17.06.2011 | Itinerari del Gusto Inserisci una news

Alto Adige : territorio vitivinicolo per bianchi d' eccellenza !

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Da molti anni scrivo e sostengo che , ancora ad oggi, le migliori zone bianchiste italiane sono l’ Alto Adige ed il Collio Goriziano/Colli Orientali del Friuli.

Ovviamente non sottovalutiamo con questa affermazione le Marche con i suoi magnifici Verdicchio, ottimi da giovani ed eccellenti anche dopo molti anni ; oppure gli eccellenti Vermentini di Sardegna, cosi' come le ottime Falanghine del beneventano, dell' avellinese ecc.

Di ritorno dal festival del Gusto in AA , come pubblicato al link: http://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=6815  , sono confortato in queste mie convinzioni dalle molteplici degustazioni ed assaggi effettuati in loco.

Vediamo ora nel dettaglio le sette zone vitivinicole in cui possiamo idealmente suddividere l' Alto Adige vitivinicolo :

1) La Bassa Atesina: il Gewürztraminer all'ombra dei cipressi

Oltre ad essere la zona vinicola più estesa dell'Alto Adige, la Bassa Atesina è anche la più calda. Del resto, scendendo da Bolzano a Salorno, nella propaggine più meridionale della provincia di Bolzano l'altitudine dei vigneti scende fino ai 200 metri di quota. Il clima temperato, favorito dal vicino lago di Garda, fa sì che in questa zona prosperino rigogliosi anche vitigni a maturazione tardiva, come il Cabernet Sauvignon, generando vini dal gusto pieno e perfettamente equilibrati. Eppure, è proprio nella Bassa Atesina si estendono anche i vigneti più alti dell'Alto Adige: nell'area di Favogna, un promontorio che sovrasta Magrè, crescono e maturano perfettamente delle viti di Müller Thurgau a più di 1.000 metri di quota.

Oscillando fra questi estremi, la Bassa Atesina si rivela un terroir ideale per molti altri vitigni. Le località di Mazzon e Montagna, ad esempio, sono considerate roccaforti del Pinot nero, mentre a Termeno – come potrebbe essere altrimenti? - il Gewürztraminer, nato proprio qui, sta riscuotendo sempre più favori a livello internazionale.

2) L'Oltradige: vigneti a perdita d'occhio punteggiati di manieri e castelli

Siamo nel cuore dell'Alto Adige enoico, quello dei vigneti che ricoprono come un

tappeto i dolci declivi rispecchiandosi nel Lago di Caldaro, punteggiati da manieri e castelli. Non è un caso che proprio qui sorgano i due maggiori comuni vinicoli altoatesini, Appiano e Caldaro.

Resa celebre dalla tradizionale produzione della Schiava, oggi questa zona è soprattutto un sinonimo di spirito d'innovazione, sia nella qualità, sia nella varietà dei vitigni. E se a fondovalle maturano rigogliosi Merlot e Cabernet ottimamente strutturati, sui versanti più alti si coltivano soprattutto Pinot bianco, Gewürztraminer Sauvignon e Pinot nero.

3) Bolzano: una conca fertile e torrida

Bolzano, capoluogo dell'Alto Adige, sorge alla confluenza dell'Adige con l'Isarco, immersa in un'ampia conca valliva baciata dal sole. È qui che maturano due dei vini più pregiati della provincia. Da un lato il Santa Maddalena, che cresce sulle ripide colline omonime a Nord-Ovest di Bolzano, considerato l'espressione più nobile e corposa della Schiava altoatesina. Il quartiere Gries si è invece affermato come la roccaforte di un'altra varietà autoctona, il Lagrein. È un vino che apprezza i terreni alluvionali profondi e le temperature calde, che da queste parti non di rado lambiscono i 40 °C. Il Lagrein di Gries, che coi suoi aromi di frutti di bosco, ciliegia e violetta, impreziositi dalle note di legno dei fusti di rovere, è balzato alla ribalta delle preferenze internazionali.

