13.08.2010 | Itinerari del Gusto Inserisci una news

Alta Badia golosa

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Suggerimenti e iniziative per una vacanza di gusto e benessere in una delle vallate piĆ¹ autentiche dell'Alto Adige

Grazie ai numerosi successi negli anni '90 di Alberto Tomba sulla mitica discesa della Gran Risa di La Villa, unita ai 130 chilometri di piste innevate che si snodano all'interno di incomparabili scenari e vette, l'Alta Badia è conosciuta in tutto il mondo come meta ideale per le vacanze invernali. Nel frattempo però negli ultimi decenni una costante riscoperta di vecchie tradizioni ladine, affiancate a moderne e confortevoli strutture ricettive, luoghi di benessere e relax e pregevoli proposte enogastronomiche, nonché la vicinanza con la mondana Cortina d'Ampezzo e con il museo naturale della Prima Guerra Mondiale del Passo Falzarego, hanno esteso la proposta turistica a tutto l'anno.

L'alto valore qualitativo dell'enogastronomia di questo territorio è confermato dalla presenza di diversi ristoranti premiati con stelle Michelin, allestiti all'interno di confortevoli hotel, tutti dotati di invidiabili cantine che custodiscono in condizioni perfette ognuna oltre un migliaio delle migliori espressioni dell' enologia mondiale. Consigliabile abbinare la sosta "gourmand" a stupende passeggiate a piedi, mountain bike o a cavallo e a rilassanti e benefici trattamenti nelle immancabili zone "wellness" e beauty farm.

Per chi ama il relax ma non vuole rinunciare al comfort ed alla buona tavola, il nostro tour tra i ristori "stellati" dell'Alta Badia è iniziato dall'Hotel & Spa Rosa Alpina di San Cassiano, gestito da tre generazioni dalla Famiglia Pizzinini, in cui trova dimora il Ristorante St. Hubertus, elegante, misurato, con solo 11 tavoli, aperto solo la sera, in concomitanza con la stagione alberghiera, regno dal 1996 di quel "genio altoatesino" che porta il nome di Norbert Niederkofler, recentemente insignito della seconda stella Michelin: nella sala principale in effetti si trovano solamente nove tavoli, poiché il "tavolo dello chef" trova posto in una saletta privata con una finestra verso la cucina, mentre un tavolo più appartato fa bella mostra vicino al camino. Completa l'offerta gastronomica dell'hotel il meno formale Wine Bar & Grill, dotato di un gradevole spazio estivo all'aperto, dove poter consumare una saporita grigliata di carne e verdure, una semplice insalata, una pizza o una focaccia.

Tappa successiva, lungo la strada che sale verso il Passo Falzarego e la sottostante Cortina d'Ampezzo, l'Hotel Ciasa Salares della famiglia di Paoli e Hilda Wieser, parzialmente rinnovato la scorsa primavera con la creazione di dodici nuove suite e della policroma Beauty Spa Vives, unica nel suo genere grazie a un percorso a colori con pitture dell'artista locale Helmut Pizzinini, antistante la conca naturale che d'inverno ospita la pista di sci da fondo mentre d'estate dipartono decine di sentieri escursionistici: un vero e proprio immergersi nella natura!

Sotto la cortese e simpatica guida di Antonio Lo Basso, collaboratore di fiducia del patron Stefan Wieser, abbiamo potuto scoprire i vari angoli dell'adiacente Ristorante La Siriola, una stella Michelin, curato dallo chef Claudio Melis, quasi ispirandosi al fiabesco usignolo del "Regno dei Fanes", che con il suo canto incantato riusciva ad ammaliare e al tempo stesso unire le genti.

