia generazione che è cresciuta con qualche privazione, senza provare come i nostri genitori e nonni anche la mancanza di cibo, ha spinto molto sull’acceleratore del benessere economico, per vedere i frigoriferi sempre pieni, l’auto nuova nel garage, assicurare le vacanze ai propri figli, i vestiti nuovi, il cellulare, il Pc, ecc. ecc., ma poi è evidente e naturale che per guadagnare denaro bisogna stare fuori casa molto tempo, e quindi sempre meno è il tempo da dedicare ai figli ed alla famiglia, con i guai che sono sotto gli occhi di tutti.

Ma non mi si venga a raccontare che è importante la qualità del tempo che si dedica ai figli e non la quantità, perché queste sono balle e bugie che ci raccontiamo da noi stessi per metterci in pace con la nostra coscienza, ma sappiamo perfettamente che cosi’ non è.

Meno benessere materiale ma piu’ carezze, piu’ tempo passato con i nostri cari, queste sono le cose vere ed importanti della vita : riusciremo a trasmetterlo ai nostri figli ed ai nostri nipoti ? da parte mia ci provo quotidianamente.

 

Mi sono dilungato e forse perso in un ragionamento che mi ha portato fuori tema, ma mica possiamo parlare solo e sempre di vino, in questo sito, ogni tanto una piccola divagazione ci può stare, e questo vino me ne ha dato l’occasione, riportandomi indietro nel tempo di " soli 40 lunghi anni ".

 

 

 

 

Conti Spalletti S.r.l.

Via Por Santa Maria, 8

50122 Firenze

TEL. 39 055 2385901

 

 

DESCRIZIONE DELL'AZIENDA –

I vigneti Poggioreale si estendono sulla riva destra del fiume Sieve, poco prima della confluenza con il fiume Arno, ad una altitudine di 110/150 m. s.l.m.

Il suolo è ricco di galestro, abbastanza sciolto con tracce di argilla.

 

I vigneti Poggioreale prendono nome dalla splendida villa rinascimentale (oggi proprietà del comune di Rùfina) realizzata nel XVI° secolo dall'Ammannati su alcuni disegni originali del Michelangelo, suo maestro e consigliere.

 

Questa antica realizzazione si erge sulla cima di un piccolo colle sovrastante il paese di Rùfina mentre i vigneti specializzati di proprietà dell'azienda risalgono le colline sulla sponda opposta del fiume Sieve.

 

 

NOTE DI DEGUSTAZIONE

 

CHIANTI RUFINA SPALLETTI- RISERVA 1970- POGGIO REALE-gr. 12,40

Ricordo che all’epoca le bottiglie di vino erano da 0,720 cc. anziché 0,750 come le conosciamo oggi.

Il livello del vino nel collo della bottiglia era ancora alto, solo leggermente abbassato, stappata la bottiglia il tappo integro : l’adrenalina incomincia a salire e man mano aumenta : ci sono buone speranza che il tutto si sia ben conservato;

il colore lascia un po’ a desiderare, tra  l’ambrato scuro ed il mattonato; al naso iniziali note di leggera ossidazione che con il passare dei minuti tendono ad attenuarsi, per lasciare il posto a sempre diversi riconoscimenti, tra cui è spiccato principalmente odore di sigaro toscano, tabacco, cuoio, catrame, “ goudron “ ; in bocca ci ha letteralmente sorpreso e siamo rimasti tutti stupiti : il vino ancora acido, una buona spalla lo sorreggeva, i tannini ancora presenti e ben fusi ( e vorrei vedere dopo 40 anni ) , una persistenza lunghissima.

Lasciato nel bicchiere 15/20 minuti ogni volta una nuova sensazione olfattiva e gusto/olfattiva, ho voluto usare una scheda a punti, per avere anche una idea dove si sarebbe potuto posizionare questo vino, anche se a mio avviso questi sono capolavori enologici unici ed irripetibili, ed il “ vecchietto “ si è posizionato intorno ai 90/100 di media.

Emozione, brividi, solo chi è molto appassionato mi potrà capire fino in fondo, un tuffo nel passato che ci ha fatto ritornare indietro nel tempo di 40 lunghi anni , una intera esistenza, e questo Chianti Rufina , il piu’ alto delle tipologie del Chianti, ha vinto la sua sfida contro il tempo.

Grazie di cuore agli uomini che lo hanno prodotto, grazie a chi lo ha sapientemente conservato,  per le belle emozioni e sensazioni che questo liquido racchiuso in una bottiglia di vetro per ben 40 anni, ci ha potuto regalare.

Roberto Gatti


Tag: vino, winetaste, chianti rùfina, invecchiamento, roberto gatti, bottiglie invecchiata, 1970


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