4) La Media Valle dell'Adige: un terroir per bianchi di lunga vita

Nel tratto centrale della Valle dell'Adige, fra Bolzano e Merano, si estende una conca dove sorgono tre località rinomate per i vini bianchi: Terlano, Nalles e Andriano. Nel paesaggio spiccano le terre rosse, frutto di depositi pluviali porfirici, e in questi terreni secchi, poveri di humus e in grado d'accumulare molto calore, le viti devono formare radici assai profonde per assorbire acqua a sufficienza. È per questo motivo che qui maturano vini bianchi di lunga vita, dal gusto spiccatamente minerale, ben strutturati e ricchi di sfumature, come il Pinot Bianco o il Sauvignon, lo Chardonnay, l'uvaggio "Terlano", il Riesling, il Müller-Thurgau o il Sylvaner.

Ma anche vini rossi di grande pregio, come il Cabernet e il Merlot, crescendo sui terreni di argilla sabbiosa dei vigneti più a fondovalle, sviluppano eccellenti doti di pienezza e di aroma.

5) Merano: dove vino e turismo vanno da sempre per mano

Oltre ad essere celeberrima come meta di villeggiatura, Merano e i suoi dintorni – noti anche col nome di „Burgraviato" – si sono fatti un'ottima nomea anche come zona vinicola.

Il clima assai mite e temperato da un lato, e i terreni sabbiosi mediamente densi dall'altro, creano condizioni ideali per la viticoltura. La denominazione DOC "Alto Adige Merano" può essere utilizzata per tutti i vini a base di Schiava prodotti nei vigneti che circondano la città. Ma da qualche anno, anche il Pinot Nero e il Merlot mostrano d'ambientarsi a meraviglia nel terroir meranese. Le caratteristiche dei terreni di questa zona fanno sì che i vini di Merano abbiano sempre un ottimo grado d'acidità, con benefici tangibili sia per le loro qualità organolettiche, sia per la loro propensione all'invecchiamento.

6) La Val Venosta: viti d'alta quota circondate dai meleti

Considerata da sempre un'isola climatica privilegiata, la Val Venosta, sormontata dai quasi 4.000 metri dell'Ortles, è adagiata nel cuore di un paesaggio alpino spettacolare dove le precipitazioni non superano i 500 mm l'anno, vale a dire la metà di quelle registrate nella Bassa Atesina. In una zona come paradiso della mela, anche la vite sta balzando sempre più alla ribalta, soprattutto da quando, nel 1995, la Val Venosta ha ottenuto la denominazione DOC.

Sui suoi terreni, magri e sabbiosi, si pratica una viticoltura da clima fresco da cui scaturiscono vini di grande raffinatezza. Oltre ai vitigni ormai consolidati, come il Pinot Bianco e il Müller-Thurgau, anche il Pinot Nero si sta rivelando una vera specialità venostana.

7) Valle Isarco: la viticoltura alpina per eccellenza

In Val d'Isarco, la zona vinicola più settentrionale d'Italia per i bianchi, la vitivinicoltura s'immerge in un paesaggio decisamente alpino. Eppure, proprio qui dove la vite si scontra coi suoi limiti fisici e climatici, i suoi risultati sono eccellenti, con vini di carattere, vigorosi e al tempo stesso raffinati.

Sempre più produttori stanno dimostrando che la Val d'Isarco, coi suoi terreni sedimentari di mica e quarzo, è in grado di produrre vini bianchi di grande pregio internazionale, decisi e convincenti. Da uve Sylvaner e Müller-Thurgau s'ottengono vini particolarmente freschi, dal gusto minerale e assai gradevoli al palato, dotati di una stimolante acidità. Da alcuni anni, inoltre, anche i vini della fascia qualitativa più elevata prodotti coi vitigni Kerner e Riesling stanno riscuotendo sempre più favori fra gli esperti e gli appassionati.

IL SIMPOSIO DEL GEWURZTRAMINER

Ho partecipato al Simposio del Gewurztraminer tenutosi nella località di Termeno, da sempre considerata la patria di questo vitigno, per origini viticole e per le grandi espressioni qualitative che qui può raggiungere questo vitigno aromatico ed unico.

Come suggerisce il suo nome, il Gewürztraminer trae origine proprio dall'Alto Adige, nella località di Termeno, e in tutti i paesi germanofoni il "Traminer" era un vitigno noto e diffuso fin dal Duecento. Poi, per parecchio tempo, era caduto quasi nell'oblio, ma oggi è uno dei vini altoatesini più apprezzati.

Grazie al suo bouquet composito, con note di petali di rosa, garofani, lici e frutti tropicali, è considerato il vino aromatico per eccellenza. Ma il suo un colore intenso, la sua gradazione alcolica relativamente elevata e la sua struttura molto ricca, ne fanno anche un vino da meditazione.