Non da meno della superba cucina, caratterizzata da una maniacale ricerca di prodotti "veri", incontaminati, di stretto contatto con il territorio anche se non obbligatoriamente altoatesino, la sottostante cantina, nata dalla grande passione di Stefan, essenziale nella sua praticità e salvaguardia delle oltre 1.500 etichette, quasi esclusivamente italiane, francesi, austriache e spagnole, esalta il connubio inscindibile tra vino e cibo, che si celebra in estate al tramonto con emozionanti aperitivi in terrazza all'ombra delle impervie montagne dal 2009 patrimonio Unesco.

Riscendendo a La Villa, facciamo sosta all'Hotel La Majun e alla sua ampia e panoramica area relax e wellness, proprio ai piedi della mitica pista di sci Gran Risa, che quest'anno a dicembre celebrerà i suoi primi 10 anni di attività.

A cena immancabile deviazione verso il Maso Runch, agriturismo gestito totalmente dalla famiglia Nagler con annesso ristorante ricavato da una tipica abitazione ladina del 1700. Il ristorante negli ultimi anni è diventato un vero e proprio luogo "cult" sia per i residenti di Pedraces e dintorni che per i turisti per degustare alcuni ricchi piatti della tradizione: ogni giorno in cucina la signora Maria e il figlio Christian preparano i "Turtres e cajinci arestis" (ravioli fatti con un impasto a base di patate, ripieni di spinaci e ricotta oppure con semi di papavero e marmellata e fritti nell'olio), la zuppa d'orzo contadina, i ravioli di spinaci e ricotta con parmigiano e burro fuso, lo stinco o le costole di maiale con polenta e crauti e infine le "Furtais" (frappe spolverate di zucchero velo servite con marmellata di mirtilli rossi), serviti in sala dal marito Enrico e dalle sue figlie Stefanie, Evelyn e Karin, dal figlio Tommy e dalla nuora Monica.
Dopo cena si ritorna all'Hotel La Majun, dove ad attenderci nel suo "rifugio" c'è il titolare Carlo Mellauner. Dopo essersi diplomato sommelier, dal 1998 ad oggi ha perfezionato la sua "collezione" nell'Enoteque L'Vin sottostante l'hotel arrivando oggi a proporre circa 400 etichette, per l'85% italiane, con qualche ottima scelta francese, spagnola e austriaca, mentre ha letteralmente bandito i vini del Nuovo Mondo, parere che condivido in quanto troppo standard, privi di unicità e legami al territorio. La sua passione per il vino lo spinge ad organizzare ogni giorno nel tardo pomeriggio un summit con il personale di sala per degustare e condividere i vini che verranno proposti nel menù della cena.

A Corvara, centro nevralgico dell'Alta Badia, tappa obbligata all'Hotel La Perla della famiglia Costa, completamente ricostruito mantenendo fede alle caratteristiche originali della struttura dopo l'incendio che lo distrusse nel 1997, dotato di 52 stanze in curato stile tirolese e sei "stube" per la colazione e la cena che vengono addobbate ogni giorno personalmente da Anni Costa. Ad accoglierci troviamo il vulcanico figlio Michil e la sua simpaticissima compagna Joe, anima del ristorante stellato La Stüa de Michil ma soprattutto ideatore della cantina "Mahatma Wine", letteralmente "La Grande Anima del Vino", concetto ribadito in una delle prime sale attraverso alcune opere murali di artisti sudtirolesi ladini dove si percepisce il forte attaccamento alla natura di questo popolo, ricca di essenza, proprio come il loro animo. L'idea di allestire questa fantasmagorica cantina, unica nel suo genere in tutto il mondo, venne proprio a Michil una decina di anni fa, facendo leva sulla sua grande passione per il vino e per la musica. Non quindi un freddo e anonimo interrato, utile alla perfetta conservazione di oltre trentamila "tesori enologici" ma non in grado di regalare emozioni e atmosfere magiche, come invece secondo Michil il vino e tutto ciò che gli ruota intorno sa regalare. Ecco che allora all'ingresso Joe ci invita ad indossare un paio di occhiali che, seppur privi di lenti, ci permetteranno di vedere e vivere i vari momenti con "altri occhi".