Superficie di produzione: 520 ha (10,5% della superficie vitata in Alto Adige)

Area di coltivazione: prevalentemente nella Bassa Atesina (Termeno e Cortaccia), ma anche in altre zone vinicole dell'Alto Adige

Allevamento: gli impianti più vecchi a pergola, quelli nuovi a spalliera

Posizione preferita: terreni argillosi e calcarei

Sinonimi: Gewürztraminer

Temperatura di servizio: 10-12 °C

Abbinamenti consigliati: aperitivi, piatti asiatici, crostacei (con vinificazione secca), fegato d'oca e paté vari (vinificato con residuo zuccherino), dolci e formaggi (vinificato come vino dolce).

In Italia la richiesta di Gewurztraminer sta aumentando molto, se consideriamo che negli anni 2000 la superficie vitata era di appena 200 ha, mentre nel 2011 è di 520 ha. In tutto il mondo invece contiamo una superficie di 10.000 ha, ma per dare il meglio si se il GWT richiede terreni ed altitudini ideali.

Il GWT è un clone del Traminer, originale di Termeno, con carattere esotico, sembra facile da capire , ma solo in apparenza. In altri luoghi risulta piu' " leggero " con caratteri organolettici diversi. A Termeno è ricco ed elegante con straordinaria mineralità, non ama particolarmente il legno piccolo se non dosato sapientemente, perché potrebbe coprire il suo inconfondibile " bouquet " di petali di rosa, agrumi e litchi.

DEGUSTAZIONE DI 10 GEWURZTRAMINER PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO

Degustazione guidata di Gewürztraminer provenienti da quattro continenti

Relatore: Charles Metcalfe (Autore e Co-Chairman International Wine Challenge, Londra).

Le note di degustazione dei vini , che sotto vi trascrivo, sono del sottoscritto in quanto convinto che ognuno debba riportare quanto percepito personalmente.

1) WEINGUT PIRCHER- SVIZZERA- Vino GWT Eglisauer Stadtberger 2010

Questo vino è stato ottenuto con 18 ore di macerazione sulle bucce, senza fermentazione malolattica, filtrazione ritardata, vinificato solo acciaio :

paglierino chiaro; profumo pulito di media intensità, con una leggera nota ammandorlata, agrumato, bucce d'arancia candite, limone; in bocca invece è intenso, si apre a meraviglia, Pai lunga. ( 88/89 )

2) WEINGUT PFEFFINGEN-GERMANIA- Vino GWT Spatlese Trocken 2010

Ottenuto da vendemmia tardiva, pigiatura delicata delle uve, seguita da macerazione sulle bucce per varie ore. Fermentazione in acciaio :

giallo paglierino di buona intensità; al naso è minerale, con note tipiche di petali di rosa, ma anche di pera ; in bocca è leggermente speziato, petillants, intenso, con una leggera nota ammandorlata in chiusura con una lunga Pai ( 87/88 )

3) VILLIERA WINE ESTATE- SUD AFRICA- Vino GWT Villiera 2010

Le uniche informazioni forniteci con la scheda tecnica sono 12,5 gr di alcol; 6 gr/l di acidità e gli 8 g/l di residuo zuccherino :

paglierino chiaro; naso particolare, fuori dai sentori classici del GWT; in bocca è scomposto, amarognolo, secco, molto probabilmente fermentato in legno, buona la Pai.

Prodotto in una zona calda non ha dato grandi risultati ( 84 )

4) ELENA WALCH- ITALIA-Vino GWT Kastelaz 2010- 15 gr.

Le uve vengono vendemmiate in due tempi. Prima della pressatura restano a macerare per 6 ore sulle bucce, chiarificazione statica del mosto con raffreddamento, fermentazione sui lieviti selezionati ed a temperatura controllata di 20 C., seguita da lungo riposo sui lieviti.

Bel paglierino carico; naso intenso, inizialmente chiuso che necessità di ossigenazione, note di SO2, litchi, floreale, ( arancia amara di Siviglia note di Charles Metcalfe ) ; in bocca è glicerico, concentrato, intenso, si allarga bene, è molto giovane. Da comprare oggi e lasciare in cantina per 5/10 anni, avrà un grande sviluppo futuro ( 87/88 )

5) CANTINA TRAMIN- ITALIA- Vino Nussbaumer 2009- gr. 14,70

Breve macerazione, pressatura delicata e fermentazione in acciaio a temperatura controllata.

Paglierino di media intensità; al naso note piacevoli di mela matura, pera e petali di rosa, note speziate e mineraliyà; in bocca è denso, intenso e maturo, di grande soddisfazione ( 90 )

6) VINOPTIMA ESTATE LIMITED- NUOVA ZELANDA-

Vino GWT Ormond reserve 2007-gr.13

Ottenuto da 5 diversi cloni di GWT

Al naso emerge una nota accentuate di rovere che stravolge l'aromaticità del GWT; in bocca è gradevole, migliora anche al naso dopo 15 minuti di ossigenazione, è abboccato con 13 g/l di zuccheri residui, lungoil fnale di bocca ( 86/87 )

7) NAVARRO VINEYARDS-USA-Vino GWT Estate 2009-gr. 13,60

Profumo tenue ma elegante, con note di agrumi, limoni; in bocca non si percepisce lo zucchero residuo di 23,8 g/l, sembra secco, molto acido 6,8 g/l, uve coltivate vicino all' Oceano conferiscono sapidità, nota finale scomposta con retrogusto disarmonico. Un vino dal costo contenuto, ma di qualità scarsa ( 83 );

8) CAVE DE RIBEAUVILLE'- FRANCIA- Vino Alsace Grand Cru GWT Altenberg de Bergheim 2008

Uve comtivate su terreno sassoso, marno-calcareo rosso non molto profondo:

bel colore paglierino medio ; naso intenso di buona qualità con note di miele, litchi ; in bocca è intenso, abboccato ( 40 g/l ) , buona bevibilità, buona acidità, pieno e lungo ( 90 ) ;

9) KUENTZ-BAS-FRANCIA- Vino GWT Pferisberg 2007

Questo vino ha 12,5 gr di alcol, 5,3 g/l acidità e ben 52 g/l di zuccheri residui :

paglierino di buona intensità; naso intenso, aromatico con note di petali di rosa, note " mielate ", agrumi e litchi; in bocca è eccellente per la sua qualità ed equilibrio, NON si percepisce lo zucchero seppure presente in dose consistente, grande bocca armonica, fa salivare a lungo, con una acidità straordinaria. Uno dei migliori Gewurztraminer mai degustati ( 92/93 )

10) HERMANN FINK- AUSTRIA- GWT Beerenauslese 2007

Alcol 10,9; acidità 5,9; zuccheri 163,3 gr/l :

giallo oro lucente, con riflessi ambrati ; al naso note di miele d'acacia, frutta candita e scorza d'arancia , in bocca è denso, dolce ma non stucchevole, concentrato, con una buona Pai.

Un buon prodotto ( 90 )

CONSIDERAZIONI FINALI

Da questa degustazione è emerso ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che il Gewurztraminer cosi' come ogni altro vitigno, non può essere impiantato ovunque.

Necessita di buone altitudini slm, almeno dai 300/400 mt in su, con climi non troppo caldi e con buone escursioni termiche giorno/notte, diversamente si rischia di " bruciare " gli aromi primari contenuti nelle bucce, quelli che danno maggior soddisfazione alla degustazione con le classiche note di " petali di rosa, litchi , agrumi ecc. " .

Inoltre a mio avviso, questo nobile vitigno NON ama molto il legno, specialmente quello piccolo, al limite buoni risultati si ottengono con passaggio in legno grande , ma solamente di una piccola percentuale di vino, contenuta nell'ordine del 15/20%, proprio per conferire maggiore complessità al vino stesso.

Il gewurztraminer un vitigno/vino che in Alto Adige ha trovato il suo abitat naturale, raggiungendo vette di pura eccellenza, che incontra sempre piu' spesso il favore dei consumatori giovani e non, esperti e non, per quella sua nota aromatica che lo rende particolarmente accattivante, piacevole ed ammaliante fin dal primo incontro. Un vero colpo di fulmine che si ottiene a prima vista, come quando si incontra una persona attraente dalla bella e spiccata personalità.

Roberto Gatti


Tag: alto adige, winetaste, gatti, Gatti Roberto, Bolzano, festival del gusto, Termeno, simposio, gewurztraminer, traminer


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