Subito il martellante ritmo degli Who, simile a un battito del cuore, dona vita alla cantina. Difficile narrare con adeguata accuratezza e riprodurre su carta le suggestioni vissute durante il percorso. L'onnipresente e vitale sottofondo musicale, coinvolgente filo conduttore della nostra visita, da Jim Morrison a Frank Zappa, sottolinea ora l'indubbia maggior qualità del vino nella sala dedicata alle bottiglie "Magnum", ora il canto degli uccellini che animano i 2.186 cipressi toscani del viale di Bolgheri, trasportarci verso gli ampi spazi dedicati alla Francia, dalle "ballerine" bottiglie di Champagne, vino in grado di regalare gioia e feste, alla magnificenza dei "cru" francesi Chateau La Tour, Chateau Berzac, Chateu Margaux e l'incomparabile Petrus, fino all'angolo dedicato all'unicità del Chateau d'Yquem, con tre bottiglie appese al soffitto ad altezze variabili in base all'andamento delle fasi lunari. Che dire del "tempio dedicato al Sassicaia", con tanto di inginocchiatoio davanti a tabernacolo che racchiude il "prototipo" datato 1968 del miglior cabernet sauvignon del mondo; ai suoi piedi, racchiusi in appositi sarcofaghi riposano i magnum del 1997 e 1996, mentre le pareti sono interamente tempestate di "gioielli bolgheresi" dei Marchesi di Incisa della Rocchetta e sormontate dal verso del cantico dell'Inferno della Divina Commedia di Dante "Se tu segui tua stella, né nave a segno di terra o di stella, sì che, se stella bona o miglior cosa par tremolando mattutina stella". Spazio finale in cui il visitatore è invitato a calarsi personalmente nella mistica atmosfera della cantina attraverso il cerchio di Leonardo e le melodie dei Pink Floyd scaturite dal Theremin, il primo strumento musicale elettronico della storia, prima del video di arrivederci dedicato alla fondazione Costa Family Foundation per aiutare i bambini del Tibet.

Durante il periodo estivo, l'Alta Badia attraverso l'iniziativa "In vetta con gusto" ha pensato di "esportare" i suoi tesori culinari ed enogastronomici, trasferendo l'abilità e la creatività dei Dolomitici cuochi "stellati" dai loro ristoranti in cima alle montagne, creando l'intelligente connubio tra i benefici delle camminate nel cuore della natura ai piaceri della buona tavola. Molteplici le proposte, dalla ricca colazione tra le vette al sorgere del sole, al consumo di un piatto gourmet "stellato" in uno degli otto rifugi, fino all'Apenrosa, l'aperitivo con lo sguardo incantato dal caratteristico colore rossastro delle vette al tramonto.

 

Luciano Pavesio

Silvana Albanese

 

Nella foto di apertura, Joe all'ingresso della cantina Mahatma Wine all'Hotel La Perla di Corvara.

Sotto, in sequenza, l'interno del ristorante St. Hubertus presso l'Hotel Rosa Alpina di San Cassiano; Antonio Lo Basso, collaboratore di Stefan Wieser, nella cantina del ristorante La Siriola presso l'Hotel Ciasa Salares di San Cassiano; l'interno dell'Hotel La Majun di La Villa e il titolare Carlo Mellauner nella sua cantina-enoteca; alcuni momenti della visita alla cantina Mahatma Wines, con le bottiglie di Sauternes sospese, il tempio del Sassicaia, i tabernacolo dove è custodito il "prototipo" del 1968 e il sarcofago che custodisce il magnum del 1996; la preparazione delle "Furtais" al Maso Runch; un'immagine delle cime dolomitiche rossostre al tramonto e una simpatica "riunione in vetta" in occasione dell'evento "In vetta con gusto".



Tag: alto adige, Alta Badia, San Cassiano, Corvara, La Villa, Michil, Claudio Melis, Norbert Niederkofler


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